Crescono in Veneto e Friuli Venezia Giulia gli incassi derivati dall’imposta di soggiorno.
Praticamente identico il ruolino mantenuto nel 2024 dalle località turistiche venete e da quelle friulane e giuliane, con un incremento dell’8 per cento che, tradotto in cifre assolute, comporta un aumento degli introiti complessivo di 8,3 milioni per i Comuni che applicano la tassa.
In Friuli Venezia Giulia è Trieste a imporsi nell’ideale graduatoria delle località che hanno incamerato di più: il capoluogo giuliano potrà disporre di 2,3 milioni di euro, circa 200 mila in più rispetto a Lignano Sabbiadoro.
In Veneto tocca a Venezia, ça va sans dire, recitare la parte del leone (marciano): 39,8 i milioni incassati grazie all’imposta di soggiorno da Ca’ Farsetti. A elaborare i dati per i quotidiani del gruppo Nem è l’Osservatorio nazionale di Jfc sulla tassa di soggiorno.
Imposta di soggiorno, la situazione in Friuli Venezia Giulia
Due anni fa le località turistiche del Friuli Venezia Giulia che applicano l’imposta avevano portato nelle proprie casse 5 milioni 894 mila euro. Lo scorso anno le entrate sono cresciute del 7,9 per cento, per un ammontare complessivo di 6 milioni 361 mila euro.
Aggregando i dati su base provinciale il primato spetta a Udine: i comuni friulani hanno recuperato lo scorso anno dall’imposta di soggiorno 2 milioni 837 mila euro, 374 mila euro in più rispetto alla somma degli incassi di Trieste e Muggia. Nella classifica dei comuni che hanno guadagnato di più, dietro al capoluogo regionale e a Lignano figura Grado (un milione e 94 mila euro, con un incremento di 4,5 punti percentuali), seguito a distanza da Tarvisio, che tuttavia ha quasi raddoppiato gli introiti. Da quest’anno l’imposta di soggiorno sarà applicata anche a chi alloggerà nelle strutture ricettive del territorio comunale di Udine.
Imposta di soggiorno, la situazione in Veneto
Treviso che raddoppia gli incassi, Belluno che vede il “tesoretto” crescere di un terzo, Padova che gode di un soddisfacente più 11 per cento, Venezia che si conferma meta turistica per eccellenza, consolidando le entrate derivate dall’imposta di soggiorno. Un quadro che, nel suo complesso, consente al Veneto di superare quota cento: sono 104,5 i milioni di euro che i Comuni che applicano la tassa potranno mettere a bilancio quando sarà tempo di approvare i consuntivi del 2024.
Un incremento dell’8,1 per cento, dove si distingue l’eccellente performance della Marca: tutte le province chiudono con il segno più, ma quella di Treviso cresce maggiormente, con un balzo del 30,7 per cento frutto, a sua volta, delle cifre del capoluogo (871 mila euro, più 95,7 per cento).
Dietro alla provincia di Venezia (62,6 milioni) si piazza quella di Verona (23,5 milioni) seguita, a distanza, da Padova.
Ai piedi del podio Belluno (5,3 milioni, quasi la metà garantiti da Cortina d’Ampezzo), mentre la graduatoria è chiusa da Rovigo, con i suoi 702 mila euro. I balzi più rilevanti in termini percentuali sono quelli di Pieve di Soligo (più 183 per cento), Selva di Cadore (più 116 per cento), Valdobbiadene (più 55,1), Chioggia (42,1 per cento in più di ricavi dall’imposta), Val di Zoldo (41,9) e San Michele al Tagliamento (più 33,5 per cento: superata quota 5,5 milioni).
Tutto sommato pochi i municipi che dovranno fare i conti con un decremento degli introiti: tra questi Auronzo di Cadore, Castelfranco Veneto, Conegliano e Quarto d’Altino.
Le prospettive future
«Considerata l’introduzione dell’imposta in ulteriori Comuni e l’incremento delle tariffe già previste – afferma Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e responsabile dell’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno – il 2025 si presenterà ancora più ricco per le due regioni: in Veneto le previsioni indicano il superamento dei 110 milioni di euro, mentre in Friuli Venezia Giulia gli incassi previsti nel 2025 si assestano a 8,5 milioni».
Il primato di Venezia non si discute: quasi 40 milioni
Il primato di Venezia a Nord Est è quasi scontato. La città lagunare, seconda in Italia per presenze turistiche alle spalle di Roma, nel 2024 ha ottenuto dall’imposta di soggiorno 39,8 milioni di euro, in crescita del 3,6 per cento rispetto all’anno precedente. In Veneto seconda è Verona (7 milioni), che precede Jesolo, terza con i suoi 5 milioni 682 mila euro.
Trieste cresce ancora, Lignano e Grado inseguono
In Friuli Venezia Giulia la graduatoria dei Comuni più ricchi grazie alla tassa è guidata da Trieste, che lo scorso anno ha visto crescere del 9,7 per cento le entrate (2,3 milioni). Lignano Sabbiadoro è seconda (poco meno di 2,1 milioni), mentre sul gradino più basso del podio c’è un’altra località balneare, Grado: nel 2024 ha visto crescere del 4,5 per cento i ricavi,ora vicini a 1,1milioni.
Le prospettive: nel 2025 un’espansione più marcata
Secondo Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e responsabile dell’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno «il 2025 si presenterà ancora più ricco per le due regioni: in Veneto le previsioni indicano il superamento dei 110 milioni di euro, mentre in Friuli Venezia Giulia gli incassi previsti nel 2025 si assestano a 8,5 milioni».
Udine tra le new entry, Gorizia ha rinunciato
Le stime per il 2025 sono dettate anche dall’allargamento della platea dei Comuni che applicheranno l’imposta di soggiorno.Tra i più popolosi c’èUdine, che dal primo gennaio chiede un supplemento ai turisti che soggiornano nelle strutture ricettive della città. Ha scelto invece di non applicare la tassa Gorizia,che quest’anno è Capitale europea della cultura con NovaGorica.
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