Botta di aria gelida siberiana sempre più diretta verso Abruzzo,Molise, Basilicata e Puglia con neve in pianura, le conferme

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Negli ultimi giorni, l’analisi dei principali modelli meteorologici (ECMWF, GFS, UKMO, ICON, tra gli altri) ha evidenziato una serie di segnali ricorrenti che lasciano presagire l’arrivo di una fase di freddo intenso entro la prima decade di febbraio. Tuttavia, i vari centri di calcolo non concordano ancora su una finestra temporale precisa: alcune proiezioni suggeriscono il nucleo gelido tra il 3 e il 5 febbraio, mentre il modello GFS, in particolare, colloca la possibile ondata di gelo tra il 7 e il 9 febbraio, quindi con un posticipo di qualche giorno. In ogni caso, la tendenza generale rimane orientata verso un raffreddamento significativo entro i primi dieci giorni del mese.




Noi di meteopuglia.org riteniamo che la fase gelida sia ormai una concreta possibilità, tanto da ipotizzare che l’afflusso di aria molto fredda, se non gelida, interesserà in misura rilevante le regioni del versante Adriatico, con un occhio di riguardo su Molise, Abruzzo, Puglia e Basilicata orientale. Alla base di questo potenziale episodio di freddo intenso ci sarebbe un ponte anticiclonico tra l’anticiclone russo-siberiano e una cella di alta pressione in risalita sull’Atlantico settentrionale, una configurazione sinottica in grado di bloccare le più miti correnti atlantiche. Questo “muro” anticiclonico permetterebbe all’aria gelida proveniente dalle steppe russe di dilagare verso il Mediterraneo centrale, incrementando le possibilità di nevicate a bassa quota o persino in pianura, soprattutto nelle zone maggiormente esposte.

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Le masse d’aria provenienti dalla Russia si distinguono per il loro carattere “pellicolare”, poiché restano molto fredde negli strati prossimi al suolo. Tale peculiarità può favorire la formazione di fenomeni nevosi anche quando le temperature in quota non risultano estremamente basse. In situazioni come queste, le correnti orientali o nord-orientali attraversano l’Adriatico caricandosi di umidità, elemento essenziale per innescare precipitazioni nevose di una certa intensità. La Puglia, in particolare, spesso rappresenta la “porta d’ingresso” di tali masse fredde in Italia, proprio per la sua esposizione diretta ai venti provenienti dai Balcani e dall’Europa orientale.


Relativamente alla tempistica, come già accennato, persistono scostamenti significativi tra i diversi modelli: alcune corse suggeriscono l’avvio dell’irruzione fredda intorno al 3-5 febbraio, mentre altre – GFS su tutte – posticipano il grosso dell’evento verso il 7-9 febbraio. Va ricordato che, superati i 5-7 giorni di previsione, gli scenari modellistici possono subire variazioni importanti a ogni nuova emissione. La formazione o meno di un robusto blocco anticiclonico atlantico e la corretta congiunzione con l’alta pressione russo-siberiana rappresentano fattori determinanti per il reale “sfondamento” del freddo sull’Italia.



Nella dinamica di questo possibile raffreddamento, gioca un ruolo di rilievo anche il comportamento del Vortice Polare stratosferico e di alcuni indici teleconnettivi (quali NAO e AO). Nel caso di un’ondulazione pronunciata del getto polare o addirittura di un suo splitting (ossia, una vera e propria suddivisione in più lobi freddi), risulta più probabile che masse d’aria gelida raggiungano latitudini più meridionali, investendo l’Europa centro-orientale e, di riflesso, il bacino del Mediterraneo. In queste circostanze, le regioni adriatiche italiane sono spesso in prima linea, perché i venti di Bora o Grecale, attraversando l’Adriatico, possono generare precipitazioni nevose intense, talvolta accompagnate da venti sostenuti che accentuano ulteriormente la sensazione di freddo.

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Per la Puglia, gli eventuali effetti di un simile episodio potrebbero tradursi non solo in temperature rigide, ma anche in nevicate significative a quote molto basse, se non addirittura in pianura. Questo discorso vale specialmente per le province settentrionali e per le zone interne più alte, ma con un pattern di circolazione favorevole, anche le aree costiere potrebbero sperimentare l’arrivo dei fiocchi. Molto dipenderà dalla formazione o meno di depressioni sul basso Adriatico, che, se presenti, alimenterebbero ulteriore instabilità e precipitazioni più abbondanti.


Nonostante le incertezze sui tempi e sull’esatta traiettoria del nucleo gelido, la maggior parte degli scenari converge sull’idea che entro la prima decade di febbraio si aprirà una fase climatica marcatamente invernale. Di conseguenza, noi di meteopuglia.org rinnoviamo la raccomandazione a seguire con attenzione gli aggiornamenti dei centri di calcolo e i bollettini locali, per avere un quadro il più possibile accurato dell’evoluzione meteo e prepararsi a possibili disagi legati al freddo intenso e a precipitazioni nevose, specie per quanto riguarda la circolazione stradale e i servizi essenziali.


In conclusione, pur essendo impossibile definire con assoluta certezza la portata dell’evento, i segnali modellistici suggeriscono che potremmo assistere a un episodio di gelo rilevante entro i primi dieci giorni di febbraio. Le regioni adriatiche, e la Puglia in primis, potrebbero sperimentare condizioni davvero invernali, con valori termici ben sotto la media stagionale e nevicate diffuse a quote molto basse. Sarà pertanto importante seguire l’evoluzione giorno per giorno, in quanto ogni minima variazione della configurazione sinottica può fare la differenza tra un semplice calo termico e una vera e propria ondata di freddo storico. A ogni modo, il consiglio resta quello di monitorare le previsioni aggiornate, così da non farsi cogliere impreparati da un possibile brusco giro di vite invernale.


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