Al Circolo della Stampa il dottor Rosset spiega la Sanità del futuro tra innovazione e valori fondamentali – Valledaostaglocal.it

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La Sanitn tema cruciale!. Lo ha ricordato la presidente del Circolo, Maria Grazia Vacchina, richiamando l’articolo 32 della Costituzione italiana, evidenziando il diritto alla salute non solo come un “fondamentale diritto dell’individuo”, ma come un “interesse della collettività”. Inoltre, ha ricordato l’autonomia gestionale che la sanità della Valle d’Aosta mantiene grazie allo Statuto Speciale, una peculiarità che consente alla regione di affrontare le sfide in modo flessibile e su misura. Due principi cardine, come sottolineato dalla stessa Vacchina, che devono essere sempre tenuti in considerazione nel quotidiano, in modo che i diritti alla salute vengano effettivamente garantiti a tutti.

L’incontro, ha visto la partecipazione dell’assessore regionale alla Sanità, Carlo Marzi, e di medici esperti come Roberto Rosset e Giulio Doveri, ha permesso di esplorare in modo approfondito le caratteristiche e le problematiche dei sistemi sanitari di tre Paesi europei: Italia, Francia e Svizzera. Il Dott. Roberto Rosset Presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Valle di Aosta ha invece affrontato la questione dalle origini a un sistema sanitario di eccellenza

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La partecipazione di Roberto Rosset, Presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Valle d’Aosta, è stata fondamentale per inquadrare la questione sotto una prospettiva storica e di continuo miglioramento. Rosset ha ricordato le origini della medicina, in un tempo in cui il medico era chiamato a un ruolo di ascolto e sostegno, ma la guarigione era spesso al di fuori delle sue possibilità. Con l’unità d’Italia nel 1861, l’aspettativa di vita era di soli 27 anni, molto inferiore rispetto ai 40 della Francia e ai 45 della Svezia. Da allora, il progresso scientifico ha trasformato la medicina e l’approccio alle malattie, con scoperte che hanno portato l’Italia a diventare una delle nazioni con la più alta speranza di vita al mondo.

Nel contesto delle riflessioni sul sistema sanitario italiano, non si può non fare riferimento alle riforme che, negli ultimi decenni, hanno segnato profondi cambiamenti nell’organizzazione e nella gestione della sanità. A partire dagli anni Novanta, infatti, l’Italia ha intrapreso un lungo percorso di trasformazione, incentrato su riforme che miravano a garantire la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), ma che allo stesso tempo ponevano interrogativi sulla qualità e sull’equità dell’assistenza sanitaria.

Una delle prime grandi riforme fu quella varata nel 1992 con la Legge 502, che introdusse il concetto di “aziendalizzazione” dei servizi sanitari. L’intento era quello di migliorare l’efficienza gestionale del SSN, introducendo logiche di tipo aziendale, con una gestione più orientata ai risultati e una maggiore attenzione ai costi. Tuttavia, questa riforma portò anche a un focus maggiore sulla gestione economica e a una certa “burocratizzazione” del sistema, talvolta a discapito dell’umanità del servizio.

In seguito, sotto la guida di Renato Balduzzi, Ministro della Salute dal 2011 al 2013, si tentò di ridare slancio al sistema, con un’attenzione particolare alla riorganizzazione e al potenziamento delle strutture sanitarie. Balduzzi cercò di orientare la sanità verso un approccio più integrato e centrato sulla persona, ponendo l’accento sulla medicina territoriale, sulla prevenzione e sulla valorizzazione del personale sanitario. Durante il suo mandato vennero proposti interventi mirati a migliorare la qualità dell’assistenza, con un occhio alla sostenibilità dei costi e al miglioramento dei servizi sul territorio.

La riforma più significativa avvenne con l’introduzione della legge 189/2012, che, sotto la guida dell’allora Ministro della Salute Renato Balduzzi, cercò di rispondere alle problematiche derivanti dalla crescente domanda di assistenza a causa dell’invecchiamento della popolazione. Questo provvedimento ha avuto l’obiettivo di razionalizzare ulteriormente il sistema sanitario, attraverso politiche di spending review e un’ulteriore riorganizzazione dei servizi.

Il dott. Rosset

Un altro passaggio importante fu rappresentato dalla riforma promossa da Rosy Bindi, Ministro della Salute dal 1999 al 2001, che nel suo mandato puntò decisamente sulla riorganizzazione dell’assistenza sanitaria, portando avanti il cosiddetto “Decreto Bindi”. Questo provvedimento, tra le altre cose, cercò di dare maggiore attenzione alla prevenzione, al miglioramento dell’assistenza domiciliare e alla valorizzazione del ruolo del medico di famiglia come elemento centrale nella gestione della salute del cittadino. Inoltre, sotto la sua guida, si realizzarono importanti interventi sul piano della formazione continua dei professionisti sanitari e sulla promozione di un accesso più equo alle cure, soprattutto per le fasce di popolazione più vulnerabili.

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Oggi, però, ci troviamo di fronte a nuove sfide legate all’invecchiamento della popolazione e alla crescente diffusione delle malattie croniche. È dal 2000 che in Italia il numero degli over 65 ha superato quello dei giovani sotto i 19 anni, con un impatto evidente sulle necessità del sistema sanitario. L’Europa, nel suo complesso, si trova a fronteggiare un aumento esponenziale delle spese sanitarie legate a queste patologie, con un costo che supera i 1.000 miliardi di euro all’anno e che è destinato a crescere in modo vertiginoso nei prossimi decenni. Come accennato dal Dott. Rosset, la risposta a questa trasformazione demografica è stata complessa, con l’introduzione di riforme come l’aziendalizzazione del sistema sanitario e l’introduzione di misure economiche per garantire la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Tuttavia, questi interventi, sebbene necessari, hanno comportato il rischio di spostare il focus dalla cura del paziente alla mera erogazione di prestazioni, misurate e monetizzate attraverso strumenti come i DRG (Diagnosis-Related Groups), che rischiano di far perdere di vista il valore umano dell’assistenza sanitaria.

Se da un lato la sfida è grande, dall’altro le opportunità sono altrettanto promettenti, soprattutto grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il Dott. Rosset ha evidenziato come il PNRR rappresenti un’occasione irripetibile per riorganizzare il sistema sanitario, in particolare attraverso la promozione di strutture come le Case e gli Ospedali di Comunità, che avranno il compito di avvicinare i servizi sanitari ai cittadini, e l’introduzione della telemedicina, fondamentale per migliorare l’accessibilità alle cure, ridurre le disuguaglianze e abbattere le barriere geografiche. Anche la nostra regione si sta distinguendo per l’efficace attuazione di questi progetti, con la possibilità per i cittadini di monitorare in tempo reale i progressi attraverso il sito ufficiale del PNRR della Valle d’Aosta.

A livello globale, sono in corso due trasformazioni fondamentali che, secondo Rosset, cambieranno radicalmente il volto della sanità nei prossimi anni. La prima è la rivoluzione digitale, con l’integrazione di strumenti avanzati come gli algoritmi decisionali e l’introduzione del fascicolo sanitario elettronico. Questi strumenti offriranno una gestione più efficiente dei dati sanitari, rendendo possibile una medicina più personalizzata, con il cittadino al centro del sistema. La seconda rivoluzione è quella genomica: il sequenziamento del DNA, che una volta costava milioni di dollari, ora è molto più accessibile, aprendo la strada a una medicina predittiva e personalizzata che può curare in modo più preciso e mirato ogni singolo paziente.

La sanità italiana, pur tra le difficoltà e le sfide che ci attendono, rappresenta ancora oggi un modello di successo a livello internazionale, grazie a un sistema fondato sui principi di universalità, equità e accessibilità. Tuttavia, per affrontare le sfide future, è necessario un impegno collettivo, una continua riflessione e l’adozione di soluzioni innovative che possano garantire a tutti i cittadini un accesso a cure di qualità, senza mai perdere di vista il valore umano della salute. La strada è in salita, ma le opportunità che si aprono sono immense. L’importante è che il cambiamento sia accompagnato da una visione etica e dalla consapevolezza che la salute non è solo un diritto individuale, ma un bene comune da tutelare con responsabilità e lungimiranza.

pi.mi.





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