Ogni sei mesi buyer da tutto il mondo si incontrano alla Fortezza da Basso di Firenze per essere aggiornati sulle ultime novità in materia di stile. Tra queste una tendenza ormai così diffusa da non essere più considerata una moda ,ma una vera e propria passione. Stiamo parlando della passione per le sneakers.
I mille volti delle sneakers
C’è la scarpa tecnica, c’è la rivisitazione della scarpa da trekking, quella supersostenibile, e poi ci sono le sneakers di lusso e quelle nate da co-lab con la couture.
Ce n’è insomma per tutti i gusti e per tutte le tasche, per essere indossata nei momenti più casual ma anche con abiti e tailleur. Perché si sa, e l’abbiamo visto, la sneaker è stata sdoganata anche con lo smoking.
Un tempo si chiamavano semplicemente scarpe da ginnastica ora il verbo inglese “to sneak”, che suggerisce un muoversi silenziosamente proprio come si fa indossando scarpe in gomma, ha dato un nuovo nome a quell’accessorio a cui oggi sembra non si possa fare davvero a meno.
Le sneakers delle maison di moda
Più che per una tendenza, il successo delle sneakers nasce da un’esigenza di comodità, che ha spinto anche brand di lusso come Brunello Cucinelli a presentare le loro versioni della vecchia scarpa da ginnastica, convincendo anche le donne più sofisticate a scendere dai loro tacchi.
Sneaker anche per Herno che nel suo percorso di allargamento della produzione, dopo i pantaloni e la maglieria ha ora debuttato con la sua scarpa.
Flower Mountain, la scarpa da trekking modaiola
Coloratissima è invece la sneaker di Flower Mountain, brand nato dall’incontro tra un designer giapponese e uno cinese e dalla loro comune passione per la natura
“Flower Mountain nasce 10 anni fa quasi per gioco”, ci spiega Salina Ferretti, AD di Falc. “E’ un progetto creato grazie all’incontro con un musicista giapponese che andando a un Festival sul Monte Fuji, il Fujirock, si rende conto che non esistevano scarpe da trekking belle. Così decidiamo di creare queste scarpe modaiole con un’anima giapponese, identificabili anche per il fussbett in sughero.”
Design innovativo e comodità, sono le caratteristiche di questa scarpa che negli anni ha saputo evolversi sposando la funzionalità con l’estetica, grazie all’utilizzo di svariati tessuti, tecnici ma anche più ricercati, come le stampe dei kimoni giapponesi.
La sneaker di Keh-noo
Keh-noo ha invece creato una sneaker cispirata alle scarpe da ginnastica vintage. “Si tratta di una rivisitazione”, ci spega Dimitri Bettin, AD di Keh-noo, “di una scarpa da atletica degli anni ‘70 ripresa in quelle che sono le sue peculiarità, quindi il battistrada e i rinforzi laterali. Una sua caratteristica poi è il fussbett interno in gomma espansa di 2 cm”, una bella opportunità per scendere dai tacchi ma rimanere comunque 2 cm più alti.
Unisex in più di 60 varianti di colore e con nomi che ricordano oggetti o persone che hanno segnato la nostra storia
Ecoalf mette ai piedi una scarpa sostenibile
Comodità e stile ai piedi, rispettando però la terra che si calpesta. Perché non c’è un pianeta B, a ricordarcelo è Ecoalf, brand spagnolo che ha fatto della sostenibilità la sua ragione di essere.
“E’ da molti anni che facciamo ricerca”, ci spiega Javier Goyeneche, presidente e fondatore di Ecoalf. “Dal 2016 abbiamo iniziato a lavorare sul progetto di una scarpa sostenibile. Questa sneaker è composta da ben 27 pezzi differenti e ogni parte è riciclata: i tessuti sono riciclati, i bordi sono riciclati, le cuciture, la fodera interna, anche il fussbett è riciclato per l’85%. Tutti i materiali, insomma. Solo le due parti esterne della suola non sono interamente riciclate, ma solo per il 50%, perché altrimenti ne avrebbe sofferto la durabilità. Abbiamo fatto diversi test e ci siamo spinti fino a dove si potesse riciclare il più possibile senza però intaccarne la capacità di resistere nel tempo.
Superga, la sneaker per eccellenza
E poi c’è la sneaker per eccellenza, quella nata 100 anni fa e che in 100 anni è rimasta sempre se stessa, pur nella sua riedizione celebrativa.
E’ una scarpa, un oggetto, un pezzo di design che ha cent’anni, “ci racconta Lorenzo Boglione, vicepresidente di BasicNet”, e quindi se un oggetto è ancora utilizzato cent’anni dopo essere stato inventato in un mondo che è cambiato così radicalmente credo che sia facile definirlo un’icona.”
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link