Nuovo Giornale Nazionale – TAJANI: “LA CORTE DELL’AJA NON È LA BOCCA DELLA VERITÀ”. È INUTILE, CHIUDIAMOLA

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Sulla vicenda del rilascio del generale libico Almasri, colpito da mandato di cattura della Corte penale internazionale dell’Aja, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto: “Il Ministro Piantedosi riferirà in Aula e spiegherà tutto ciò che è stato fatto correttamente dal Governo italiano. L’Italia non è sotto scacco di nessuno. Siamo un Paese sovrano e facciamo la nostra politica. La Corte di giustizia dell’Aia non è il verbo, non è la bocca della verità. Si possono avere opinioni diverse. La decisione di liberare Almasri è stata della magistratura.” Ha dichiarato il Ministro degli Esteri Antonio Tajani raggiungendo palazzo Chigi da Palazzo Madama.

Traduzione: la Corte dell’Aja può dire quel che vuole, ma noi ci facciamo gli affari nostri. Un delegittimazione netta dell’autorevolezza di un organismo che negli ultimi tempi sembra essersi consegnato alla delegittimazione per dichiarata inutilità.

Karim Khan, il procuratore capo della Corte penale internazionale (ICC), il principale tribunale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità (nulla a che fare con la Corte dell’Onu) ha chiesto alla Corte di emettere un mandato di arresto per il leader dei talebani in Afghanistan, Hibatullah Akhundzada, e per Abdul Hakim Haqqani, capo della Corte Suprema afghana, l’organo giudiziario più importante del paese.

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Non si capisce se ridere, piangere o infuriarsi per la perdita di tempo, di soldi e di energia che queste trovate comportano. Chi andrà mai a prendere il capo dei talebani? Un esercito di tulipani?

Ci mancava solo questa trovata per far precipitare la credibilità di un organismo che, per la sua inutilità evidente, va decisamente abolito.

La Corte ha già emesso un mandato di cattura per Putin che cadrà nel ridicolo al momento nel quale Donald Trump incontrerà il leader del Cremlino.

Idem dicasi per il mandato di cattura per Benjamin Netanyahu. Provvedimento che ha mandato su tutte le furie il nuovo segretario di Stato Usa.  

«La Corte penale internazionale ha causato un danno tremendo alla propria credibilità globale», ha affermato, infatti, il nuovo Segretario di Stato americano, Marco Rubio, nel corso dell’audizione di conferma al Senato lo scorso 15 gennaio riferendosi al mandato di arresto emesso dai giudici nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Per Rubio si è trattato di un test di prova utilizzato dai procuratori dell’Aja per verificare la possibilità di inquisire anche i rappresentanti di Paesi, come gli Usa, che non hanno ratificato lo statuto che nel luglio del 1998 a Roma ha istituito la Corte.

Pochi giorni prima era stata la Camera dei rappresentanti ad adottare un disegno di legge che incarica il presidente di congelare i beni e negare il visto a qualsiasi cittadino straniero che abbia contribuito agli sforzi del tribunale per «indagare, arrestare o perseguire una persona protetta».

Per persone protette si intendono tutti gli attuali ed ex funzionari degli Stati Uniti e degli alleati che rifiutano la giurisdizione della Corte, come Israele. Non è stata affatto una sorpresa, quindi, che fra le decine di ordini esecutivi firmati da Donald Trump subito dopo l’insediamento, ce ne sia uno che riguarda proprio la Corte penale internazionale Cpi ripristinando le norme contro i giudici dell’Aja che lui stesso aveva deciso durante il suo primo mandato.

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A novembre, invece, era stato un tribunale di Mosca a chiedere l’arresto di Reine Alapini-Gansou,il secondo vice-presidente della Cpi che, nel marzo del 2023, aveva emesso un mandato di cattura nei confronti di Vladimir Putin.

Che non corra buon sangue fra l’organo giudiziario internazionale e le grandi potenze è evidente. Nessuna di queste ha ratificato lo Statuto di Roma.

Sono 125 gli stati che l’hanno fatto, ma fra loro non figurano né gli Usa, né la Federazione Russa, né la Cina, né l’India, ovvero la metà circa della popolazione del globo. Unica fra gli attori importanti a sostenerlo è l’Unione europea, ossia il fallito storico di questo momento.

Fallimento per fallimento, delegittimazione per delegittimazione, perché non chiudere i battenti e risparmiare soldi energie e brutte figure?

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