Il 5 febbraio il banchiere presenterà i conti 2024 al board, primo punto all’ordine del giorno, per poi comunicarli alla comunità finanziaria
Sterrato, fango e ghiaia sono elementi non comuni nel ciclismo su strada. Per questo quando si decide di affrontare la «Strade bianche» — la storica corsa di 215 chilometri lungo le carrarecce tra Siena, Montalcino e Asciano — consigliano di avere sempre dietro camere d’aria, attrezzi ma soprattutto allenamento e preparazione mentale. Un kit che Luigi Lovaglio sa di avere già con sé altrimenti non si sarebbe lanciato anche lui nell’offerta di pubblico scambio azionario «Strade bianche», che vuole invece portare il Monte dei Paschi fuori dalla Val d’Orcia al matrimonio con la finanza milanese e internazionale di Mediobanca.
È quasi sempre a Rocca Salimbeni
Il ceo che ha risanato Mps, l’ha messa in sicurezza e la sta rilanciando, è un lavoratore instancabile: è quasi sempre a Rocca Salimbeni, soprattutto lo è stato negli ultimi frenetici giorni per chiudere i numeri dell’operazione prima della riunione del consiglio di amministrazione. Venerdì, dopo la call con analisti e giornalisti, ha incontrato i sindacati, per spiegare il senso industriale e di sistema di un merger che prefigurava già nel 2022, dopo aver portato a termine la ricapitalizzazione del Monte. Un meeting dai toni sereni e tranquillizzanti, dice chi era presente. Mps conta 1.200 filiali e 16.800 dipendenti contro i 103 sportelli e i 5.400 dipendenti di Mediobanca: con l’unione Siena dunque tornerebbe ad avere un personale sopra le 20 mila unità.
Gli investitori
Nei prossimi giorni poi toccherà sempre a Lovaglio incontrare gli investitori mentre al presidente Nicola Maione spetterà il compito si svolgere gli adempimenti procedurali. Non si sa se a tappe ravvicinate, sicuramente in una triangolazione Siena-Milano-Roma che si allargherà — in una nuova fase — anche a Londra, dove hanno il loro hub europeo i grandi fondi internazionali che in questa partita giocano un ruolo non da poco. Come lo hanno giocato nelle varie tranche di privatizzazione che hanno fatto scendere il Tesoro dal 64% all’11%. E in questa gara i chilometri nelle gambe a Lovaglio non mancano, lo dimostra lo standing internazionale maturato negli anni al vertice di Bank Pekao all’interno di Unicredit.
Il prossimo appuntamento
Il prossimo appuntamento cerchiato sull’agenda è per il 5 febbraio: il banchiere presenterà i conti 2024 al board, primo punto all’ordine del giorno, per poi comunicarli il giorno dopo alla comunità finanziaria (Mediobanca li illustrerà l’11).
Riporterà in casa il credito in consumo (Compass)
«La migliore operazione che possa esistere nel panorama competitivo», come l’ha ribattezzata Lovaglio, ha una ratio strategica che poggia sulla combinazione dei business più che sull’aumento dimensionale. Mps con l’integrazione — dice Lovaglio — intende proteggere i brand Mediobanca e riporterà in casa il credito in consumo (Compass) che aveva venduto nel 2019, e che potrà distribuire attraverso la sua rete; inoltre si arricchirà anche dell’investment banking e del wealth management, allo stesso tempo Widiba e Mediobanca Premiere diventeranno un attore di spicco nell’asset gathering.
Il terzo polo bancario italiano
Se l’ops andrà in porto nascerà il terzo polo bancario italiano con oltre 6 milioni di clienti tra famiglie e imprese, e circa 130 miliardi di impieghi e circa 300 miliardi di risparmi. Una soddisfazione anche per gli azionisti: Lovaglio prevede una distribuzione di utili in forma di cedola fino al 100% (oggi Mps è al 75%).
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