Chi non ricorda le iconiche scene del film Titanic di James Cameron, in cui veniva lanciato, attraverso l’Atlantico, un disperato messaggio di soccorso? Oppure i classici film di guerra, in cui i marinai comunicavano con lampi di luce per decifrare messaggi vitali? Queste immagini hanno segnato intere generazioni, e al centro di tutto c’è la telegrafia: un sistema di comunicazione che ha rivoluzionato il mondo. Oggi, questo antico metodo di trasmissione, basato su semplici punti e linee, non è solo un’icona del passato, ma trova ancora applicazioni nel campo tecnologico e della cybersecurity, continuando ad affascinare appassionati di tutto il mondo.
Prima dell’avvento del telegrafo, trasmettere un messaggio significava affidarsi a corrieri, con tempi lunghissimi: dai messaggeri greci come Filippide, che corse da Maratona ad Atene, ai Pony Express in America, fino alla corrispondenza via mare tra continenti europeo e americano. L’introduzione della telegrafia ha reso possibile la trasmissione rapida di messaggi su grandi distanze, rivoluzionando il modo in cui le persone comunicano
Telegrafo
Il telegrafo cablato, sviluppato nel XVIII secolo, fu reso possibile grazie ai contributi di pionieri come Ampère, Gauss e Weber. Ma fu Samuel F. B. Morse, nel 1835, a creare il dispositivo e a tradurre lettere e numeri del linguaggio scritto in un codice interpretabile, successivamente perfezionato da Alfred Vail. Il primo messaggio Morse attraversò la linea Washington-Baltimora nel 1844, mentre in Italia la prima linea telegrafica fu inaugurata nel 1847 tra Livorno e Pisa. Con l’invenzione della radio nel 1897, la telegrafia senza fili divenne realtà: le prime radio, incapaci di trasmettere la voce, utilizzavano segnali di acceso/spento, ideali per il Codice Morse. Fino all’avvento della fonia, telegrafia e radio erano sinonimi.
Codice Morse
Oggi, il linguaggio Morse – apparentemente una romantica tecnica del passato – rappresenta un precursore straordinario delle tecnologie digitali moderne. Nonostante la sua semplicità, esso incarna i principi fondamentali della comunicazione binaria, ispirando non solo la crittografia, ma anche le soluzioni di sicurezza informatica. Per esplorare questa forma di comunicazione “digitale” ante litteram, abbiamo intervistato Valter Oberti, “IK1QAD”, esperto e istruttore di telegrafia (CW).
Diverso dal moderno codice binario, che utilizza solo due stati (0 e 1), il Morse si basa su segnali distinti: punto, linea, intervallo breve (tra lettere) e lungo (tra parole). Oberti ha condiviso con noi alcune riflessioni e parte della sua esperienza, spiegando anche il ruolo della telegrafia nel plasmare l’evoluzione delle comunicazioni sicure.
Intervista
Carlo: Maestro, innanzitutto la ringrazio per aver accettato questa intervista. Le chiedo, come prima cosa, di presentarsi brevemente al nostro pubblico.
Valter: Mi chiamo Valter Oberti e sono appassionato di Telegrafia da sempre. Il mio percorso è iniziato nel 1990, quando ho conseguito la patente da Radioamatore, rilasciata dall’allora Ministero delle Poste e Comunicazioni. Dopo aver ottenuto la licenza nel 1992 e il nominativo IK1QAD, ho scelto subito la pratica del Morse, preferendolo alla fonia. Contestualmente, mi sono iscritto alla sezione di A.R.I. (Associazione Radioamatori Italiani) di Loano, allora presieduta da Libero Meriggi.
Nonostante l’avanzare delle nuove tecnologie, la passione per il Morse – trasmesso in chiaro, senza abbreviazioni, attraverso punti e linee (. -) – mi ha sempre spinto a continuare nella mia passione, senza mai abbandonare i miei strumenti: tasto telegrafico, radio e antenna. Oggi sono manager del Marconi Club Loano, fondato nel 1988 alla presenza della Marchesa Maria Cristina Marconi e della principessa Elettra, rispettivamente moglie e figlia di Guglielmo Marconi. Inoltre, svolgo il ruolo di istruttore e tengo corsi di CW, sia in presenza che online.
Carlo: Un percorso davvero affascinante! Può raccontarci qualcosa sulle origini della telegrafia e sul suo ruolo nello sviluppo delle comunicazioni moderne?
Valter: Nel 1837 Samuel Morse inventò il telegrafo elettrico insieme al relativo alfabeto, basato su punti e linee. Nel 1897, Guglielmo Marconi – scienziato italiano di fama mondiale – fondò la “Wireless Telegraph and Signal Company”. Alla fine dell’Ottocento, dunque, già si parlava di wireless. Tutte le tecnologie che oggi ci semplificano la vita traggono ispirazione, almeno in parte, dalle intuizioni di questi due grandi inventori e scienziati. La telegrafia ha gettato le basi per lo sviluppo delle comunicazioni elettroniche, che continuano a evolvere anche oggi.
Carlo: La telegrafia può essere considerata una tecnologia obsoleta o ritiene che abbia ancora un ruolo importante oggi?
Valter: Nonostante i progressi tecnologici dovuti alla miniaturizzazione dei componenti elettronici e a scoperte come l’effetto tunnel – alla base di dispositivi moderni come diodi Zener, transistor e memorie EEPROM – la telegrafia conserva un valore e un fascino unico. Perdere questa conoscenza sarebbe uno spreco culturale, storico e tecnologico. Oggi si sta cercando di far riconoscere il linguaggio Morse come patrimonio UNESCO, e in alcuni Paesi dell’Est viene ancora insegnato nelle scuole. Inoltre, la telegrafia continua a essere utilizzata in certi ambienti militari, dove le comunicazioni elettroniche potrebbero risultare rischiose o insicure. Il codice Morse ha anche applicazioni moderne: è utilizzato nei sistemi VOR (VHF Omni-Directional Range), sistemi di navigazione aerea che operano nella banda VHF (Very High Frequency), trasmettendo un identificativo unico composto da tre lettere.
Carlo: Davvero molto interessante, adesso passiamo ad un argomento più delicato e attuale. In che modo la telegrafia ha contribuito alla nascita e all’evoluzione della crittografia nelle comunicazioni.
Valter: La telegrafia ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo della crittografia. La trasmissione di messaggi su lunghe distanze comportava un rischio concreto di intercettazione e decodifica delle informazioni. Governi e aziende si resero rapidamente conto della necessità di sviluppare sistemi che garantissero la segretezza delle comunicazioni, consentendo solo ai destinatari autorizzati (pensiamo ad ambienti militari e diplomatici) di decifrare i messaggi. Questo bisogno di protezione delle informazioni ha gettato le basi per l’evoluzione delle tecniche crittografiche moderne. Inoltre, in alcuni casi, la telegrafia può rappresentare un ulteriore livello di cifratura.
Carlo: In un mondo dominato da Internet e dalle comunicazioni digitali, che ruolo ha la telegrafia da un punto di vista della sicurezza delle comunicazioni.
Valter: Grazie allo sviluppo tecnologico esistono dei decodificatori capaci di interpretare il codice Morse; quindi, non è un metodo estremamente sicuro. Tuttavia, come detto precedentemente, potrebbe essere usato in cascata, come un ulteriore livello crittografico.
Carlo: Può fare un esempio, magari semplificato, di come la telegrafia potrebbe essere usata in un contesto di spionaggio o controspionaggio nell’era digitale?
Carlo: Valter, mi vengono in mente le Number Stations.
Un esempio affascinante di utilizzo della telegrafia in contesti di spionaggio è rappresentato dalle “Number Stations” o Stazioni Numeriche. Si tratta di trasmissioni radio, spesso su onde corte, dove si possono ascoltare voci leggere lunghe serie di numeri organizzati in gruppi. Queste trasmissioni, in varie lingue, provengono da stazioni non identificate (clandestine).
La natura misteriosa di queste trasmissioni e l’impossibilità di decifrarle senza la chiave adeguata hanno portato gli esperti a ipotizzare che si tratti di messaggi codificati destinati ad agenti segreti. A sostegno di questa ipotesi la scoperta, dell’utilizzo da parte di alcuni ambienti dei Servizi segreti “spie”, di radio a onde corte e blocchi chiamati One-Time Pads. Questi blocchi contengono numeri generati casualmente e stampati in gruppi di quattro o cinque cifre, utilizzabili una sola volta e facilmente distruggibili.
Le tecniche di trasmissione delle Number Stations adottano vari cifrari, tra i quali: il cifrario di Vernam, una variante avanzata del cifrario di Vigenère. Questo metodo crittografico utilizza una chiave aleatoria della stessa lunghezza del messaggio non riutilizzabile. Quando applicato correttamente, il cifrario di Vernam garantisce una sicurezza assoluta, poiché il messaggio diventa matematicamente indecifrabile senza la chiave.
Un esempio reale che lega le Number Stations allo spionaggio è il caso della spia britannica Geoffrey Prime, scoperto mentre riceveva istruzioni via radio a onde corte. I messaggi trasmessi in codice Morse erano codificati in gruppi di cinque cifre, confermando l’efficacia di queste tecniche anche in un’epoca moderna. Questo episodio evidenzia come sistemi di comunicazione apparentemente semplici possano convivere e integrarsi con tecnologie più avanzate, dimostrando la versatilità della telegrafia persino nell’era digitale.
Carlo: I principianti, quanto tempo impiegano per imparare il codice Morse a un livello base?
Valter: I corsi hanno una durata di 6 mesi, ci incontriamo settimanalmente per due ore. Si parte da zero, imparando il suono caratteristico di ogni lettera e cifra. In base alla mia esperienza, con un allenamento costante di un’ora al giorno, un allievo può raggiungere in sei mesi un livello discreto, sufficiente per padroneggiare l’alfabeto Morse e permettergli così l’ingresso in radio sia in trasmissione sia in ricezione. Naturalmente, l’apprendimento dipende direttamente dal tempo e dalla dedizione: più tempo e impegno si dedicano, maggiori saranno i progressi ottenuti.
Carlo: Quali sono gli strumenti e le tecnologie utilizzate oggi per la telegrafia? Si usano ancora i classici tasti verticali o esistono soluzioni più moderne?
Valter: Fondamentalmente, la tecnologia alla base della telegrafia è rimasta la stessa, anche se le radio si sono evolute notevolmente e oggi sono quasi dei veri e propri computer. Per quanto riguarda i tasti telegrafici, i primi modelli verticali, come quelli usati da Guglielmo Marconi o negli uffici postali per inviare telegrammi, sono ancora in uso e apprezzati. Successivamente sono stati introdotti i Sideswiper, un tipo di tasto francese, e i tasti semiautomatici, come il Bug. Questo ultimo modello, progettato per automatizzare i punti e consentire la generazione manuale delle linee, fu rapidamente adottato dai marconisti in ambiente marittimo, rendendo meno faticose le lunghe sessioni di comunicazione. In sintesi, pur esistendo strumenti moderni, i tasti tradizionali restano il cuore della telegrafia.
Carlo: Che consiglio darebbe a un giovane appassionato di cybersecurity che fosse incuriosito dalla telegrafia?
Valter: Sebbene la telegrafia possa sembrare una tecnica del passato, è fondamentale ricordare che rappresenta la prima forma di trasmissione dati su lunghe distanze e, in quanto sistema di codifica, una delle prime rudimentali tecniche di cifratura elettrica. Comprendere questa disciplina non rappresenta solo un esercizio storico, ma anche un’opportunità per sviluppare capacità analitiche e tecniche che trovano applicazione nella Cybersecurity moderna.
Apprendere l’Arte della Telegrafia stimola notevolmente la mente: la codifica e la decodifica delle informazioni avvengono esclusivamente attraverso l’uso del cervello, senza l’ausilio di strumenti digitali. Questo esercizio mentale può rafforzare la capacità di problem-solving e l’attenzione ai dettagli, qualità fondamentali per un professionista della sicurezza informatica.
Inoltre, avvicinarsi alla telegrafia consente di riscoprire le origini della comunicazione digitale e di apprezzare le sue applicazioni nei contesti moderni, come le reti di emergenza e i sistemi di comunicazione alternativi. È un viaggio nel passato che offre lezioni preziose per il futuro.
Carlo: Ha qualche aneddoto interessante o curioso legato alla sua esperienza di telegrafista o istruttore da condividere con i nostri lettori?
Valter: Dopo aver completato i corsi, gli allievi sono incoraggiati a mettere in pratica le competenze acquisite partecipando attivamente alle trasmissioni radio. Per un istruttore, non c’è soddisfazione più grande che incontrare i propri allievi nell’agorà dell’etere e sentirsi riconosciuto come mentore. Questo momento ripaga di tutto l’impegno e la dedizione servita per formarli.
Un aneddoto significativo riguarda il recente conflitto in Ucraina. Una delle caratteristiche più distintive dei radioamatori è il forte senso di appartenenza alla comunità nazionale e globale. Essere radioamatore non significa solo divertimento o esplorazione di nuove tecnologie, ma anche agire con solidarietà e collaborazione nei momenti difficili.
Nel nostro Marconi Club, quando uno dei nostri soci, un radioamatore ucraino, si è trovato in difficoltà a causa della guerra, è partita spontaneamente una gara di solidarietà tra tutti i membri per offrirgli supporto. Non si trattava solo di fornire assistenza tecnica o logistica, ma anche di trasmettere un messaggio di vicinanza e di amicizia che, attraverso le onde radio, ha superato ogni confine geografico e politico.
Questo episodio, tra i tanti, mi ha particolarmente emozionato e dimostra ancora una volta quanto la telegrafia e la radio non sono solo strumenti di comunicazione, ma anche di umanità, riescono ad unire le persone di ogni parte del mondo.
Valter, in chiusura di questo articolo, desidero ringraziarti per il tempo che hai voluto dedicare a Close-up Engineering. Questo excursus storico, “dalla Telegrafia alla Cybersecurity”, ci ha permesso di apprezzare l’evoluzione delle telecomunicazioni e i suoi legami con la sicurezza informatica. Per finire permettimi di salutare tutti coloro che hanno letto l’articolo, alla maniera dei radioamatori-telegrafisti, una categoria alla quale ho l’onore di appartenere.
73 a Tutti i lettori.
1) Oltre a patente e licenza ai radioamatori è rilasciato un identificativo univoco con il quale identificarsi ogni volta che sono in
trasmissione.
2) La telegrafia è anche conosciuta come CW (continuius wave)
3) In gergo radioamatoriale le comunicazioni si concludono con la sigla 73, che sta per “Saluti”
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link