Inclusione e infrastrutture: come sono andati i Fisu Games

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Sono 27 i para-atleti che hanno preso parte per la prima volta nella storia ai Fisu Games di Torino 2025 nelle categorie Visually Impaired, Standing e Sitting. Provenienti da 13 delegazioni, tra cui quella italiana, si sono sfidati alla ricerca di una medaglia sulla pista Olimpica 23 di Melezet a Bardonecchia per le discipline del Para Alpine Skiing e al Pragelato Plan per il Para Cross-Country Skiing.

Nuovi orizzonti sportivi di integrazione e, allo stesso tempo, nuove esigenze, anche strutturali, per abbattere definitivamente le barriere. “Indipendentemente dalle Universiadi abbiamo messo in atto il Piano Peba per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Abbiamo ospitato due edizioni nazionali delle Special Olympics e quest’anno ospiteremo i Mondiali a marzo”, ha dichiarato la sindaca di Bardonecchia, Chiara Rossetti. I Peba, cioè i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, sono gli strumenti in grado di monitorare, progettare e pianificare gli interventi con l’obiettivo di rendere ottimale l’accessibilità agli edifici pubblici e agli spazi urbani.

Proprio Bardonecchia, insieme a Sestriere, sono le due località scelte per ospitare gli atleti paralimpici con disabilità motorie permanenti agli arti e ipovedenti. Rilevante la vicinanza con i luoghi delle gare, rispettivamente, di sci alpino e sci di fondo. A Bardonecchia è stato individuato il Villaggio Olimpico, progettato e rinnovato per ospitare gli atleti e le delegazioni dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006. Situato a pochi metri dall’impianto di risalita di Campo Smith, normalmente è un complesso alberghiero a tre stelle, dotato di tutti i servizi necessari all’accessibilità per tutti. Fa parte di una serie di strutture e accorgimenti che Bardonecchia ha messo in atto per abbattere tutte le barriere: “La regione Piemonte ci ha aiutato a redigere il piano e vedere quali interventi si possono fare. Verranno incentivati sia i pubblici che i privati per rendere la città sostenibile anche per quanto riguarda le barriere architettoniche”, ha concluso Rossetti.

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Vincenzo Genovese, il Games Service Director, ha assicurato che “l’accessibilità è garantita, in quanto tutte le strutture ricettive – dagli hotel ai ristoranti -, adibite all’ospitalità delle Universiadi, sono preparate a farvi accedere persone con disabilità”. È inoltre disponibile un “sistema di aiuto e supporto per tutta la movimentazione”. Per il trasporto degli atleti è stato fondamentale il contributo del Lions Club International: la più grande organizzazione di service al mondo, con 1.4 milioni di soci e progetti comunitari in oltre 200 Paesi. Il motto dei Lions è “Noi serviamo” e in occasione di queste Universiadi si sono messi a disposizione principalmente per chi necessita del trasporto in carrozzella per lo ski sitting. “Tutti gli impianti sportivi sono senza barriere architettoniche, quindi sono parzialmente accessibili per tutti”, ha concluso Genovese.

Cosa ne pensano gli atleti? È evidente la soddisfazione per come sono state rinnovate le strutture, così come la consapevolezza che, essendo la prima edizione davvero inclusiva, si tratti solo di un punto di partenza. “Sicuramente sulle piste hanno fatto un buon lavoro perché ci attacchiamo direttamente e in maniera molto semplice, anche il bar è accessibile. Dal punto di vista dell’hotel (a Bardonecchia, ndr) so che è stata adattato, io poi vado in giro con la protesi quindi sento un po’ meno le difficoltà. Per essere una struttura con i suoi anni, nonostante sia stata adattata, c’è la possibilità come sempre di fare meglio, ma non è male”, ha commentato Giorgio Napoli (categoria Standing).

Per Pragelato, Filippo Uber (categoria Standing) ha sottolineato la possibilità di parcheggiare vicino alla pista. Discorso leggermente diverso per Martina Vozza (categoria Visually Impaired), accompagnata dalla guida Ylenia Sabidussi: “Martina ha problemi di vista ma gira sempre con me, quindi per noi va bene tutto, ci adattiamo. Per quelli in carrozzina ci sono ascensori, rampe e gli impianti sono adeguati. Ovviamente c’è sempre di più da fare, ma intanto bisogna iniziare a farsi conoscere. Quando saremo più conosciuti sono sicura che avremo molta più voce in capitolo per far cambiare le cose. Per ora va bene così”.



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