Giubileo, a Roma si parte dalla Comunicazione. In sette parole

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 


Dal 24 al 26 gennaio si è svolto a Roma il Giubileo del mondo della Comunicazione, primo dei 37 grandi eventi giubilari che vedranno convergere nella capitale milioni di pellegrini da tutto il mondo. Una sorta di “prova generale” di adunanze ben più numerose, considerando che all’incontro con Papa Francesco in Sala Nervi, la mattina di sabato 25 gennaio, di comunicatori ce n’erano “appena” 5.000, provenienti da 138 paesi.

Il fatto che ad aver inaugurato gli eventi giubilari sia stata proprio la Comunicazione non è solo una coincidenza – se così si può chiamare – del calendario liturgico, che vede la memoria San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, cadere il 24 gennaio: è provvidenziale, infatti, che proprio da uno degli ambiti sociali più in difficoltà si sia aperto un Anno Santo all’insegna della speranza.

Ripercorriamo il primo evento giubilare con 7 parole chiave, in rigoroso ordine alfabetico.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Maria Ressa, giornalista premio Nobel per la pace nel 2021, ospite in Vaticano all’incontro con i comunicatori (25 gennaio 2025)

Coraggio. Seme di libertà

«È vero, per avviare i cambiamenti ci vuole coraggio. La parola coraggio deriva dal latino cor, cor habeo, che vuol dire “avere cuore”. Si tratta di quella spinta interiore, di quella forza che nasce dal cuore che ci abilita ad affrontare le difficoltà e le sfide senza farci sopraffare dalla paura.» (Discorso del Santo Padre ai partecipanti al Giubileo della Comunicazione)

Nell’ambito comunicativo (e giornalistico in particolare) la parola coraggio è spesso abbinata alla libertà. Libertà di parola, certamente, ma anche libertà di cuore. Una comunicazione priva di coraggio è, parafrasando il Papa, semplicemente inutile perché schiava di poteri che le tarpano le ali, le tastiere, la voce. Una parola, coraggio, che ha nel Premio Nobel Maria Ressa la sua icona. Ressa, ospite dell’incontro con i comunicatori in Sala Nervi sabato 25 gennaio, ha parlato a cuore aperto della sua esperienza di giornalismo libero che ne ha causato persino la prigionia. E ha offerto alcune concretissime chiavi di lettura per vivere, raccontare e presentare il coraggio.

L’incontro con i comunicatori in Sala Nervi, 25 gennaio 2025

Cuore. Il centro della persona

Se esistesse un Oxford dictionary per la Chiesa, cuore sarebbe la parola dell’anno. E il Papa lo ha scritto esplicitamente nel suo Discorso ai comunicatori: «In questi ultimi anni è stato dunque proprio il cuore a dettarmi la linea guida per la nostra riflessione sulla comunicazione», rivolgendo un appello alla «”liberazione” della forza interiore del cuore. Di ogni cuore!».

Il cuore rappresenta non soltanto la totalità della persona, ma anche la sede della coscienza, della vita. Il cuore di San Francesco di Sales – una cui reliquia era presente alla celebrazione penitenziale con i comunicatori di venerdì 24 gennaio in Laterano – invita ogni persona, compresi i comunicatori, a non operare “di pancia”, ma a entrare in sé stessi e scrutare la propria coscienza prima di ogni azione, foto, video o scrittura.

L’intervento dello scrittore Colum McCann, premio Terzani 2022, a Roma all’incontro con i comunicatori (25 gennaio 2025)

Dignità. Il bisogno di conoscersi

C’è comunicazione degna e c’è comunicazione indegna, fatta – quest’ultima – di titoli, aggettivi, descrizioni di fatti che non portano beneficio né alle persone coinvolte, né ai beneficiari della comunicazione stessa. Anzi, sono foriere di veleno, parassite capaci di soffocare nel pregiudizio qualsiasi germoglio di fiducia. Lo ha riassunto egregiamente lo scrittore Colum McCann, Premio Terzani 2022, intervenuto a sua volta all’incontro con i comunicatori in Sala Nervi il 25 gennaio, concludendo il suo discorso citando la necessità di conoscersi: «In quest’era esponenziale – ha detto McCann -, mentre le rotture si moltiplicano, l’essenza fondamentale della riparazione del mondo è che abbiamo bisogno di conoscerci a vicenda. Per conoscerci dobbiamo ascoltarci, dobbiamo comunicare».

Il cardinale Baldàssare (Baldo) Reina ha presieduto la Messa giubilare con i comunicatori nella memoria di San Francesco di Sales (24 gennaio 2025)

Disarmare. Parola di futuro

È la parola forte del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali 2025. «Ho già ribadito più volte la necessità di “disarmare” la comunicazione, di purificarla dall’aggressività». Un tema ribadito a fine messaggio, quando il Santo Padre ha esortato i comunicatori a «Essere testimoni e promotori di una comunicazione non ostile, che diffonda una cultura della cura, costruisca ponti e penetri nei muri visibili e invisibili del nostro tempo».

Il tema non è solo di pertinenza dei giornalisti, anzi: chiunque abbia in mano uno smartphone con un account su Facebook, Instagram o X può riconoscersi in questo invito al disarmo, un vero e proprio appello di pace. Lo ha ricordato il cardinale Baldo Reina durante la Messa di San Francesco di Sales in Laterano, nel corso del Giubileo della Comunicazione: «C’è una notizia – ha osservato il porporato, commentando il Vangelo “dell’adultera” -: una donna colta in flagrante adulterio, ma Gesù, proprio per disarmare l’informazione, proprio per essere lui per primo comunicatore di speranza ci offre una comunicazione mite, una comunicazione per nulla aggressiva ma che collabora con la verità».

Prestito personale

Delibera veloce

 

Giornalisti. «Siate veri»

Protagonisti principali, anche se non esclusivi, del Giubileo del mondo della Comunicazione sono stati i giornalisti. Di loro il Papa ha preso le difese, chiedendo «a chi ha potere di farlo che vengano liberati tutti i giornalisti ingiustamente incarcerati» e ricordando «nella preghiera tutti coloro che hanno sacrificato la vita in quest’ultimo anno, uno dei più letali per i giornalisti».

Il giornalismo è stato al centro dei numerosi eventi che si sono sviluppati a Roma nel corso del Giubileo della comunicazione. Appuntamenti diversi, soggetti diversi, provenienze diverse, ma un unico obiettivo: centrare la professione giornalistica sul valore della prossimità. «Lo studio e la riflessione – ha ricordato il Papa nel discorso ai comunicatori, rivolgendosi proprio ai giornalisti -, la capacità di vedere e di ascoltare; di mettervi dalla parte di chi è emarginato, di chi non è visto né ascoltato e anche di far rinascere – nel cuore di chi vi legge, vi ascolta, vi guarda – il senso del bene e del male e una nostalgia per il bene che raccontate e che, raccontando, testimoniate».

Non a caso, anche parlando a braccio Papa Francesco si è rivolto ai giornalisti ricordando loro che «Il vostro lavoro è un lavoro che costruisce: costruisce la società, costruisce la Chiesa, fa andare avanti tutti, a patto che sia vero».

I partecipanti all’incontro del Papa con i comunicatori in Sala Nervi, 25 gennaio 2025

Hopetelling. Raccontare le briciole di bene

La predicazione di Papa Francesco è notoriamente ricca di neologismi e questo primo grande evento giubilare non poteva essere da meno. «Il vostro storytelling sia anche hopetelling», ha detto il Papa rivolgendosi ai comunicatori. «Quando raccontate il male – ha spiegato -, lasciate spazio alla possibilità di ricucire ciò che è strappato, al dinamismo di bene che può riparare ciò che è rotto. Seminate interrogativi. Raccontare la speranza significa vedere le briciole di bene nascoste anche quando tutto sembra perduto, significa permettere di sperare anche contro ogni speranza».

Storie. Molecole della vita

«Se il mondo è costituito da molecole e atomi, è costituito anche da storie». Colum McCann, con il consueto stile asciutto, è andato al cuore del tema che ha contraddistinto Giubileo della Comunicazione: trovare e narrare storie. «Le storie rivelano il nostro essere parte di un tessuto vivo; l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri», ha ricordato il Papa. Perché la comunicazione non è solo informazione – e questa è cosa nota -, ma è anche racconto di bellezza. Il Vangelo è fatto di storie narrate, in fondo, che parlano di persone e di incontri. «In questo Giubileo faccio quindi un altro appello a voi qui riuniti e ai comunicatori di tutto il mondo: raccontate anche storie di speranza – ha concluso il Papa -, storie che nutrono la vita».

Giovanni Lesa, inviato a Roma

Contabilità

Buste paga

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link