La Fondazione Città del fanciullo si pone come un ponte fra scuola e lavoro per le nuove generazioni – .
Un viaggio tra i mille volti della «Chiesa in uscita», una comunità di fede con le porte aperte a quanti sono in cerca del senso della vita e sempre al fianco dei più fragili. È la nuova campagna della Cei “Chiesa cattolica italiana. Nelle nostre vite, ogni giorno”, che racconta una presenza fatta di piccoli gesti, di mani tese, di momenti di conforto che trasformano le difficoltà in speranza. Come una casa accogliente, una famiglia che unisce, una comunità che ascolta, la Chiesa risponde alle domande di chi ha bisogno di sostegno e di un punto di riferimento. Tante storie come quella che raccontiamo in questo articolo. La campagna ricorda l’impegno quotidiano dei sacerdoti e delle comunità loro affidate. L’azione visibile della Chiesa cattolica è un’opera corale per accompagnare la crescita umana e spirituale di ogni persona, senza smettere di offrire sostegno ai più vulnerabili.
«Non ho mai insegnato nulla ai miei studenti; ho solo cercato di metterli nelle condizioni migliori per imparare. Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino». È un celebre motto di Albert Einstein che oggi è lo slogan della Fondazione Città del Fanciullo Ets di Acireale (Catania), noto in particolare per il suo Carnevale, il barocco, le bellezze naturalistiche, la costa lavica e fino a pochi anni fa per le sue terme. La Fondazione Città del fanciullo Ets di Acireale, nata nel 1953, sospesa per alcuni anni e riavviata nel 2008, è un ente privato senza fini di lucro, iscritto al Registro unico nazionale del terzo settore (Runts) Sicilia, che opera per la promozione sociale e culturale e lo sviluppo del territorio. La sua missione si concentra principalmente sulla realizzazione di progetti destinati ai giovani, per favorire il loro inserimento nel mercato del lavoro e promuoverne la crescita umana e professionale. Un elemento distintivo della Fondazione è il legame con la comunità ecclesiale e civile, mantenuto vivo grazie alla presenza di sacerdoti all’interno del Consiglio di amministrazione.
Don Orazio Sciacca, classe 1992, è direttore della Pastorale giovanile e assistente del Coordinamento oratori della diocesi di Acireale (Corda), una Chiesa locale che conta 220mila abitanti, 111 parrocchie, 52 oratori estivi e 30 invernali. Don Orazio è anche docente nel Liceo delle scienze umane “Regina Elena” di Acireale. «Ogni giorno incontro giovani tra i 14 e i 19 anni – racconta don Sciacca – e li introduco alle attività della Fondazione, che collabora con vari istituti scolastici attraverso un approccio innovativo alla progettualità, sviluppando accordi con istituzioni locali, pubbliche e private. Tra gli altri, la Fondazione organizza Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto, ex Alternanza scuola-lavoro) per creare un ponte efficace tra scuola, mondo del lavoro e società»
Don Orazio Tornabene, invece, classe 1983, è direttore della Caritas diocesana e della Pastorale sociale e del lavoro, nonché tutor del Progetto Policoro. «Attraverso la Fondazione – precisa- stimoliamo i giovani verso l’autoimprenditorialità e la creatività, invitandoli a pianificare un futuro nel proprio territorio. Tuttavia, il fenomeno dello spopolamento è una sfida drammatica: molti giovani si trasferiscono al nord Italia durante o dopo gli studi universitari», spiega don Tornabene. «Il lavoro stagionale in agricoltura resta la principale attività, in particolare i vigneti nelle zone montane, ma domina la piaga del caporalato – prosegue il sacerdote –. Resiste il turismo nella zona di Catania e in quella ionica di Giarre con il porto. Per contrastare questa tendenza, organizziamo attività formative che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro. Purtroppo prevale l’assistenzialismo, con una subcultura nelle aree periferiche, dove non mancano problemi legati a tossicodipendenze e a ludopatia. Con i Centri di ascolto Caritas attivi online e in presenza vogliamo lanciare questa sfida di collaborazione tra pubblico, privato e comunità ecclesiale».
Dal 2008, la responsabile della formazione della Fondazione è la psicologa Marina Scandura. «Con le nostre attività – sottolinea – arricchiamo l’offerta territoriale di opportunità formative, promuovendo competenze specifiche e sensibilizzando i giovani su temi cruciali come innovazione e sostenibilità. Abbiamo espletato numerosi corsi – afferma – dal sociale (badanti, tutela dei minori), al turismo (guide naturalistiche), dalle tecnologie informatiche all’agricoltura sostenibile, dalle energie rinnovabili alla comunicazione giornalistica web, dal commercio (addetto vendite) al restauro del mobile, fino alla valorizzazione delle eccellenze del patrimonio enologico e gastronomico locale (granita, dolciumi, ricette della nonna e altro). Recentemente, abbiamo concluso un corso sulla sicurezza informatica e stiamo attualmente lavorando a un programma sull’agricoltura sostenibile e l’agroecologia. Inoltre, abbiamo lanciato una call for ideas per selezionare nuovi team di giovani da inserire nel ConLab di Acireale, uno spazio di coworking nato nel 2019 grazie a un accordo con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. L’obiettivo è promuovere la cultura dell’imprenditorialità e dell’innovazione».
Negli ultimi anni, la Fondazione ha esteso il proprio impegno anche ai più giovani, collaborando con gli istituti comprensivi del territorio per realizzare laboratori su educazione ambientale, comunicazione e promozione dei beni culturali. «Il nostro approccio mira alla crescita integrale della persona», conclude don Orazio Sciacca. Sebbene la maturità nella fede non sia l’obiettivo primario, la Fondazione adotta criteri di formazione cristiana, ispirandosi ai principi della Dottrina sociale della Chiesa. «In questo modo – conclude don Tornabene – cerchiamo di arginare la crisi del nostro tempo che è culturale e relazionale».
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