Addio a un passo dalla pensione

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


Gianna ne era sicura. Tazio era l’amore della sua vita. O meglio, quello era il sentimento che lei, una ragazza di ventidue anni alla sua prima esperienza, era sicura di provare per quell’uomo così straordinario. «Alla fine degli anni 70, le donne non potevano avere troppi dubbi sulle relazioni sentimentali – ci racconta la sessantaduenne ticinese che incontriamo in un caffè – una volta incontrato l’uomo che faceva battere il cuore, lo si sposava senza indugi con il benestare dei genitori». Pochi mesi dopo il loro primo incontro, Gianna convola a nozze con Tazio nel suo paesino d’origine, in Italia appena fuori dal vicino confine. Neppure il tempo di terminare la luna di miele, che lei è già una sposa da manuale: premurosa, attenta e soprattutto operosa, mentre Tazio si arrabatta con piccoli lavori. «Non avevo paura di rimboccarmi le maniche; come tutte le massaie, passavo le mie giornate a lavare, stirare, preparare pranzi e cene, a pulire con cura la casa; ciò malgrado la poca empatia dimostratami dalla suocera, una donna di ghiaccio con la quale fummo costretti a convivere perché i soldi erano pochi».

La trasferta in Ticino

Finalmente un giorno Tazio trova lavoro come insegnante qui da noi e i due giovani sposini traslocano al di qua del confine salutando la suocera. In Ticino gli stipendi sono migliori rispetto l’Italia. Tirano comunque la cinghia, ma Gianna è orgogliosa «di quest’uomo che si era dato tanto da fare per migliorare le nostre entrate».

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Dopo cinque anni di matrimonio, arriva la prima figlia. La seconda dopo nove. La loro è una coppia come tante altre, ma dietro le mura della loro casa succede qualcosa di insolito. Con il passare del tempo Tazio diventa sempre più assente e l’amore dei primi anni si trasforma in indifferenza. Ogni quindici giorni torna nel suo paese e quando è in casa si barrica nella sua stanza, lasciando fuori dalla porta il resto della famiglia.

La presa di coscienza

La coppia si sfilaccia. Malgrado ciò Gianna si comporta come se nulla fosse. Continua ad occuparsi con entusiasmo della casa, delle figlie, dei risparmi. Trova pure un lavoretto per arrotondare le entrate del marito. Cerca di garantire a tutti la normalità che non esiste più.

Il bubbone scoppia quando le due figlie, ormai adulte, escono di casa e lei apre gli occhi su ciò che non aveva mai voluto vedere: «Avevo sposato un misantropo non interessato alla vita a due». Si sente profondamente sola. Malgrado ciò tira avanti senza pensare all’abbandono del tetto coniugale. Le donne della sua generazione non lasciano il marito. La società non vede di buon occhio le donne divorziate.

L’ora della verità

Passano gli anni e le giornate per Gianna diventano sempre più lunghe e solitarie. Quelle rare volte in cui Tazio le rivolge la parola è solo per denigrarla. «Tu senza di me non saresti capace di far nulla» la martella con disprezzo quando la incrocia. Un misto di rancore e frustrazione si impossessa del suo cuore, ma non ha la forza di reagire.

Fino a quando, a sessant’anni suonati, decide di dire basta: se non vuole morire di inedia, lei con quell’uomo non deve più stare. «Ho preso il coraggio a due mani e ho comunicato a mio marito la decisione: «Voglio la separazione!». Non l’avesse mai detto! Tazio si dispera, promette di cambiare, «ma non era più possibile tornare indietro; qualcosa dentro di me si era finalmente spezzato per sempre».

Sono una donna fortunata

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Oggi Gianna vive sola in un bel appartamentino ed è finanziariamente indipendente, anche se in fase di divorzio ha scoperto che, mentre lei faceva salti mortali per tenere in piedi la famiglia, Tazio aveva utilizzato i risparmi pensionistici per acquistare di nascosto un terreno nel suo paese d’origine. «Non fa nulla, mi reputo comunque una donna fortunata; vivo con pochi soldi tuttavia sono una donna libera e ciò non ha prezzo».

Non solo Gianna

In Ticino storie di donne che dicono basta dopo i sessant’anni come Gianna, ce ne sono più di quanto si possa immaginare. «Se diversi anni fa il divorzio dopo gli anta non veniva neppure preso in considerazione anche perché era qualcosa di socialmente inaccettabile, ora l’approccio della collettività è cambiato e quindi le coppie over 50 non escludono più la separazione in caso di forte crisi» spiega l’avvocatessa Rosella Chiesa Lehmann, che abbiamo raggiunto nel suo studio a Mendrisio. I dati statistici (vedi grafico) mostrano che negli ultimi quattro anni in Ticino le persone che si dicono addio dopo più di venticinque anni di vita in comune – i famosi «Grey divorce» come i sociologi americani definiscono le separazioni tra persone in là con gli anni – non sono poche: in media un divorzio su quattro riguarda matrimoni di lunga data.

Il fallimento di un progetto di vita

Secondo l’esperienza dell’avvocatessa Chiesa Lehmann, spesso è la donna ad imboccare la strada del non ritorno «non perché ha in mente di risposarsi oppure perché agisce di impulso, bensì perché spesso si trova confrontata con un marito che, malgrado le tensioni, non ha il coraggio di prendere una decisione definitiva, perciò la rinvia all’infinito».

Dopo aver condiviso per decenni casa, letto, amicizie, gioie e fatiche, optare per lo strappo è sempre difficile e doloroso. «Poco importa chi prende l’iniziativa – puntualizza l’avvocatessa – il divorzio rappresenta un fallimento di un progetto di vita in cui marito e moglie hanno investito molto, non solo dal punto di vista affettivo. Interrompere una relazione quando ci sono figli oppure in presenza di una situazione finanziaria precaria diventa complicato e logorante per tutti e due».

Le difficoltà economiche

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Bisogna essere coscienti che oggi dal profilo giuridico le cose sono cambiate per le donne casalinghe. Alcune sentenze del tribunale federale dello scorso autunno hanno confermato le recenti modifiche della giurisprudenza in materia di divorzio. Se una volta il marito era chiamato a garantire all’ormai ex moglie casalinga lo stesso standard di vita fino all’età della pensione, ora le donne, una volta sciolto il matrimonio, devono dimostrare di fare di tutto per rientrare nel mondo del lavoro. L’ex marito non versa loro nulla più del dovuto. «Ed è qui che vediamo sorgere i problemi – spiega l’avvocatessa Chiesa Lehmann – perché se si tratta di una giovane che è stata lontana dal mondo del lavoro quattro anni è un conto, se invece parliamo di una over 50 che per decenni si è occupata soltanto della casa e della famiglia sacrificando la sua carriera, il suo reinserimento nel mondo professionale attuale diventa una missione quasi impossibile. Certo, se il reddito di suo marito è medio-alto, in fase di divorzio riuscirà ad ottenere un contributo alimentare che le permetterebbe di vivere dignitosamente senza mendicare lavoro alla sua età. Ma quando il reddito del coniuge è medio-basso la musica cambia. Per molte donne, dover pensare di far capo all’assistenza o alla complementare rappresenta un blocco psicologico quasi insormontabile».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link