Uniamo 25, la festa a Palermo con chef, vignaioli e bartender

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Con l’energia e il ritmo tipici di un assolo di buon jazz, Palermo per quattro giorni ha accolto la seconda edizione di Uniamo, kermesse che ha intrecciato sapori, colori e idee riunendo chef, produttori di vino e bartender in un mix di creatività e socialità.

Lorenzo Ruta, chef e patron di Lorenzo Ruta Ristorante a Modica (Ragusa) e Angelo Gennaro, chef pro tempore di Gagini Restaurant. (Foto di Daniele Ratti)

Lorenzo Ruta, chef e patron di Lorenzo Ruta Ristorante a Modica (Ragusa) e Angelo Gennaro, chef pro tempore di Gagini Restaurant. (Foto di Daniele Ratti)

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«Uniamo è l’ideale evoluzione di Not, fiera del vino naturale, che abbiamo organizzato fino a qualche anno fa» racconta Franco Virga, fondatore e promotore dell’evento, titolare con la moglie Stefania Milano dei ristoranti targati Virga&Milano. «Abbiamo voluto fare un salto di qualità mettendo insieme vino siciliano e cucina internazionale. Questa volta è accaduto solo nei locali del nostro gruppo, ma in futuro mi piacerebbe che partecipassero anche altre realtà della città. Si tratta di una manifestazione che crede nell’eccellenza, nel territorio e nelle cose belle e vogliamo condividerla con tutti».

Matteo Broccoli, chef di Salicornia di Pesaro, e Fabio Cardilio, chef di Buatta. (Foto di Viviana Tomasello)

Matteo Broccoli, chef di Salicornia di Pesaro, e Fabio Cardilio, chef di Buatta. (Foto di Viviana Tomasello)

Il cuore di Uniamo risiede dunque nella celebrazione delle eccellenze umane e professionali: «La finalità principale era quella di fare conoscere al pubblico di Palermo eminenze come Corrado Assenza e Jesús Dúron e personalità di spicco come Lorenzo Ruta, Matteo Broccoli, Andrea Marroni , autori di cucine che definirei pop e che possono cambiare la visione del classico fine dining. Nondimeno i nostri chef resident, Tiziana Francoforte, Fabio Cardilio e Angelo Gennaro, che hanno cucinato con loro, sono stati all’altezza creando piatti di grande interesse».

Tiziana Francoforte, chef di Aja Mola, e Jesús Dúron. (Foto di Daniele Ratti)

Tiziana Francoforte, chef di Aja Mola, Jesús Dúron. (Foto di Daniele Ratti)

Le quattro serate hanno offerto un susseguirsi di portate firmate da otto chef, tra cui Jesús Dúron, ex toque di Pujol Restaurant a Città del Messico, due stelle Michelin e nr. 33 del The World’s 50 Best Restaurants. Ogni cena ha messo in risalto collaborazioni uniche che hanno dimostrato quanto la cucina possa essere un linguaggio universale. Broccoli e Cardilio, al Buatta Cucina Popolana, hanno reinterpretato la cucina popolare con tecniche moderne, senza perdere di vista le radici; la creatività condivisa di Assenza, Ruta e Gennaro, al Gagini Restaurant, ha raccontato la Trinacria in maniera concreta ed elegante, infine Dúron, Francoforte e Gennaro, ad Aja Mola, hanno firmato in due serate due percorsi gastronomici in cui i sapori messicani si sono mescolati poeticamente con quelli siciliani. Golosi e divertenti le tapas e i drink di Maison Bocum che ha ospitato Andrea Marroni e Robi Tardelli, rispettivamente chef e bartender del ristorante Dabass di Milano
Le collaborazioni hanno messo in luce una grande abilità nel coniugare influenze locali e internazionali: ogni serata è stata una festa dell’enogastronomia e ha dimostrato che l’arte culinaria può essere non solo un piacere per il palato, ma anche uno strumento di unione e scambio culturale.

Andrea Marroni, chef del Dabass di Milano. (Foto di Daniele Ratti)

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Andrea Marroni, chef del Dabass di Milano. (Foto di Daniele Ratti)

Un dialogo tra culture, stili e sapori in una capitale del Mediterraneo: «Gli eventi in un territorio sono importanti se letti in chiave internazionale. – spiega Virga –  Chi vive in uno spazio e non si relaziona con il mondo spesso scade in una sterile autoreferenzialità. Viviamo a Palermo, ma dobbiamo confrontarci globalmente. Solo così potremo marcare il nostro posto nel mondo».

Robi Tardelli, bartender del Dabass di Milano. (Foto di Viviana Tomasello)

Robi Tardelli, bartender del Dabass di Milano. (Foto di Viviana Tomasello)

Un bel segnale per il comparto di Sicilia: eventi del genere sono essenziali per costruire una rete tra professionisti e rilanciare la scena enogastronomica. La crisi dell’alta ristorazione? Virga riflette: «Mi dispiace sicuramente da un punto di vista imprenditoriale, ma non sono stupito dalle notizie delle chiusure definitive. Tanti stanno cercando nuove strade e altri non hanno ancora idea di quale configurazione dare a un nuovo stile di fine dining. Ci sono tante cose che stanno cambiando nel segmento: è cambiata la forma, sono cambiati i contenuti e la gente è stanca di restare per quattro ore seduta a un tavolo. Credo che nella ristorazione oggi debbano esserci convivialità, condivisione, concretezza e allegria».

E il futuro? «Sto già pensando a Uniamo26. Mi piacerebbe invitare le persone nel mondo dell’enogastronomia di qualità con un approccio più divertente e più easy e vorrei trasformare l’evento in un movimento jazz, coinvolgendo ristoranti, osterie, enoteche, cocktail bar, gallerie d’arte». Così Uniamo25 ha lasciato il segno nel capoluogo siciliano: un’armonia di sapori, emozioni e culture che danza tra presente e futuro. La vera eccellenza nasce dall’incontro e dal desiderio di esplorare nuovi orizzonti. Allora sì che unirsi, oltre che piacere, diventa necessità.

Andrea Marroni, Corrado Assenza e Franco Virga. (Foto di Daniele Ratti)

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Andrea Marroni, Corrado Assenza e Franco Virga. (Foto di Daniele Ratti)





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