Quanto è sostenibile la spesa alimentare

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 





In fatto di cibo, ognuno di noi gioca la partita della sostenibilità in casa, limitando il più possibile lo spreco alimentare, e fuori dalle mura domestiche, per esempio quando facciamo la spesa al supermercato. Prestiamo attenzione alla sostenibilità dei prodotti confezionati che stiamo per mettere nel carrello? Controlliamo la presenza di certificazioni di sostenibilità sociale e/o ambientale? Siamo in grado di riconoscere il significato dei loghi e dei claim che si trovano sempre più spesso sulle confezioni dei cibi più disparati?

Attraverso  un questionario abbiamo interpellato sul tema i soci e i fan che fanno parte della nostra community di ACmakers. Le 1.000 risposte ricevute non hanno valore statistico, ma permettono di farsi un’idea se e quanto la sostenibilità stia guadagnando terreno tra le corsie dei supermercati.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

La qualità prima di tutto

Durante la spesa al supermercato, quello che la maggior parte degli ACmakers dell’inchiesta guarda più spesso sull’etichetta dei prodotti confezionati è la data di scadenza (e questo è un bene in chiave antispreco), poi la lista degli ingredienti (e questo è un bene per sapere esattamente ciò che si sta acquistando). Un’attenzione che pochi, invece, riservano anche ai loghi delle certificazioni. Eppure per ora restano lo strumento più comodo e rapido  per sapere se un prodotto è più o meno sostenibile, cioè se rispetta determinati requisiti etici/ambientali di produzione e/o commercializzazione.

Che l’impatto etico e/o ambientale di un prodotto non sia ancora in cima alla lista delle preoccupazioni di chi sta facendo la spesa è dimostrato anche dal fatto che i principali criteri che guidano nella scelta di un prodotto sono la qualità e la sicurezza. Poi la salute, il prezzo e il packaging. E la sostenibilità? Per i nostri ACmakers arriva dopo.






Eppure, dall’inchiesta emergono anche segnali incoraggianti. Quasi la metà degli ACmakers, per esempio, assicura di aver modificato il proprio stile di vita nell’ultimo anno nel segno di una maggiore sostenibilità.






Tra i cambiamenti adottati da chi ha fatto questa scelta: il risparmio sui consumi di energia e acqua, un minore uso dell’auto, la riduzione e la differenziazione dei rifiuti. Sul versante alimentare: l’impegno a ridurre gli sprechi in cucina, l’acquisto di prodotti stagionali e a km 0, la riduzione del consumo di carne, ma anche la scelta di prodotti certificati.

I loghi alimentari sono il primo criterio per valutare la sostenibilità di un prodotto

I loghi delle certificazioni alimentari e i claim in etichetta non guidano ancora le scelte d’acquisto al supermercato, ma sono comunque il parametro più utilizzato dagli ACmakers per giudicare la sostenibilità dei cibi confezionati.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 






Gli intervistati attribuiscono alle certificazioni un ruolo centrale nella tutela dei lavoratori e dell’ambiente. Ma riconoscono anche le proprie responsabilità e, sul fronte ambientale, ritengono che i comportamenti individuali siano più determinanti della presenza di loghi sui prodotti.

Oltre ai loghi e ai claim in etichetta, il secondo criterio utilizzato dagli ACmakers per giudicare la sostenibilità di un prodotto è, a sorpresa, il materiale degli imballaggi (è riciclato/riciclabile?), che considerano più importante in termini di sostenibilità rispetto agli ingredienti con cui è stato realizzato il prodotto.

Tra i marchi di sostenibilità, piace il “bio”

Non tutti i loghi che si trovano sui prodotti alimentari confezionati certificano la loro sostenibilità e non tutti i marchi di sostenibilità sono noti o “sostenuti” in modo consapevole.

La maggioranza degli ACmakers ben conosce il marchio “da agricoltura biologica” e ha acquistato almeno una volta prodotti con questa certificazione”. Piuttosto noti sono anche i marchi Altromercato (certificati WFTO), Rainforest Alliance e Fairtrade: quasi la metà del campione dichiara di aver acquistato prodotti con uno di questi loghi.

Le varie certificazioni per il pesce e per i prodotti del mare, invece, sono decisamente meno famose. Quasi la metà degli intervistati sostiene di non aver mai comprato prodotti ittici certificati… oppure lo ha fatto senza saperlo. Il logo “Dolphin safe”, per esempio, è presente in tantissime referenze di tonno in scatola, un prodotto con una penetrazione veramente molto alta nelle famiglie italiane.

Tra le altre certificazioni, vincono i marchi d’origine

Anche i cibi accompagnati da marchi e loghi che definiscono alimenti adatti a particolari regimi dietetici non sembrano godere di una grande popolarità.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Gli alimenti certificati “per vegani e vegetariani”, per esempio, sono stati acquistati solo da circa un terzo del campione, quelli con il logo della spiga barrata (senza glutine, destinati ai celiaci) solo da un quarto, quelli adatti a regimi dietetici che rispondono a dettami religiosi (come Halal e Kosher) ancora meno.

Sul versante opposto, grande successo per i marchi di origine, non legati alla sostenibilità ma alla qualità del prodotto. Ben quattro intervistati su cinque  conoscono e acquistano prodotti DOP o IGP.

Grande attenzione alla sostenibilità del packaging

Sull’etichetta degli alimenti possono esserci anche loghi (come PFEC e FSC) che non certificano la sostenibilità del prodotto, ma del materiale con cui è fatto il suo packaging. Un aspetto, quello dell’impatto ambientale degli imballaggi, verso cui gli ACmakers dimostrano di essere molto sensibili. Come abbiamo già accennato, infatti, quando valutano la sostenibilità di un cibo confezionato molti intervistati guardano più al materiale del packaging che agli ingredienti. La quasi totalità del campione, infatti, ha acquistato cibi confezionati in plastica riciclata e oltre la metà ha messo nel carrello prodotti con il marchio FSC, una delle certificazioni che attesta la gestione sostenibile delle foreste.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Prestito personale

Delibera veloce

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link