La missione del cardinale prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, inviato pontificio nel Paese del Medio Oriente per incontrare i fedeli e il clero dell’area
Stefano Leszczynski -inviato in Siria
Venerdì è stata una giornata di festa per i cristiani di Damasco, dove è giunto nel pomeriggio l’inviato pontificio, il cardinale Claudio Gugerotti. “Porto l’abbraccio e la vicinanza di Papa Francesco a tutti i cristiani della Siria”, ha esordito il porporato di fronte ai fedeli che gremivano la Chiesa latina di San Paolo nel quartiere di Bab Touma. “Il Papa conosce le vostre sofferenze e vuole che sappiate che vi è vicino. Cristiani di Siria, non lasciatevi vincere dalla paura. Io sono con voi.” Un messaggio che è risuonato forte e commovente, ancor più perché pronunciato nel lugo del martirio degli undici Santi di Damasco canonizzati lo scorso ottobre in Piazza San Pietro.
Difficoltà economiche
Il popolo siriano sta vivendo questo inizio del 2025 confrontandosi con difficoltà economiche e sociali di cui non si riesce ancora a intravedere una soluzione. Nella nuova Siria del dopo Assad i salari ancora non vengono pagati, mentre il carovita continua a crescere. Una spirale che rende arduo parlare di speranza, di coraggio, di futuro.. La Siria rimane una delle situazioni umanitarie più complesse al mondo. Milioni di bambini e famiglie continuano ad affrontare condizioni terribili in un contesto di instabilità. L’Unicef stima che 16,7 milioni di persone abbiano bisogno di assistenza umanitaria. Mentre più di 7 milioni di persone sono ancora sfollate. La crisi economica del paese ha spinto in povertà più dell’85% delle famiglie.
L’importanza dei giovani
Padre Firas Lutfi, parroco della chiesa latina di San Paolo e Superiore dei Francescani della capitale, sottolinea il ruolo importantissimo dei giovani nella ricostruzione del paese, “ma prima devono sentire che la pace e la sicurezza sono stati conquistati. Non si può dire a questi giovani: restate a casa vostra se non li si aiuta, creando opportunità di lavoro e di crescita umana. Il processo di ricostruzione che il paese attende deve diventare anche un’opportunità per incentivare il ritorno di quelli che sono andati via”.
Spopolamento cristiano
Il tema dello spopolamento delle comunità cristiane della Siria è molto sentito dai rappresentanti di tutte le confessioni. I numeri dei fedeli sono crollati negli ultimi dieci anni e questo deve spingere tutti i cristiani a sentirsi ancora più uniti, come ha sottolineato il prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, cardinale Gugerotti, incontrando in questa prima giornata siriana il Patriarca greco-melkita d’Antiochia e di Tutto l’Oriente, S.B. Joseph Absi. A lui e al suo clero Papa Francesco ha inviato il proprio fraterno abbraccio con un messaggio non fraintendibile: “Non vi abbandoneremo”. Rispondendo alle domande del clero greco-melkita, l’inviato del Papa, ha assicurato il pieno sostegno della Santa Sede e del Dicastero nelle attività pastorali, non solo in Siria, ma anche presso le comunità dei tanti fedeli che nel corso degli anni sono emigrati.
Emergenza profughi
Tra i temi che suscitano maggiori incertezze emerge in particolare quello del rientro dei profughi che negli ultimi 13 anni hanno trovato riparo nei paesi confinanti, soprattutto in Libano. Qui l’Unhcr stima una presenza di circa due milioni di siriani, anche se per la maggior parte dei profughi cristiani le destinazioni sono state differenti.La speranza diffusa è che ci voglia ancora del tempo per porre le condizioni adatte a convincere le persone che il rientro in Siria sia una strada percorribile.
Le tante incognite
Tuttavia, anche di fronte a tante incognite una delle richieste dei cristiani della Siria è quella di non essere più definiti minoranze, un termine che non si addice a chi si considera parte integrante del tessuto storico, sociale e istituzionale del paese. Il ruolo che i cristiani rivendicano nella rinascita della Siria di domani è completo e attivo. Un atteggiamento non solo coraggioso, ma condiviso anche dalla maggior parte della società civile musulmana.
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