Cinque falsi miti sul vino smontati da un esperto

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Cinque falsi miti sul vino smontati da un esperto – Il mondo del vino è ricco di tradizioni, regole non scritte e convinzioni tramandate, alcune delle quali risultano essere vere e proprie falsità. Eric Asimov, rinomato critico di vini del New York Times, ha recentemente affrontato cinque miti molto diffusi, proponendo un’analisi approfondita e motivata per sfatarli. L’occasione per questa riflessione è nata durante una cena a New York, dove un gruppo di sommelier e ristoratori d’alta cucina ha mostrato, con esempi pratici, come molte credenze legate al vino siano prive di fondamento.

Asimov sottolinea che affrontare queste convinzioni errate non è soltanto un esercizio di stile: tali idee, se non corrette, possono limitare il piacere e la comprensione che si possono trarre da una buona bottiglia.

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I vini dolci non si abbinano ai cibi salati

Uno degli errori più diffusi è la convinzione che i vini dolci non siano adatti ad accompagnare pietanze sapide. Molti li associano a prodotti di bassa qualità o a quelli esclusivamente liquorosi, come il Riesling dolce o i vini da dessert. In realtà, spiega Asimov, un vino dolce può creare un connubio straordinario con il cibo salato, a patto che sia ben bilanciato da una sufficiente acidità.

L’equilibrio tra dolcezza e acidità è fondamentale: un Riesling di alta qualità o un Vouvray possono regalare un’esperienza gustativa unica, con una freschezza che elimina qualsiasi sensazione di pesantezza. Questo contrasto crea un effetto armonico e raffinato, dimostrando che non bisogna giudicare un vino dalla sua dolcezza.

La temperatura del vino non conta

La temperatura è spesso trascurata, ma può fare una grande differenza. I ristoranti tendono a servire i vini bianchi troppo freddi e i rossi eccessivamente caldi. Se da un lato una temperatura molto bassa può mascherare le imperfezioni di un vino bianco mediocre, dall’altro può penalizzare una bottiglia di pregio, rendendola meno complessa.

Per apprezzare al meglio un buon vino bianco, è consigliabile tirarlo fuori dal frigorifero almeno mezz’ora prima di servirlo. Quanto ai vini rossi, l’espressione “a temperatura ambiente” risale a un tempo in cui le abitazioni erano più fresche rispetto a oggi. Di conseguenza, un vino rosso contemporaneo può risultare troppo caldo se non leggermente refrigerato: bastano 10-15 minuti in frigorifero o in un secchiello con ghiaccio per migliorare significativamente la degustazione.

Rosso con la carne, bianco con il pesce

Questa regola, seppur radicata, è ormai superata. Sebbene possa essere un punto di partenza per chi è alle prime armi, esplorare accostamenti diversi è fondamentale per scoprire nuove combinazioni. Ad esempio, il Pinot Nero è un compagno ideale per il salmone, il tonno e persino il polpo, mentre un Syrah della Valle del Rodano può esaltare il gusto del pollo.

Il vero segreto è abbinare il vino non solo al tipo di proteina, ma anche al metodo di cottura e agli ingredienti usati. Così, una pietanza a base di pesce con salse ricche e speziate potrebbe trovare nel vino rosso un alleato perfetto, sfatando il mito del bianco come unica scelta possibile.

Solo le annate migliori valgono l’acquisto

La fissazione per le annate considerate eccellenti è spesso esagerata. Per chi acquista vino come investimento, può avere senso scegliere bottiglie di annate particolarmente pregiate. Tuttavia, per chi desidera consumare il vino entro pochi anni, non è sempre necessario puntare sui millesimi più celebrati.

Asimov cita l’esempio di due vini della Côte-Rôtie, uno del 2010 (un’annata straordinaria) e uno del 2011 (meno rinomata). Contrariamente alle aspettative, quello del 2011 si è rivelato più pronto e piacevole da bere. Questo dimostra che le annate meno blasonate possono offrire grandi soddisfazioni, senza dover aspettare anni per raggiungere la maturità ottimale.

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Il vino rosso è sempre la scelta migliore con il formaggio

L’idea che il formaggio richieda esclusivamente vino rosso è ormai obsoleta. Secondo Asimov, i vini bianchi spesso si abbinano meglio, grazie alla loro acidità e freschezza, che contrastano la grassezza del formaggio. Tuttavia, non bisogna escludere il vino rosso a priori: alcune combinazioni possono ancora risultare eccellenti.

L’importante è scegliere con cura il vino in base al tipo di formaggio. Un formaggio stagionato e intenso potrebbe richiedere un rosso corposo, mentre un formaggio fresco e cremoso potrebbe sposarsi meglio con un bianco aromatico o un vino spumante.

Eric Asimov, con la sua esperienza e competenza, ci invita a superare pregiudizi e luoghi comuni legati al vino. Ogni bottiglia ha una storia da raccontare, e solo mettendo da parte le regole rigide possiamo davvero apprezzarne le sfumature. Sperimentare, ascoltare il proprio gusto e abbandonare idee preconcette è la chiave per vivere un’esperienza enologica autentica e appagante.



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