Arrestati ex sindaco e assessore e sequestro dello stadio C. Alvaro

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Procura della Repubblica presso il tribunale di Locri

SAN LUCA – La procura della Repubblica presso il tribunale di Locri e i carabinieri hanno comunicato che è stata eseguita una ordinanza cautelare applicativa di misure personali e reali, con gli arresti domiciliari per l’ex sindaco e un assessore “pro tempore” del Comune di San Luca, in provincia di Reggio Calabria. Obblighi di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria per quattro dirigenti della locale squadra di calcio; anche una misura interdittiva per la Asd San Luca 1961 e il sequestro preventivo dello stadio comunale C. Alvaro. Nel corso delle prime ore di sabato 25 gennaio 2025, i carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a un’ordinanza dispositiva di misure cautelari personali e reali, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Locri (RC), su richiesta della procura della Repubblica di Locri, nei confronti dell’ex sindaco e di un assessore “pro-tempore” (con delega alle opere pubbliche, urbanistica e cooperazione) del Comune di San Luca, i quali hanno retto i rispettivi incarichi, nel corso del mandato elettorale compreso tra maggio 2019 e giugno 2024, e che, appunto, sono stati posti agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.

Reati di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici

Al contempo, i carabinieri hanno notificato la misura dell’obbligo di dimora, cumulata con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, ad altri quattro indagati, in qualità di dirigenti della società calcistica “A.S.D. San Luca 1961”, che, a sua volta, è stata raggiunta dal provvedimento interdittivo di revoca della concessione dello stadio comunale “C. Alvaro”, impianto sportivo che, sempre con lo stesso provvedimento del Gip, è stato sottoposto a sequestro preventivo. Gli indagati debbono tutti rispondere, in concorso tra loro e con riferimento alle condotte delittuose contestate nelle rispettive incolpazioni, del reato di turbata libertà degli incanti e, con riguardo agli amministratori ”pro-tempore” del Comune di San Luca, dei reati di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici, certificati e autorizzazioni amministrative, nonché, limitatamente alla posizione dell’ex primo cittadino, di apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo, in relazione alle disposizioni in materia di pubblica sicurezza, condotte di reato, commesse a partire dal mese di agosto 2022 sino al gennaio 2024, tutte correlate a due distinte vicende inerenti, la prima, all’assegnazione di spazi pubblici presso l’Area Mercatale del Santuario di Polsi e, la seconda, alla concessione alla “A.S.D. San Luca 1961” dello stadio comunale “C. Alvaro”.

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Luogo storicamente legato alla ‘Ndrangheta nazionale e internazionale

Le indagini, dirette dall’Ufficio giudiziario e condotte dalla stazione carabinieri di San Luca, attraverso l’acquisizione e l’analisi di copiosa documentazione, opportunamente corroborata da un’ampia piattaforma di intercettazioni ambientali audio e video, traggono lo spunto iniziale da alcuni controlli amministrativi nei confronti di esercizi commerciali svolti, nel mese di settembre 2022, in occasione della c.d. “Fiera della Montagna”, indetta dal Comune di San Luca, presso il Santuario della Madonna di Polsi. Il santuario aspromontano, importante luogo di culto mariano, è anche noto come luogo storicamente legato alla ‘Ndrangheta nazionale e internazionale, che vi annette un rilevantissimo valore simbolico, come ampiamente riscontrato in sede processuale e nel corso di numerose, e anche recenti, inchieste giudiziarie. In questo contesto, gli approfondimenti eseguiti dai carabinieri hanno permesso di disvelare la sussistenza di una vera e propria intesa collusiva tra l’Amministrazione comunale, nelle persone del sindaco e dell’assessore ”pro-tempore”, e i commercianti presso l’Area Mercatale del Santuario di Polsi, avendo il menzionato assessore, responsabile della procedura di assegnazione degli spazi pubblici destinati alla vendita di articoli religiosi, alimenti e bevande durante la tradizionale ricorrenza religiosa del mese di settembre, anche con il concorso dell’ex sindaco (al quale è ascritta la condotta delittuosa oggetto di specifica incolpazione), e ricorrendo alla costituzione di atti falsi, rilasciato illegalmente (in totale carenza di istruttoria, di graduatorie e, finanche, in assenza delle istanze dei beneficiari), con elusione delle procedure previste dal bando di gara – indetto e volutamente mai portato a termine -, molti titoli autorizzativi al commercio, in favore di soggetti legati o contigui alla criminalità organizzata sanluchese, quasi tutti colpiti da sentenze di condanna passate in giudicato, oppure attinti da misure di prevenzione e antimafia e che, proprio in ragione dei loro trascorsi, non avrebbero mai potuto ottenere legittimamente le concessioni in parola.

Un bando di gara appositamente predisposto nel corso di più incontri

Parallelamente, le indagini hanno consentito di censire un’ulteriore intesa delittuosa, intercorsa tra i medesimi amministratori comunali e i dirigenti della società di calcio “A.S.D. San Luca 1961”, militante all’epoca dei fatti, nel campionato di calcio di serie D. Nella circostanza, le intercettazioni hanno permesso di ricostruire, in dettaglio, le varie fasi preparatorie e il suo successivo concretizzarsi, tra il mese di novembre 2023 e il gennaio 2024, dell’accordo fraudolento finalizzato a far ottenere in concessione alla “A.S.D. San Luca 1961” lo stadio comunale “C. Alvaro”, eludendo, anche in questo caso, le procedure previste dalla legge (la cui corretta applicazione, avrebbe dovuto imporre, invece, la tassativa esclusione della società sportiva dall’affidamento del bene, a causa delle plurime e gravi inadempienze contrattuali commesse negli anni precedenti): ciò attraverso la predisposizione di un bando di gara, appositamente predisposto nel corso di più incontri, tenuti negli uffici comunali tra sindaco, assessore e rappresentanti della squadra, durante i quali venivano pattuite le clausole e stabiliti i successivi passaggi formali da adottarsi (in chiara violazione dei principi di trasparenza e buon andamento della Pubblica amministrazione e delle regole di concorrenza e libero mercato) affinché la predetta A.S.D. potesse aggiudicarsi nuovamente il godimento dell’impianto, a condizioni economiche d’indebito vantaggio e con spese interamente a carico dell’Ente e dei suoi contribuenti.

Attestato falsamente l’avvenuto riscontro dell’agibilità dell’impianto sportivo

Nello stesso frangente, al fine di permettere alla squadra di allenarsi e di continuare a giocare il campionato alla presenza del proprio pubblico pagante, sono state rilasciate illegittimamente, procurando alla predetta ADS un ingiusto vantaggio economico, diverse autorizzazioni, nelle quali è stato attestato falsamente l’avvenuto riscontro dell’agibilità dell’impianto sportivo. L’ordinanza che ha applicato le misure cautelari personali e reali, e a cui è stata data esecuzione, ha riconosciuto sussistente la gravità indiziaria rispetto a tutte le ipotesi di reato prospettate dalla procura. Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari, gli indagati sono assistiti dalla presunzione di non colpevolezza fino a una eventuale condanna definitiva.

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