Diminuiscono le rapine, ma aumentano gli incendi auto dolosi e resta forte l’incidenza dei furti, in un territorio in cui si fa ancora sentire la pressione della Scu. Il procuratore generale facente funzioni, Giovanni Gagliotta, ha fornito uno spaccato della criminalità nel Brindisino, nella sua relazione redatta in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025, che si è svolta stamattina presso la Corte d’appello di Lecce. Anche nel 2024 sono stati inflitti duri colpi alla Scu, ma il sodalizio mafioso mostra “allarmanti segnali di ripresa, in concomitanza con la già avvenuta o imminente scarcerazione di alcuni capi storici, all’esito dell’intervenuta espiazione di pena”.
La presenza della Scu
Da non trascurare, in particolare, la ripresa delle attività estorsive, finalizzate a finanziare il traffico di sostanze stupefacenti, che rimane florido. La presenza della Scu, in particolare, si è sentita a San Vito dei Normanni e San Pietro Vernotico, dove si registra una “situazione allarmante”. I segnali “inquietanti” di ripresa delle dinamiche mafiose, del resto, sono testimoniati dalla lunga scia di attentati incendiari e dinamitardi che nel 2024 hanno attanagliato le vie di San Pietro Vernotico, dove, così come a San Vito dei Normanni, c’è stata una ferma risposta da parte dello Stato. Basti pensare che il Comune della fascia sud del Brindisino è tuttora presidiato con un massiccio spiegamento di forze dell’ordine.
Rapine in calo, incendi auto in aumento
Per quel che attiene la criminalità extra Scu, resta la piaga dei furti, soprattutto in appartamento e di autoveicoli. Quest’ultimi, come dimostrato da una recente operazione dei carabinieri, spesso “appannaggio di gruppi organizzati – si legge nella relazione di Gagliotta – che si avvalgono della collaborazione di soggetti specializzati che operano fuori provincia e che talora danno luogo a richieste estorsive nella forma del ‘cavallo di ritorno‘”. In forte riduzione, invece, il numero di rapine. Questo lo si evince dal fatto che nelle festività natalizie, in tutta la provincia, non si è registrato un solo assalto armato ai danni delle attività commerciali. Se non è un record, poco ci manca, in un territorio che proprio a dicembre, storicamente, era soggetto a un’impennata di rapine.
Destano forte allarme, invece, gli incendi d’auto. Il fenomeno, ormai da mesi, sembra fuori controllo. Soprattutto nel capoluogo non passa settimana in cui non si registri almeno un rogo doloso. Nella maggior parte dei casi si tratta di atti “di tipo ritorsivo”, spiega il procuratore generale, ma “spesso non si individua il movente”.
Piaghe usura e sfruttamento braccianti
Altra piaga atavica è quella dell’usura. Su questo fronte si denunciano “poche denunce ed il fenomeno, come per gli anni passati, deve ritenersi ampiamente sottostimato”. Non si ha un quadro chiaro neanche del fenomeno dello sfruttamento dei lavori stranieri e italiani, in agricoltura. Il fenomeno è presente. L’attenzione delle forze dell’ordine è alta, ma le “emergenze investigative non sono sufficientemente rappresentativa della diffusività del fenomeno”.
Per il resto: “elevato il numero di reati di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori”; “stabili quelli di natura tributaria”; “non elevato ma significativo il numero dei reati di bancarotta”. “Riguardo ai reati contro la pubblica amministrazione – si legge nella relazione – di difficile emersione sono risultati i reati corruttivi”.
“Industrie potenzialmente inquinanti”
Il procuratore generale allarga l’orizzonte anche allo scenario industriale, che è caratterizzato “dalla presenza di industrie potenzialmente inquinanti, in particolare una centrale elettrica a carbone”. “Vero è che è in atto un progetto di transizione dalle attività potenzialmente inquinanti verso la green economy – chiarisce Gagliotta – ma la sua attuazione sembra ancora di non prossimo ed agevole compimento”.
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