Flussi di cocaina e confische di carichi: sono entrambi da record. Lo scrive il giornale russo Izvestia, che riporta i dati del Servizio doganale russo: dall’inizio della guerra nel 2022 fiumi di polvere bianca si sono riversati nella Federazione. Oltre 5 tonnellate dello stupefacente – valore: 350 miliardi di rubli, quasi tre miliardi e mezzo di dollari – sono state confiscate tra il 2023 e 2024 in Russia. Si tratta di quantità dieci volte superiori a quelle in circolo negli anni che precedono l’avvio del conflitto e anche il conflitto è tra le cause di questi nuovi picchi.
Il porto di Odessa era uno degli hub attraverso cui transitava verso altre sponde e frontiere la cocaina dal Sud America, ma rimane sotto fuoco ormai da tre anni. Per questo i trafficanti hanno deviato le rotte e scelto nuovi snodi per trasporti e spostamenti. Camuffata tra la frutta e nelle sculture di ceramica, la cocaina ora viaggia ora su camion che non sempre si intercettano.
Nascosti in un carico di frutta, 200 chili di cocaina sono stati scovati dalle forze dell’ordine russe nel 2023: la droga in arrivo dall’America latina la trasportava un gruppo criminale di San Pietroburgo, poi finito in manette. Nel porto della città, negli anni passati, quattrocento chili di cocaina erano stati trovati su una nave cargo in arrivo dall’Ecuador. Nel 2024 è stato annunciato dall’Fsb – servizi russi – l’arresto di membri del cartello colombiano di Cali: trasportavano 570 chili di coca, del valore di 55 milioni di dollari. La droga colombiana, trasferita dal Perù in Russia, era destinata al mercato europeo secondo gli agenti di Mosca, che hanno effettuato il sequestro solo un giorno dopo la confisca di uno dei più grandi laboratori di cocaina in Ue in Portogallo.
Aumentano le quantità, ma non i consumatori in Russia. Non solo per le pene severissime inflitte a chi la vende o a chi ne fa uso, non solo per prezzi proibitivi e attitudine culturale: la cocaina non è popolare in Russia, ma transita attraverso il suo territorio verso altri mercati e Paesi. L’allarme comunque non riguarda solo la Russia: dal 2022 è stato globale, secondo l’Onu, l’aumento della produzione di cocaina (più 24%).
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