Truffe agli anziani, i nuovi trucchi. L’ultima “moda” sono i falsi carabinieri

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«Buongiorno, sono il maresciallo Ugo Rossi dei carabinieri di Bolzano. C’è un’operazione di polizia in corso, ci serve la vostra collaborazione». L’ultima trovata dei truffatori è mettersi nei panni delle forze dell’ordine: uno stratagemma messo in scena ripetutamente negli ultimi mesi. A inizio dicembre gli impostori in divisa si sono manifestati in Alto Adige. Il finto maresciallo ha provato a ingannare due ultraottantenni e una 66enne di Egna. Ha chiesto a tutte e tre di fornire le loro generalità, poi ha fissato un appuntamento per farsi consegnare una somma di denaro con la scusa di farsi aiutare in un’azione contro inesistenti malviventi. Ma le tre donne non se la sono bevuta e hanno chiamato i carabinieri, quelli veri. Il capitano Federico Seracini, comandante della Compagnia di Egna, ha spiegato: «Il modus operandi del tentativo di truffa è nuovo nel suo genere in Alto Adige, questa truffa infatti segue uno schema ben preciso. Il truffatore, spacciandosi per un pubblico ufficiale, chiama la vittima con un pretesto urgente, spesso legato a situazioni di pericolo o emergenze familiari».

Un copione recitato anche in altre parti d’Italia: nello stesso periodo a Oristano un sottufficiale fasullo aveva chiamato un’anziana per chiederle denaro in cambio della liberazione del figlio, a suo dire rinchiuso in caserma e disperato per aver ucciso con l’auto una donna incinta. Il raggiro è stato però scoperto e due campani sono finiti in manette. Il 9 gennaio i carabinieri di Spinazzola, vicino a Barletta, hanno arrestato un 28enne napoletano: spacciandosi pure lui per maresciallo dell’Arma, aveva convinto una donna a consegnare 30 mila euro in monili d’oro a titolo di “cauzione” per liberare il marito: «Ha investito una persona, è trattenuto qui in caserma». Il 18 gennaio due coniugi di Bagni di Lucca sono invece stati contattati da due “funzionari della Questura” che, con il fraudolento pretesto di smascherare un direttore di banca infedele, li avevano convinti a presentarsi presso una filiale della zona per effettuare un bonifico civetta di 12 mila euro. La coppia, comprensibilmente spaventata dal contenuto della chiamata, si era presentata presso la banca per effettuare il bonifico, salvo poi avere dei dubbi e chiamare la centrale operativa dei carabinieri, che sono subito intervenuti e hanno sventato il tranello, revocando anche il versamento. I truffatori diventano sempre più scaltri, usando anche trucchi banali ma efficaci. Invitano infatti la vittima di turno a chiamare il 112 per avere conferma di quanto sta accadendo. Ma poi non chiudono la linea e rispondono loro stessi, confermando la storiella. Ci sono poi i falsi avvocati, specializzati nel minacciare guai giudiziari.

A Cernusco sul Naviglio un paio di settimane fa un 31enne si era visto chiedere 1.400 euro per far ritirare una denuncia a suo carico, in cui veniva accusato di aver inviato messaggi compromettenti a una 13enne. Ma dopo il bonifico il giovane si è rivolto ai carabinieri, che hanno arrestato il 44enne beneficiario della somma. Il business della truffa è insomma sempre più florido, soprattutto quello che prospera online. Nel 2024 la Polizia postale ha trattato 18.714 casi, contro i 16.325 del 2023: un aumento del 32%. Lievitato anche il malloppo, passato da 137 a 181 milioni. A conferma dell’emergenza ci sono le oltre 82 mila segnalazioni pervenute al Commissariato online, in gran parte riguardanti proprio le truffe digitali. Con esiti a volte drammatici: a novembre una 56enne si gettò da un viadotto in Toscana dopo essere stata truffata da un sedicente broker che usava una finta piattaforma di trading online. L’ultima frontiera, inquietante, arriva però dagli Usa: alcuni criminali usano l’intelligenza artificiale per imitare la voce dei bambini in nuove truffe di cosiddetti “rapimenti virtuali”. Il distretto scolastico di Peekskill, nello Stato di New York, ha lanciato un avvertimento alle famiglie: l’IA generativa è sfruttata per falsificare le voci dei bambini, fingendo che siano stati rapiti, per estorcere denaro ai genitori. I campioni, dicono gli esperti, possono essere prelevati dai feed dei social media e poi riprodotti ad arte. L’Fbi, a dicembre, aveva lanciato un’allerta identica: attenzione, perché la voce artificiale può “imitare” tranquillamente un parente in situazione di difficoltà. Da noi non ci sono ancora arrivati, ma è bene tenere alta la guardia.





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