Salvini trova poltrone per deputati trombati

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Nell’organismo istituito al ministero dei Trasporti usato in Manuale Cencelli. Ci sono due ex deputati, Baldelli (Forza Italia) e Boniardi (Lega) e una candidata non eletta, Ansalone (Fratelli d’Italia) con compensi tra 40mila e 50mila euro all’anno

Anche sulle multe stradali c’è la longa manus dell’amichettismo della destra. Garantendo poltrona e compenso ai dirigenti di partito rimasti fuori dal parlamento. Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini ha firmato il decreto che istituisce l’osservatorio nazionale sulle sanzioni, in realtà atteso da più di un anno, dall’approvazione del decreto PA.

I compensi all’osservatorio

La spartizione degli incarichi è stata certosina. Nessun tecnico, solo politici ripescati dalla maggioranza. I nominati sono infatti Simone Baldelli, ex vicepresidente della Camera e deputato per quattro legislature di Forza Italia, Fabio Massimo Boniardi, fedelissimo di Salvini ed ex parlamentare della Lega nella scorsa legislatura, e Dalila Jolanda Ansalone, volto rampante di Fratelli d’Italia in Emilia-Romagna e candidata non eletta alle politiche del 2022 nelle liste del partito di Giorgia Meloni.

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L’organismo prevede che i componenti restino in carica per 4 anni con una dotazione economica complessiva di 150mila euro per garantire il funzionamento del meccanismo, comprese le retribuzioni per chi fa parte dell’osservatorio. Per il presidente Baldelli sono previsti 50mila euro (lordi) all’anno, mentre per Boniardi e Ansalone è stabilito un compenso di 40mila euro annui.

Al momento le mansioni sono astratte. La principale funzione è quella di elaborare una relazione annuale sui dati relativi «agli incidenti stradali e alla regolarità e trasparenza nell’utilizzo dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie e nell’uso dei dispositivi elettronici di controllo della velocità (gli autovelox, ndr)». E dovrà poi interfacciarsi con le amministrazioni, ma con poteri limitati.

Nomine di ex

Il presidente dell’osservatorio sarà dunque Baldelli, senza dubbio il più titolato per l’incarico. L’ex parlamentare di FI ha fatto della battaglia sulle multe un marchio distintivo.

Nelle scorse legislature ha presentato varie interrogazioni, sulla destinazione delle risorse provenienti dalle sanzioni, specie degli autovelox, per denunciare il rischio che potessero diventare una sorta di bancomat per le amministrazioni locali. Sul tema ha pubblicato anche il libro, Piovono Multe. La sua è stata una scelta naturale.

Dal curriculum del leghista Boniardi emerge una situazione diversa: a Montecitorio ha cambiato varie commissioni, dalla giustizia alla difesa passando per gli affari costituzionali.

In precedenza è stato assessore allo sport del comune di Bollate, in provincia di Milano, e poi assessore alla sicurezza a Garbagnate Milanese. Non c’è traccia di questioni relative ai trasporti o di sicurezza prettamente stradale.

Di professione è imprenditore ed è di sicuro un fedelissimo di Salvini. Il suo nome è diventato noto alle cronache per la perquisizione nella Boniardi grafiche, l’azienda di famiglia, nell’ambito dell’inchiesta sui 49 milioni di euro della Lega cercati dai pm.

Boniardi non è stato mai indagato, ma gli inquirenti cercavano materiale nei suoi uffici nell’ambito di quel procedimento. Ed è stata necessaria l’autorizzazione del parlamento. Era finito fuori dai radar, ma la pazienza è stata premiata con il ruolo all’interno dell’osservatorio sulle sanzioni.

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La beniamina di FdI

A completare il trio c’è Ansalone, profilo in grande ascesa dentro Fratelli d’Italia in Emilia-Romagna, molto apprezzata dall’attuale capogruppo alla Camera di FdI, Galeazzo Bignami e vicina all’eurodeputato meloniano, Stefano Cavedagna, che in quella regione sono i punti di riferimento del partito. Alle ultime politiche Ansalone ha sfidato nel collegio uninominale di Bologna l’ex sindaco della città, Virginio Merola.

Una missione impossibile: il distacco dal rivale è stato di quasi venti punti percentuali. Ma è stata utile per fare esperienza in una campagna elettorale, dopo la scalata dentro Azione universitaria – il braccio universitario della destra – e l’elezione a consigliere di Quartiere (l’equivalente di un consigliere municipale) a Santo Stefano, a Bologna. Molti danno per certo un posto per lei nel prossimo parlamento, con una candidatura molto più agevole.

Nell’attesa di un futuro radioso, può mettere piede in una struttura ministeriale. Dove Bignami è ancora “di casa”, avendo lasciato l’incarico da poco.

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