Ci sono storie nell’imprenditoria italiana che sembrano il soggetto di un film di Hollywood. Soprattutto quelle che partono da una piccola avventura e poi si trasformano in qualcosa di grande. Meglio ancora se come protagonista abbiamo una giovane coppia, nella vita e nel lavoro, che coltiva un sogno che sembra irrealizzabile e lo trasforma in una meravigliosa realtà. È il caso di Silvia Sperduti e Michele Pepponi (ceo del gruppo) e della loro creatura, Enoteca La Torre Group. Tutto inizia con un ristorante nel viterbese, non esattamente l’ombelico del mondo, che grazie al loro lavoro si trasforma in un brand ormai conosciuto a livello internazionale, un ambasciatore dell’Italian Style ristorativo, dell’eleganza nell’accoglienza. Con loro ripercorriamo la storia di questo che, anche se loro puntano molto al low profile, è a tutti gli effetti un percorso straordinario. La cosa divertente è il loro perfetto affiatamento anche nelle risposte, il modo in cui si dividono i ruoli.
Enoteca La Torre, un mosaico di eccellenza
Cosa è esattamente oggi Enoteca La Torre?
Michele Pepponi: Un bellissimo mosaico, composto da molti pezzi. Enoteca La Torre Fiume, Enoteca La Torre Tritone ed Enoteca La Torre Villa Laetitia, il nostro due stelle Michelin, tutti a Roma. A Capalbio (Gr) ha invece sede il nostro beach club La Dogana by Enoteca la Torre e questi sono i ristoranti del gruppo. Un ruolo rilevante ha poi la sezione catering e non dimenticherei le Eat Me Box.
Michele Pepponi e Sivlia Sperduti
Una bella galassia di attività che, immaginiamo, richieda una squadra numerosa.
Silvia Sperduti: Ormai sono oltre 150 le persone che lavorano con noi in modo continuativo. Alle quali vanno aggiunte quelle che completano il team in situazioni particolari, soprattutto sul versante eventi. Con figure che fanno parte della nostra famiglia da anni, come Domenico Stile, Rudy Travagli e Alessandro Nocera, tridente d’attacco di Villa Laetitia. Francesco Rivoglia, il nostro Executive Chef del catering. Poi ci sono quelli che ormai giocano titolari già da tempo, mi riferisco a Ricardo Takamitsu, Tritone e prossimamente alla Dogana dove interpreta un ruolo di primo piano Luca Morroto. E infine l’ultimo arrivato, Giordano Corsini, impegnato nella cucina di Enoteca La Torre Fiume.
La sala di Enoteca La Torre – Prati
Una gioiosa macchina da guerra, come l’avrebbe definita un politico d’antan, che sembra produrre ottimi risultati. Come è andato l’anno che si è appena concluso?
Michele Pepponi: Il 2024 è stato un anno di consolidamento importante, a mio avviso il vero primo anno di recupero dopo la pandemia che ha avuto un impatto forte sulle economie del gruppo. Abbiamo chiuso con un bilancio record di oltre 16 milioni, frutto anche del successo ottenuto da alcuni investimenti, Tritone e Fiume in primis.
Silvia Sperduti: Diciamo che abbiamo surfato sull’onda lunga del finale del 2023, chiuso con la Ryder Cup, sicuramente l’evento più grande al quale abbiamo mai partecipato, una iniziativa per la quale erano in gara i più importanti catering al mondo. Ma vorrei dire che il 2024 è stato anche un anno di grande soddisfazione in termini di riconoscimenti. A partire da Villa Laetitia che non solo ha confermato le due stelle Michelin e le Tre Forchette del Gambero ma è salita di posizioni anche nelle valutazioni dell’Espresso, è entrata nelle primissime posizioni di 50 Top Luxury. Il catering ha ottenuto a sua volta dei premi. E poi ci sono i riconoscimenti individuali: Rudy Travagli è stato premiato dalla Guida dell’Espresso come Miglior Sommelier dell’anno. Per non parlare di Domenico Stile che a Villa Laetitia, nonostante la giovane età. Continua a mietere successi e che è ormai da tempo entrato nel gotha della grande cucina.
Michele Pepponi: Ne stai dimenticando uno, Silvia. Il premio Anna Dente che hai ricevuto tu per l’imprenditoria al femminile.
Silvia Sperduti: No, non lo dimentico perché mi ha fatto molto piacere. Volevo fossi tu a ricordarlo (ridono, ndr).
Enoteca La Torre, le prospettive per il futuro
E per il 2025 cosa bolle in pentola?
Michele Pepponi: Intanto lavorare sodo per consolidare i risultati ottenuti. Puntare sulla differenziazione delle diverse realtà ristorative che fanno parte del gruppo: il fine dining di Villa Laetitia, la tradizione italiana di Fiume, la fusion di Tritone, la poliedrica proposta de La Dogana. Senza dimenticare l’importanza strategica, anche sotto il profilo economico, costituita dalla sezione catering. Mondi diversi ma con il comune denominatore di una ricerca costante dell’alta qualità.
Silvia Sperduti: E non dimenticherei le Eat Me Box che io chiamo “le mie scatoline magiche”. Che sono nate durante il Covid non solo per rispondere alle esigenze della nostra clientela ma anche per dare a noi e a tutta la squadra una spinta, un incentivo a non mollare in un periodo di estrema difficoltà. E che ora rappresentano un’altra voce attiva nella proposta del nostro brand, al punto che stiamo lavorando per aprire un primo flagship store cui, probabilmente, ne seguiranno altri. Luoghi belli e stimolanti nei quali proporre le oltre 200 tipologie di confezioni “firmate” Eat Me Box.
Il Risotto ai limoni di Enoteca La Torre
Che quindi traslocano, per così dire, dalla sede di via Sabotino.
Silvia Sperduti: Sì, abbiamo pensato che fosse giunto il momento di trovare nuovi spazi. Decisione nata anche dall’esigenza di concedere a Ricardo Takamitsu la possibilità di dedicarsi a Enoteca La Torre Tritone che è in crescita esponenziale. E, soprattutto, di concentrarsi su…
Michele Pepponi: (ridendo, ndr) Stop, questa la voglio raccontare io, perché il Beach Club de La Dogana ha un posto speciale nel mio cuore ed è un luogo che, anche grazie alla sua bellezza, sin dall’inizio ha avuto un grande successo. L’intento quindi è quello di insistere su quelle che sono le sue caratteristiche, con Luca Morroto al timone della cucina centrale. Ma con l’innesto, nella bella stagione, di Ricardo (Takamitsu, ndr) che avrà un ruolo centrale in questo progetto. Uno spazio totalmente autonomo di espressione, che si chiamerà Doganino, che offrirà agli ospiti la possibilità di scegliere tra due offerte diverse oppure, per chi lo desidera, di provarle entrambe per un’esperienza indimenticabile dove anche musica e intrattenimento avranno il loro peso specifico.
L’intervista è giunta alla sua conclusione ma abbiamo un’ultima domanda: esiste una formula in grado di garantire successo in questa difficile attività che vi vede impegnati?
Entrambi: Sappiamo che sarebbe bello rispondere parlando di fantasia, genialità, carisma e cose del genere. In realtà questi elementi, per quanto affascinanti e di grande appeal, rappresentano il 10% del bagaglio necessario ad affrontare un lavoro complicato e spesso faticoso. Il restante 90% lo fanno il duro lavoro, sacrificio, pianificazione e una buona dose di resistenza e di passione.
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