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I consumi in Italia: l’insostenibile leggerezza dei redditi

Già nel 2023 i consumi delle famiglie avevano registrato una leggera crescita in termini reali, pari a +1,0% rispetto al 2022, e contribuivano per il 57,3% alla formazione del Pil. Secondo l’ultima indagine del Censis, il 45,7% delle famiglie dichiara consumi in aumento nel corso del 2024 rispetto all’anno precedente, ma per il 54,6% i risparmi sono diminuiti e il 36,3% si trova in una situazione analoga a quella dell’anno precedente: sol il restante 9,1% ha aumentato la quota del risparmio. Le disuguaglianze tra le famiglie sono evidenti. Il 79,5% delle famiglie con un basso livello socio-economico segnala una contrazione dei risparmi e solo l’1,4% ha visto un loro aumento, contro rispettivamente il 40,1% e il 16,7% delle famiglie a livello medio-alto.

Nella precedente rilevazione di aprile 2024, il 69,6% dei risparmiatori di fronte a crisi globali e densa incertezza pensava fosse meglio investire su strumenti finanziari italiani. Ne sono più convinti l’81,9% con la licenza media, il 73,8% dei diplomati e il 60,5% dei laureati. Il 48,6% dei risparmiatori per investire in Italia accetterebbe rendimenti minori. L’opzione Italia è probabilmente una risposta psicologica rassicurante anche oggi di fronte alle nuove paure globali.

Paure globali, rialzo dei tassi e livello del debito pubblico da finanziare potenziano l’attrattività dei titoli pubblici. Tra i risparmiatori pronti a investire in strumenti finanziari, il 41,3% vorrebbe farlo in Titoli di Stato, il 37,7% in Fondi comuni di investimento, il 28,3% in Buoni postali di risparmio, il 26,8% in obbligazioni, il 23,9% in polizze assicurative.

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Rapporto Censis: la casa

La proprietà della casa sotto pressione. Il 78,9% degli italiani è convinto che in passato fosse più facile acquistare una casa. A pensarlo sono: il 79,1% degli anziani, il 78,9% degli adulti, il 78,5% dei giovani, il 77,6% dei redditi bassi e il 71,8% dei redditi più alti. L’82,2% dei proprietari di casa pensa che i costi di gestione e manutenzione siano diventati eccessivi (lo afferma l’88,8% dei redditi bassi e il 75,6% di quelli più alti). Il 69,3% teme tasse più alte sulla casa, compresa una patrimoniale. Inoltre, cala il valore delle abitazioni: tra il 2° trimestre 2014 e il 2° trimestre del 2024 è diminuito in termini reali del 16,8%. È quanto emerge dal 3° Rapporto Federproprietà-Censis «Agenda 2024-2030. La transizione abitativa: la casa possibile», realizzato in collaborazione con Cdp Real Asset Sgr (Gruppo Cassa Depositi e Prestiti), Fimaa Italia e Locare srl.

Legge Salva Casa: più favorevoli che contrari ma ancora molti indecisi. Il 44,5% degli italiani esprime un giudizio positivo sulla Legge 105/2024, detta Salva Casa, il 31,3% un giudizio negativo e il 24,2% non ha un’opinione al riguardo. E se il 37,9% degli italiani è convinto che questa legge sia utile per l’economia e la società italiana, il 32,4% non è convinto di ciò e il 29,7% non si esprime in proposito. Tuttavia, il 26,7% dichiara esplicitamente di aver realizzato piccole migliorie in casa che potrebbero beneficiare della semplificazione di sanatoria prevista dalla Legge Salva Casa.

Sì alla Casa Green ma… Il 67,6% degli italiani pensa che rendere la propria casa meno energivora (con cappotto termico, caldaie a basso impatto, ecc.) sia una necessità e non più una scelta e l’81,7% pensa che farlo ne può incrementare il valore. Il 44,7% dei proprietari di casa è pronto a spendere per interventi di efficientamento energetico, mentre il 37,3% non lo è e il 18,0% è indeciso. L’84,0% degli italiani però teme che gli interventi di efficientamento energetico possano costare troppo, timore condiviso dall’88,3% dei redditi bassi e dall’81,3% dei più alti. L’88,2% degli italiani è convinto che le famiglie debbano avere supporto pubblico nel fronteggiare le spese per la più alta sostenibilità della propria abitazione.

Gli effetti delle locazioni per turisti: affitti sempre più alti e comuni sempre meno vivibili. Il 37,2% degli italiani ritiene che le locazioni turistiche, comunemente definite «affitti brevi per turisti», abbiano un impatto negativo sulla vita sociale ed economica dei comuni italiani, il 37,6% non condivide questa opinione, il 25,2% è indeciso. Il 46,8% ritiene che le locazioni turistiche stiano trasformando in peggio i luoghi che frequenta, il 27,3% non concorda con questa valutazione e il 25,9% è indeciso. Inoltre, il 44,4% ha notato un aumento del valore delle locazioni, che attribuisce alla tendenza ad usare le case per il mercato delle locazioni per turisti.

Il Social Housing: una buona soluzione ancora troppo poco conosciuta. Il 28,6% degli italiani sa cos’è il Social Housing e il 5,7% lo conosce in modo preciso. Tra coloro che sanno cosa sia, lo ritengono una valida soluzione abitativa il 74,4% in via temporanea e il 43,7% in modo permanente.

Parliamo allora di Social Housing nel 2025?

Il Social Housing in Italia si è sviluppato come risposta alle crescenti esigenze abitative di categorie sociali che non rientrano nei criteri per l’assegnazione di alloggi popolari ma che, al contempo, trovano difficoltà ad accedere al mercato immobiliare privato a causa di costi elevati. Il concetto di Social Housing in Italia si è radicato nel contesto del dopoguerra, con interventi di edilizia popolare finalizzati a rispondere alle emergenze abitative. Negli anni successivi, l’edilizia pubblica ha visto un progressivo declino in termini di investimenti e capacità di rispondere alle esigenze della popolazione, aprendo la strada a modelli alternativi come il Social Housing.

Sviluppo normativo:

    • Legge n. 865/1971: Questa legge ha introdotto strumenti per favorire l’edilizia residenziale pubblica, ponendo le basi per un modello di intervento pubblico-privato.
    • Legge n. 431/1998: Ha ridefinito il mercato degli affitti e introdotto il concetto di locazione a canone calmierato, un elemento chiave per il Social Housing.
    • Piano Casa (2009-2014): Ha previsto interventi per incentivare il recupero e la riqualificazione di immobili inutilizzati o sottoutilizzati per scopi abitativi..
    • FIA (Fondo Investimenti per l’Abitare): Creato da Cassa Depositi e Prestiti, è uno strumento centrale per finanziare progetti di Social Housing in Italia
    • Modelli di intervento:
      • Edilizia a canone calmierato: Affitti a prezzi inferiori rispetto al mercato, destinati a famiglie con redditi medio-bassi.
      • Co-housing: Spazi abitativi condivisi che promuovono la collaborazione tra residenti.
      • Riqualificazione urbana: Recupero di edifici dismessi per uso abitativo, con attenzione alla sostenibilità ambientale.



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