Anno Giudiziario, arriva Nordio I magistrati disertano

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di Antonio Manzo

Sarà proprio domani, sabato, che nella storia repubblicana i magistrati italiani, a Napoli in particolare, daranno vita alla più clamorosa delle proteste abbandonando l’aula per la presenza del ministro Carlo Nordio all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Il ministro di Giustizia arriva fresco dell’approvazione alla Camera del disegno di legge costituzionale presentato dal presidente del consiglio Meloni e da lui stesso sulle norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare. Principale oggetto della legge è la separazione delle carriere dei magistrati. L’unica sorpresa sarà tutta napoletana. Il procuratore della Repubblica Nicola Gratteri tiene con il fiato sospeso il ministro della Giustizia e i suoi colleghi magistrati. “Vedremo se uscirò dall’aula, oppure no”. Il super procuratore della Repubblica ci sta ancora pensando e riflettendo, se vuole fare più notizia con la sua assenza o con la sua presenza. Vedremo se anche lui ci aiuterà a dire quel che sosteniamo da anni su questo giornale con un grido solo: Nordio resisti mutuando il verbo dall’infausto grido dei tempi di Mani Pulite lanciato dall’allora procuratore della Repubblica ai Milano Francesco Saverio Borrelli resistete, resistete, resistete. E Nordio forte del tenace segno zodiacale dell’Acquario (il 7 febbraio prossimo celebra il suo compleanno) resiste incurante persino della sopraggiunta senile resipiscenza dell’eroe della stagione di Mani Pulite. Sì, perché Antonio Di Pietro il pm superpoliziotto ha già pronunciato il suo verdetto d’accordo con il ministro di giustizia per la separazione delle carriere. I “pentiti” Di Pietro e Palamara Nordio sarà il primo ministro di Giustizia della lunga storia repubblicana ad essere così clamorosamente contestato dai magistrati italiani che non hanno mai abbandonato la liturgia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario neppure al tempo di Palamara d.C. quando l’Italia scoprì il verminaio della giustizia italiana su pentimento postumo del potente presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati. I magistrati italiani , dandosi per scontata l’approvazione finale della proposta della separazione delle carriere dei magistrati, si preparano sin d’ora ad un referendum facendo leva sull’articolo 138 della Costituzione. Ma Nordio resiste e difende la sua proposta di legge con parole chiare, inappuntabili. Dicendo che “nel sistema attuale il pubblico ministero è già un superpoliziotto. Con l’aggravante che godendo delle stesse garanzie del giudice esercita un potere immenso senza alcuna reale responsabilità”. Non deve esistere, per il ministro, il rischio del pm super poliziotto che troneggia nei processi dove le indagini sono addirittura create ad arte attraverso la cosiddetta clonazione del fascicolo, svincolata da qualsiasi controllo, che può sottoporre una persona a indagini che sono occulte, eterne e creano disastri. “Inchieste inventate dai pm” Aggiunge Nordio alla Camera. “Pensiamo a quante inchieste sono state inventate e si sono concluse con l’assoluzione perché il fatto non sussiste e sono costate milioni di euro”. Aggressione alla magistratura? “Abbiamo abrogato l’abuso d’ufficio, cambiato la prescrizione e stiamo cambiando le intercettazioni”. Renzi alleato di Nordio Indipendentemente dal voto della maggioranza di Governo espresso anche in nome del sogno di Berlusconi, al Senato il ministro Nordio ha incrociato l’intelligenza politica di Italia Viva con le parole di Matteo Renzi che ha voluto spiegare il garantismo non come concetto-fisarmonica ma scelta ideale distante anni luce dall’abbandono della sinistra del retaggio storico per la difesa dei diritti di libertà. Arriva Nordio e i magistrati sono in fuga. Poi, tutti fuggono. Tranne quelle detenute che debbono vigilare i bimbi costretti pure loro a crescere dietro le sbarre. Nordio resisti e ora spariglia il campo. I tuoi alleati ti applaudono ora è il tempo di osare e, con voce forte e chiara, prova con l’amnistia a ridare dignità all’uomo. Nordio resisti, ha dimostrato che non è un politico da piccole preoccupazioni, noiose e infestanti, ma uomo dei grandi drammi sullo scenario esistenziale con lo strappo profondo per un sussulto di civiltà.

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