Pichetto: “Italia pronta a rientrare nel nucleare, entro 2027 testo e programma”. Dl Nucleare a Palazzo Chigi. Scoppia Green Gate: lobby green pagate da Commissione Ue

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Pichetto: “Italia pronta a rientrare nel nucleare, entro 2027 testo e programma”. Dl Nucleare a Palazzo Chigi. Scoppia un nuovo caso in Ue: il Green Gate: lobby green pagate da Commissione. La rassegna Energia

Tutto è pronto per il ritorno del nucleare in Italia, la fonte energetica più demonizzata nel nostro Paese. Il nucleare non sostituirà le rinnovabili “ma le completerà assicurandoci un mix energetico equilibrato e sostenibile”. Entro il 2027 vedranno la luce sia il Testo Unico sia il programma nazionale. A dirlo è Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in un’intervista a Il Sole 24 Ore. Intanto, la legge che aprirà la strada per il ritorno della produzione di energia elettrica nucleare in Italia è approdata a Palazzo Chigi per l’approvazione. Il prossimo step è l’analisi nel primo Consiglio dei Ministri. I quattro articoli che compongono la norma prevedono, tra le altre cose, lo sviluppo degli small modular reactors e l’istituzione dell’Autorità di Sicurezza Nucleare. Scoppia uno nuovo scandalo a Bruxelles: il Green Gate. La Commissione europea ha utilizzato i fondi Ue del programma Life (oltre 5 miliardi di euro) per finanziare una rete di Ong con lo scopo di promuovere le politiche green dell’ex commissario Frans Timmermans, secondo quanto ha detto l’eurodeputato olandese popolare Dirk Gotink a Il Foglio. La rassegna Energia.

PICHETTO: “ITALIA PRONTA A RIENTRARE NEL NUCLEARE, TESTO UNICO E PROGRAMMA ENTRO 2027”

“«L’Italia è pronta a rientrare nel nucleare che rappresenta una scelta cruciale che non andrà a sostituire le rinnovabili ma le completerà assicurandoci un mix energetico equilibrato e sostenibile. È una mossa che non possiamo più rimandare e ho sentito la responsabilità di dotare il Paese degli strumenti affinché l’Italia non sprechi l’occasione di giocare da protagonista una partita che nei prossimi decenni sarà fondamentale per la decarbonizzazione e la sicurezza degli approvvigionamenti». Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (…) Un tema, quello del costo dell’energia, «su cui l’attenzione del governo è massima», ribadisce ricordando che l’esecutivo è già al lavoro su ulteriori misure sia a livello europeo che nazionale. Così il ministro ed esponente di Forza Italia ha appena firmato lo schema del disegno di legge delega in quattro articoli, predisposto dal gruppo di lavoro coordinato dal giurista Giovanni Guzzetta, i cui contenuti anticipa in questa intervista al Sole 24 Ore. «Ho appena trasmesso il testo al Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della presidenza del Consiglio dei Ministri che farà le sue valutazioni, a valle delle quali lo schema di Ddl arriverà sul tavolo di uno dei prossimi Consigli dei ministri. I tempi dipenderanno dall’esame del Dagl, ma confido che ciò avvenga nel giro di quindici giorni». (…) andrà in parallelo con la definizione di un programma nazionale finalizzato allo sviluppo della produzione di energia da fonte nucleare che concorra alla strategia di raggiungimento degli obiettivi di neutralità carbonica al 2050. È un percorso a tappe che credo arriverà a traguardo per la fine del 2027″, si legge su Il Sole 24 Ore.

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“Abbiamo visto che fine ha fatto in Europa il cosiddetto “ambientalismo ideologico” su temi che toccano la carne viva dei cittadini, come i provvedimenti su auto e case green. Alla fine è prevalso il realismo. Così ritengo che sarà anche per il nucleare green di nuova generazione. I giovani sono in gran parte favorevoli. (…) il ritorno al nucleare dovrà servire, non solo a sostenere gli obiettivi della decarbonizzazione, ma anche ad abbassare i costi dell’energia. Per ridurre i quali, però, nell’immediato stiamo lavorando a misure strutturali in ambito europeo su cui abbiamo già in corso interlocuzioni con la nuova Commissione. Nel frattempo, non escludo anche interventi a livello nazionale. (…) In questo momento il dibattito sulle possibili opzioni è aperto e vogliamo garantirci un margine ampio d’azione. Per cui spetterà ai decreti attuativi, che dovranno essere adottati entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge delega, dettagliare le strade da intraprendere man mano che emergeranno i contorni delle sperimentazioni in corso. (…) La sperimentazione, la costruzione e l’esercizio di impianti, nonché le opere connesse, saranno soggetti a procedimenti abilitativi integrati di competenza del mio ministero, nel rispetto delle attribuzioni dell’Autorità per la sicurezza nucleare che sarà chiamata a coordinare l’intera materia, assorbendo le funzioni dell’Isin (l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione). E questi procedimenti rappresenteranno una variante ai vigenti strumenti urbanistici, proprio con l’obiettivo di accelerare gli iter, tenendo conto anche del lavoro che sta portando avanti l’Europa su questo fronte. (…) Diciamo che occorrerà coordinarsi con l’Europa perché il licensing incide molto sui costi di un reattore, quale che sia la tecnologia prescelta, e quindi un’eventuale standardizzazione delle prime fasi del percorso abilitativo rappresenterebbe un importante traguardo per tutti gli Stati membri impegnati in questa partita”, continua il giornale.

“In questo momento stiamo sostenendo tutte le produzioni di energia elettrica, dal fotovoltaico all’eolico e abbiamo anche un mercato delle capacità che supporta il termoelettrico. Perciò è possibile che, almeno nella fase di spinta iniziale al mercato, possano essere necessari degli incentivi a sostegno sempre nell’ottica di avere, a valle, un’energia decarbonizzata e a prezzi competitivi. Ma tutto ciò non impone che questi sostegni debbano andare in bolletta. (…) Spetterà ai decreti attuativi definire le condizioni per l’identificazione dei siti che, come recita anche lo schema di Ddl, potranno essere anche quelli che ospitano i vecchi impianti nucleari – per i quali, sia chiaro, è previsto lo smantellamento definitivo – e che hanno delle caratteristiche importanti, a cominciare dalla connessione con la rete elettrica.
(…) Nel provvedimento si ribadisce che bisognerà accelerare affinché si arrivi alla definitiva cesura rispetto al passato. Perché non ci saranno più grandi centrali sul territorio come quelle che abbiamo visto in funzione fino al referendum. (…) l nucleare sostenibile di oggi rappresenta una delle fonti energetiche più sicure e pulite. E, dunque, non è tecnologicamente comparabile con quello al quale, anche a seguito del referendum, il Paese aveva rinunciato. (…) A me preme ribadire la netta discontinuità con il passato. Dopodiché se ci saranno richieste in tal senso saranno esaminate dall’organo preposto che è la Corte Costituzionale, ma il percorso che stiamo portando avanti non è assolutamente in contrasto con i precedenti referendum. Insieme al capitolo dell’informazione, sarà però necessario strutturare anche un altro binario fondamentale. (…) Penso a tutta la partita della formazione che è un elemento fondamentale e che, insieme alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica, rappresenta uno dei pilastri su cui dobbiamo lavorare da subito perché bisogna rivitalizzare e potenziare le competenze per rientrare nel nucleare.(…) nello schema di provvedimento si ipotizza anche il ricorso ad accordi, convenzioni e programmi con gli istituti di formazione per soddisfare il fabbisogno informativo. (…) Nel Pniec ipotizziamo di arrivare sino al 22% del nostro mix energetico. Si tratta di uno scenario di previsione che confermo, anche alla luce del percorso che stiamo avviando con la legge delega e che tiene dentro anche un’ipotesi di apporto dalla fusione nucleare, i cui tempi affinché diventi un’alternativa commercialmente valida risultano più lunghi di quelli della scissione. (…) Sul deposito è in corso un approfondimento e dovremmo valutare attentamente obiettivi e tempistica. Ciò detto, stiamo lavorando al rinnovo degli accordi con i Paesi ai quali abbiamo trasferito temporaneamente parte dei nostri rifiuti radioattivi”, si legge sul quotidiano.

LE 4 REGOLE SUL NUCLEARE APPRODANO A PALAZZO CHIGI

“Un provvedimento di legge di quattro articoli per consentire la produzione di energia elettrica nucleare in Italia. A renderlo noto è il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, annunciando l’invio alla presidenza del Consiglio di «uno schema di disegno di legge sul nucleare, per essere iscritto all’esame del primo Consiglio dei ministri utile». Tocca, dunque, a un ministro di Forza Italia come Pichetto Fratin riannodare il percorso nucleare italiano (…) soluzioni e tecnologie nuove. A cominciare dallo sviluppo e l’utilizzo di piccoli reattori modulari (small modular reactors), utilizzando tecnologia di terza e quarta generazione. A indicarlo è uno dei quattro articoli del testo, trasmesso ieri dal ministro al Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi, per ottenerne il via libera prima del passaggio in consiglio dei Ministri nei prossimi dieci giorni. Un ulteriore articolo cruciale del ddl prevede l’istituzione dell’Autorità di Sicurezza Nucleare, che avrà il compito di vigilare e autorizzare gli iter realizzativi degli impianti. Con ogni probabilità la nuova authority nascerà attraverso il potenziamento dell’attuale Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin)”, si legge su Il Corriere della Sera.

GREEN, CASO LOBBY PAGATE DA COMMISSIONE UE

“La questione è semplice: il legislatore, ovvero Timmermans, si è messo a fare anche il lobbista per la sua legge, ovvero il Green Deal, e questo non va bene”. Così l’eurodeputato olandese popolare Dirk Gotink riassume al Foglio lo scandalo che a Bruxelles hanno già ribattezzato “green-gate”, ovvero le rivelazioni legate alla scelta della Commissione europea di usare fondi Ue del programma Life, una scatola da oltre 5 miliardi di euro, per finanziare una rete di Ong con lo scopo di promuovere l’agenda green dell’ex commissario Frans Timmermans. “I nostri sospetti sono iniziati durante i dibattiti sulla legge sul ripristino della natura, quando abbiamo scoperto che la Commissione stava alimentando e coordinando una lobby, composta da associazioni e federazioni imprenditoriali, dando anche linee guida e messaggi molto specifici per approcciare governi e parlamentari europei”, spiega Gotink, che allora ricopriva la posizione di portavoce del capogruppo dei popolari Manfred Weber che proprio sulla Nature Restoration Law, registrò l’unica vera sconfitta in aula dei popolari nella scorsa legislatura. (…) “In pratica, sono stati usati fondi dei contribuenti per sostenere quella che io chiamo una specie di lobby ombra della Commissione europea, con lo scopo di sostenere le proposte che la Commissione stava presentando”, spiega l’olandese”, si legge su Il Foglio.

“Un flusso non solo di fondi, ma anche di informazioni. “I funzionari della Commissione coordinavano in tempo reale con queste lobby le linee di comunicazione da adottare nelle campagne, e le Ong poi svolgevano il loro lavoro”, aggiunge l’eurodeputato, che sottolinea come “la Commissione abbia, ovviamente, un accesso esclusivo alle informazioni sui negoziati in corso” e come ci sia il rischio che così “vengano usati dettagli sensibili per aumentare la capacità di fare pressione”. Un sistema, tuttavia, che apparentemente non viola le regole Ue, come ha sottolineato lo stesso commissario al Bilancio, Piotr Serafin, ieri in aula a Strasburgo. (…) “Ritengo che si tratti di un problema molto grave per l’integrità della procedura legislativa e penso che tutto questo debba semplicemente finire – conclude Gotink – oggi abbiamo esaminato il fondo Life, che è principalmente incentrato sull’ambiente, ma vorrei sapere se cose simili sono avvenute anche su dossier come le migrazioni, la sanità o il commercio internazionale””, continua il giornale.



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