Perché non abbiamo firmato il ‘CCNL’ Sanità: la posizione di Fp Cgil e Uil Fpl Molise

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CAMPOBASSO – Il segretario generale Fp Cgil Molise, Antonio Amantini, e il segretario generale Uil Fpl Molise, Emilio Corbo, in una nota congiunta spiegano le regioni per cui non hanno firmato il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.

“Una scelta responsabile per difendere – si legge nella nota sindacale – i diritti dei lavoratori e garantire un futuro dignitoso alla sanità pubblica” Fp Cgil e Uil Fpl, hanno preso una posizione chiara non firmando il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del comparto sanità. Una decisione sofferta, ma inevitabile, per senso di responsabilità verso i lavoratori che rappresentiamo e verso un sistema sanitario pubblico già in grave sofferenza.

Il rinnovo del CCNL proposto non risponde alle esigenze fondamentali di chi lavora ogni giorno per garantire il diritto alla salute dei cittadini. Non possiamo avallare un contratto che prevede riconoscimenti economici insufficienti. Gli incrementi salariali proposti sono irrisori rispetto al caro vita e all’inflazione galoppante, che erodono quotidianamente il potere d’acquisto delle famiglie. Non è accettabile che, dopo anni di sacrifici in prima linea, soprattutto durante la pandemia, il personale sanitario riceva un riconoscimento economico così lontano dalle aspettative e dal valore del loro lavoro.

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Con un’inflazione del 17% le risorse stanziate sono solo del 6% pari a circa 155 euro (proiezione ex D3), con una perdita di 11 punti percentuali sul potere di acquisto. Da questa somma, vanno sottratti 85,00 € di IVC e Super IVC già elargiti. Il reale aumento contrattuale è di 45 euro netti al mese. Lavorare non può significare impoverirsi! La proposta non affronta il problema cronico della carenza di personale e delle condizioni di lavoro insostenibili. Turni massacranti, straordinari non retribuiti, eccessivo ricorso alle prestazioni aggiuntive e un numero insufficiente di assunzioni rendono la situazione insostenibile, compromettendo anche la qualità del servizio ai cittadini.

Mancato passaggio nell’Area di Elevata Qualificazione per le professioni sanitarie e nessuna risposta per tutti i profili del ruolo amministrativo e tecnico, né sullo sviluppo di carriera né tanto meno sulla parte economica. Non sono contemplati finanziamenti per le progressioni economiche e tanto meno un incremento delle indennità ormai ferme de venti anni. Si evince una scarsa valorizzazione delle professionalità: non si garantisce un reale avanzamento delle carriere, né una valorizzazione adeguata delle competenze e delle responsabilità acquisite dai lavoratori nel tempo. Il personale infermieristico, tecnico, amministrativo e ausiliario resta penalizzato da una visione che non riconosce il valore delle professionalità in modo equo.

È stata inserita, però, la figura dell’Assistente Infermiere che livella verso il basso il professionista infermiere e riduce la qualità assistenziale, ma non sono stati istituiti nuovi profili (es. autista soccorritore, OSS nell’area assistenti e avvocati del comparto). Non è stata apportata nessuna modifica alla retribuzione per ferie, nonostante le sentenze di Cassazione affermino che nel periodo di ferie deve essere mantenuta una retribuzione ordinaria paragonabile a quella spettante ai periodi di lavoro. Non sono previsti incrementi dei fondi da destinare al welfare contrattuale, alle pronte disponibilità e al buono pasto. Nessuna risposta è stata data in merito alla nostra richiesta di una sezione specifica per il personale delle Arpa. Assordante è l’assenza di misure per la sicurezza sul lavoro.

La sicurezza degli operatori continua a essere sottovalutata. In un settore in cui i rischi per la salute e la sicurezza sono all’ordine del giorno, è inaccettabile che il contratto non introduca misure concrete per prevenire infortuni e aggressioni. Quanto scritto sopra evidenzia un’occasione persa per il rilancio della sanità pubblica. Riteniamo che il contratto, così com’è stato proposto, rappresenti un’occasione mancata per rilanciare la sanità pubblica, un pilastro fondamentale del nostro stato sociale. Il personale sanitario è stato lodato come “eroe” nei momenti di crisi, ma questo contratto dimostra che quelle parole sono rimaste vuote.

Come FP CGIL e UIL FPL, chiediamo:

  • Incrementi salariali adeguati per tutelare il potere d’acquisto e riconoscere il valore del lavoro.
  • Investimenti strutturali per potenziare gli organici e migliorare le condizioni di lavoro.
  • Valorizzazione delle competenze e percorsi di carriera chiari e accessibili.
  • Maggiore attenzione alla sicurezza per garantire un ambiente di lavoro salubre e sicuro.

La mancata firma non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Siamo pronti a continuare la mobilitazione, a confrontarci con le istituzioni e a promuovere ogni azione necessaria per garantire un contratto che rispetti i diritti dei lavoratori e tuteli la dignità del lavoro nella sanità pubblica.

Non possiamo accettare, come fatto da altre sigle sindacali, compromessi al ribasso che penalizzano i lavoratori e mettono a rischio il futuro della sanità pubblica. Continueremo a lottare per costruire un sistema sanitario più giusto e sostenibile per tutti”.

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