«Nordio ha ragione, c’è stato troppo lassismo»

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Nella polemica interna al centrodestra trevigiano sulla sicurezza, dopo le dichiarazioni del ministro Carlo Nordio che aveva spiegato come “I cittadini hanno paura di passeggiare in centro” e ha parlato di “situazione inaccettabile”, oggi è intervenuto, con frasi tranchant, anche l’ex sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini. Anche lui, come il Guardasigilli, non le ha certo mandate a dire. «Nordio ha perfettamente ragione perché appena adesso una signora mi ha fermato e mi ha detto “Signor sindaco perché non torna lei ad amministrare la città di Treviso? Con lei si poteva camminare tranquillamente di giorno e di notte, oggi dobbiamo chiudersi in casa”» ha detto l’ex “Sceriffo” «ecco questa è stata la risposta a quello che ha detto Nordio, ha perfettamente ragione, le cose brutte si devono affrontare all’inizio, c’è stato un troppo lassismo, io ho sempre detto baionetta in bocca e questo è l’ordine che io adavo ai miei tempi e quindi chi sbagliava doveva pagare immediatamente, adesso sono quasi dei privilegiati, vengono arrestati e poi rilassati, lassismo vergognoso».

«È davvero surreale ascoltare un esponente di spicco di Fratelli d’Italia come il ministro della Giustizia Carlo Nordio descrivere, come riportano i giornali locali, Treviso come insicura e invivibile, quando questa città, così come la regione, è governata da anni dal centrodestra. Dopo anni di propaganda sulla sicurezza, equivale ad abdicare alle proprie funzioni. Un paradosso: un ministro del governo che dovrebbe garantire la sicurezza in Italia critica una città governata dal suo stesso schieramento politico, e al contempo cerca di scaricare le responsabilità della sicurezza, che in parte appartengono anche a lui». Lo dice il senatore del Pd Andrea Martella, segretario regionale del Pd in Veneto. «Se Nordio vuole davvero affrontare il tema della sicurezza, se ne assuma la responsabilità come è giusto per la carica che ricopre – continua Martella – Il governo garantisca più risorse, a partire dal tema fondamentale della carenza di uomini e donne in divisa e quindi si adoperi per rinforzare gli organici delle forze dell’ordine. Intervenga sulle carceri, anche sul cruciale fronte della certezza e della  funzione della pena, promuova una giustizia  più efficace e lavori sul fronte della prevenzione e delle politiche di integrazione, invece di ricorrere sempre a nuovi reati penali. Da mesi denunciamo il fallimento delle politiche del governo Meloni sul tema cruciale dei controlli sul territorio: tagli ai fondi per i Comuni, risorse limitate per le forze dell’ordine, carceri al collasso e misure inefficaci per contrastare il fenomeno delle baby gang. E ora assistiamo a questa ennesima prova di divisione interna al centrodestra, che governa l’Italia, il Veneto, la provincia e il comune di Treviso. Di chi è la responsabilità del degrado che descrivono, se non loro?», conclude Martella.


Sul tema è tornato ad esternare anche Andrea Penzo Aiello, esercente del centro (titolare del “Filò”) che ha attaccato frontalmente la Giunta Conte. «La nostra Treviso (o chi la amministra?) si fa bella con il Natale Incantato, la Deejay Ten, la Città degli Innamorati, il Tiramisù Day, il Giro d’Italia, viale Battisti messo a nuovo, una vera chicca per i turisti dei fine settimana» ha scritto Andrea Penzo Aiello sulla sua pagina Facebook «Ma la città per noi commercianti ed esercenti è ai minimi storici. Ubriachi di lavoro e di chiacchere per quei 30/35 weekend all’anno ci troviamo gli altri 300 giorni dell’ anno a fare impresa in una città stanca, inquinata, “rumorosa” nelle pagine della cronaca nera e poco sicura. Il corso principale con sempre più serrande abbassate, la mia zona che negli ultimi tre anni ha perso tre attività di cui la più “giovane” aveva più di trent’anni di storia e la più “vecchia” puntava ai sessant’anni di attività, la pescheria che vede molte attività che preferiscono chiudere i pomeriggi dal lunedì al mercoledì piuttosto che stare lì a fissare la porta. E in tutto questo proliferano degrado, vandalismo, aggressioni, furti. Gli amministratori vanno in TV a rivendicare di avere la città più sicura del Veneto, alle volte litigando con i conduttori-provocatori di turno, e intanto ogni giorno viene fuori almeno un caso di cronaca nera, da semplici furti di scarpe a un omicidio in pieno giorno tra adolescenti nel cuore del centro storico. E noi intanto siamo qui, a cercare di fare da presidio con le nostre vetrine accese, a cercare di sminuire i commenti dei clienti che continuano a dirci “ma hai letto il giornale? Certo che in una Treviso così poco sicura non mi fa mica più tanta voglia venire a passeggiare!”, a cercare di resistere e sopravvivere in attesa che nei prossimi anni si avveri il “Riporteremo gli uffici in centro e porteremo migliaia di studenti con l’ università”. Ma i mesi e gli anni passano, le spese corrono, la gente in settimana è sempre meno, la gente dei weekend e degli eventi non basta più, la paura di trovarti una vetrina sfondata dal vandalo di turno la mattina è sempre più grande e molti iniziano a pensare che forse l’unica alternativa sia veramente chiudere e arrendersi».

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