Partiranno sabato 25 gennaio gli appuntamenti del Mese della Memoria, l’iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Franz Caruso per non dimenticare la Shoah, la tragica esperienza dell’Olocausto e con esso tutte le persecuzioni etniche. L’obiettivo è anche quello di mantenere desta l’attenzione, a futura memoria e a beneficio della nuove generazioni, su ogni forma di discriminazione, da quelle storiche a quelle ancora presenti in epoca moderna a causa dei regimi totalitari. Il calendario delle attività, messo a punto anche quest’anno dal gruppo di lavoro formato dall’Assessore alla Memoria e alla cultura della legalità, Veronica Buffone, dalla Consigliera delegata alla Cultura, Antonietta Cozza e dalla Direttrice del Museo dei Brettii e degli Enotri Marilena Cerzoso, prenderà il via sabato 25 gennaio con la passeggiata culturale dal titolo “Cosenza tra storia e monumenti alla scoperta del quartiere ebraico…per non dimenticare”, promossa, in questo caso dall’Assessore al Commercio e alle Attività produttive, Massimiliano Battaglia, e a cura dell’esperta d’arte e guida turistica Paola Morano. L’iniziativa specifica propone un itinerario di scoperta che condurrà i partecipanti alla conoscenza dei segni materiali e non, che la comunità ebraica ha lasciato nella nostra città. La presenza ebraica in Calabria, e a Cosenza in particolare, ha una storia antica. Mette le radici in pieno medioevo e dura fino agli albori dell’età moderna, quando a metà del XVI secolo, gli ebrei furono cacciati dall’allora Regno di Napoli, così come era avvenuto anni prima in Spagna.
L’esistenza di piccole comunità ebraiche nelle cittadine principali della provincia può farsi risalire agli inizi del II millennio, se non prima. La loro presenza a Cosenza si attesta almeno dal 1093. L’itinerario proposto prevede la visita di alcuni siti di particolare interesse storico attraverso i quali sarà possibile rintracciare i segni, materiali e immateriali, lasciati in città dalla comunità ebraica. Il raduno per i partecipanti è previsto alle ore 15,15 di sabato 25 gennaio in Piazza dei Valdesi alla Confluenza dei fiumi, nei pressi della scultura “Alarico sul Cavallo” di Paolo Grassino, dove la millenaria leggenda di Re Alarico sarà evocata attraverso la scoperta della storia della Menorah, il candelabro a sette braccia simbolo della religione ebraica. L’itinerario si articolerà attraverso un percorso, totalmente pedonale, nel centro storico, attraversando la “postierla”, antica porta secondaria delle mura cittadine, fino a raggiungere via Cafarone, il cui toponimo, secondo alcune tesi, riporterebbe alla memoria Cafarnao, antica città della Galilea, centro spirituale dell’evangelizzazione di Gesù. Subito dopo si raggiungerà Piazzetta Toscano. Altra tappa sarà Palazzo Gervasi che potrebbe, secondo alcune recenti ipotesi, rivelare tracce relative alla localizzazione del quartiere ebraico e della Sinagoga. Percorrendo Salita Liceo si raggiungerà, quindi, Piazza dei Follari, luogo custode della straordinaria operosità della comunità ebraica che favorì la produzione e la diffusione della seta. Si proseguirà verso il Monastero di Santa Maria delle Vergini, realizzato, secondo le fonti, sul sito dell’antica Sinagoga. Qui è previsto, a conclusione dell’iniziativa, un incontro con Francesco La Carbonara, dell’Associazione Erbanetta 3.0 – Museo dinamico della Seta di Mendicino per un percocorso esperienziale nell’arte serica. La partecipazione all’iniziativa è completamente gratuita. Per info e prenotazioni (non obbligatorie) inviare una mail all’indirizzo : morano.paola40@gmail.com .
Lunedì 27 gennaio, giornata della memoria, è prevista, alle ore 17,30, alla Casa delle Culture, la premiazione della V edizione del Concorso nazionale di poesia per la Shoah e la pace 2024/25 – Ricordare per non dimenticare mai”. Alla cerimonia di premiazione del concorso parteciperà il Sindaco, Franz Caruso. Prevista inoltre la partecipazione della Presidente e ideatrice del concorso, Miriam Jaskierowicz Arman, con la Vice Presidente Lucia de Fiore.
Ospiti speciali saranno, inoltre, il Presidente della Universal Peace Federation, Carlo Zonato e Maria Gabriela Mieli, responsabile delle relazioni esterne della stessa UPF, in Italia e in Europa del Sud.
Altre attività in calendario sono quelle previste il 7 e il 19 febbraio.
Il 7 febbraio, alle ore 17,00, al Museo dei Brettii e degli Enotri, è in programma la proiezione del documentario “Ebrei – Sport e Shoah” del regista cosentino e storico dello sport Francesco Gallo. Attraverso questo documentario, sarà possibile ripercorrere le vite spezzate di una generazione d’oro di atleti ebrei: calciatori, schermidori, pugili e nuotatori, molti dei quali hanno perso la vita durante l’Olocausto. Campioni straordinari, come Harold Abrahams, Hank Greenberg, Max Baer e tanti altri, hanno dovuto affrontare la brutalità del regime nazista.
Il 19 febbraio, sempre al Museo dei Brettii e degli Enotri, alle ore 9,00, concluderà il Mese della Memoria l’iniziativa “Memorie negate. Rom e Sinti durante la seconda guerra mondiale”. Il testo e la lettura sono di Giulio Malatacca, uomo di teatro, esponente dell’associazione e collettivo teatrale “Gruppottanta”, attivo dall’inizio degli anni 70 e direttore artistico, dal 2000 al 2015, del “Franz Teatro” di Portapiana. Di recente ha sviluppato una passione per la documentaristica. Interverrà Fiore Manzo, attivista rom e pedagogista. L’intenzione è stata quella di scrivere e leggere una riflessione sulle minoranze, in particolare sui Rom e Sinti, tormentati storicamente da pregiudizi e discriminazioni che ancora stentano a decomporsi. Per l’autore del testo “è essenziale che la società si impegni a riconoscere e affrontare queste ingiustizie storiche, promuovendo una maggiore inclusione e giustizia sociale per i Sinti e i Rom. Solo attraverso l’educazione e un cambiamento profondo della narrativa pubblica, sarà possibile combattere gli stereotipi e costruire un futuro più giusto e rispettoso per tutte le minoranze in cui ogni individuo, indipendentemente dalla propria origine, possa vivere con dignità e rispetto”.
Autore: Giuseppe Di Donna
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