La palla rovente passa alla segretaria comunale Assunta Mangiacapre. Sullo scandalo della consulenza da 30mila euro a una ditta italo-ucraina la responsabile dell’anticorruzione deve dire e scrivere parole chiare. Nel bene e nel male. Non servono chiacchiere o proclami. Quelli li lasciamo volentieri ai finti paladini della legalità, volti noti a Succivo e Frattaminore. Sull’appalto diretto conferito dalla funzionaria Valeria Vellone alla GE.FIN.PA. è necessario, anzi doveroso, l’intervento della segretaria comunale, lei sì, per legge, tutrice di trasparenza e legalità. Le bugie dei Pinocchi della politica lasciano il tempo che trovano. E nel giro di poco tempo tutte le menzogne verranno a galla. Quindi restiamo sui fatti e sugli atti, come sempre carte alla mano. Non ci interessano le balle spaziali. È roba da cervi (non solo a primavera) e di primati (vedasi la fisiognomica scientifica).
Il 21 novembre 2024 Antonino Santillo firma il decreto sindacale di nomina di Vellone come responsabile a scavalco del settore economico-finanziario del comune di Orta di Atella. Un provvedimento molto particolare: la funzionaria presta già servizio a Cancello Arnone. Potrà occuparsi dei conti pubblici ortesi per appena 6 ore a settimana. Un’ora al giorno. Stranamente accetta. Utilizziamo l’avverbio stranamente perché, considerando le spese di viaggio e il carico di responsabilità (vanno redatti diversi documenti impegnativi e corposi), a prima vista non si comprende Vellone cosa ci guadagni, se non problemi e lavoro extra di fatto senza nessuna gratificazione economica. Nessun altro funzionario al mondo avrebbe detto sì a Santillo a queste condizioni. Non a caso Vellone mette subito le mani avanti. Comunica al sindaco che avrebbe accettato soltanto avvalendosi di una società di consulenza. Inutile negarlo. Ci sono diversi testimoni oculari. Attenzione, la falsa testimonianza nelle aule di giustizia è un reato punito con la pena da due a sei anni di carcere.
Nulla di male. Il lavoro è pesante. C’è tanto da fare: bilancio di previsione 2024-2026, bilancio consolidato, Dup, atti relativi al riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi, rendiconto di gestione 2023. Santillo dà l’ok alla consulenza di una società esperta nel settore contabile. Nessuna ingerenza, sia chiaro. C’è una necessità amministrativa e ci sono scadenze da rispettare. Fin qui tutto nella norma. Come direbbe il Bardo, il primo grosso inghippo sorge sulla determina n. 73 del 13 dicembre 2024 (link in basso). Vellone affida l’appalto diretto di 30.500 euro alla GE.FIN.PA. S.R.L.S. A seguito dell’inchiesta di Italia Notizie scopriamo dalla visura camerale storica che la ditta è amministrata da Svitlana Vasechko, cittadina ucraina, residente a Falciano del Massico, proprietaria del 100% delle quote. Non solo. La società è attiva soltanto da 7 mesi prima e non ha dipendenti (link in basso). Nel provvedimento di Vellone, anche lei residente a Falciano del Massico, si legge testualmente: “Affidare a GE.FIN.PA il servizio in quanto l’offerta risulta adeguata rispetto alle finalità perseguite dalla stazione appaltante e l’operatore economico risulta in possesso di documentate esperienze pregresse idonee all’esecuzione delle prestazioni contrattuali”.
Da qui una cascata di inghippi. Primo: come mai la funzionaria avvia la trattativa diretta con una ditta di fatto sconosciuta in quanto attiva da maggio 2024? Secondo: quali sarebbero le esperienze pregresse idonee all’esecuzione delle prestazioni contrattuali? Terzo: perché scegliere una ditta senza dipendenti? Quarto: essendo un appalto pubblico di ben 30mila euro, in un comune come Orta di Atella dove mancano pure pochi euro per aggiustare i bagni delle scuole, perché Vellone non ha effettuato un’indagine di mercato per ottenere un servizio migliore a un costo minore? Sarebbe bastato telefonare a tre ditte tramite una procedura competitiva come prevede il nuovo Codice degli appalti. Invece la funzionaria va a colpo sicuro sulla GE.FIN.PA. Quinto: perché contestualmente all’affidamento liquida nella stessa determina già il 50% dell’importo, ovvero stanzia alla ditta 15mila euro senza nessun servizio espletato e nonostante che negli enti locali l’acconto di solito non supera il 20%? Poi c’è qualche curiosità sparsa: la trattativa diretta è stata effettuata con la signora Svitlana Vasechko? E dopo l’affidamento, Vellone con chi si è rapportata? Insomma, con chi ha parlato di persona?
Tra gli inghippi c’è quello che riguarda il consulente della GE.FIN.PA, tale Salvatore Sciaudone, anche lui residente a Falciano del Massico, che dopo l’affidamento si insedia negli uffici comunali di Orta di Atella e accede a documenti e dati sensibili. Ci sono diversi testimoni oculari. Repetita iuvant, la falsa testimonianza nelle aule di giustizia è un reato punito con la pena da due a sei anni di carcere. Lo precisiamo perché dopo i nostri articoli qualche amministratore sprovveduto vorrebbe negare la presenza di Sciaudone al municipio e nascondere i suoi legami con la GE.FIN.PA. Ma chi è Sciaudone? Non è il Carneade di Don Abbondio, bensì l’ex funzionario del settore economico-finanziario dei comuni di Falciano del Massico, Cancello Arnone e a scavalco di Portico di Caserta.
Qui si apre il capitolo più succulento. Piccolo passo indietro. Nel 2018 Salvatore Sciaudone lavora a Falciano del Massico, in qualità di responsabile dell’area economica-finanziaria. In un mese affida due appalti diretti alla SOGEST S.R.L.S per un totale di 12.871 euro. L’amministratore unico della SOGEST era Valeria Vellone, la funzionaria a scavalco di Orta di Atella (link in basso). Arriviamo ai giorni nostri. Nel 2024 Sciaudone, da funzionario a scavalco del comune di Portico di Caserta, conferisce quattro appalti diretti alla SOGEST, sempre amministrata da Vellone, per un totale di 27.910 euro. Tra Falciano e Portico la ditta di Valeria Vellone incassa 40.781 euro (link in basso).
Torniamo alla consulenza di Orta di Atella. Nella determina della Vellone è riportato testualmente quanto segue: “Attestato che la sottoscritta non versa in situazione di conflitto d’interesse alcuno in relazione alla procedura in oggetto, ai sensi dell’art. 6 bis della legge n. 241/90 e s.m.i., dell’art. 7 del D.P.R. n. 62/2013, nonché dell’art. 16 del D.Lgs. n. 36/2023”. È proprio così? Vediamo cosa stabiliscono i riferimenti normativi richiamati dalla funzionaria.
- Art. 6 bis della legge n. 241/90: “Il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endoprocedimentali e il provvedimento finale devono astenersi in caso di conflitto di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale”.
- Art. 7 del D.P.R. n. 62/2013: “Il dipendente si astiene dal partecipare all’adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri, oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale… Il dipendente si astiene in ogni altro caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza”.
- Art. 16 del D.Lgs. n. 36/2023 (Codice degli appalti), comma 1: “Si ha conflitto di interessi quando un soggetto che, a qualsiasi titolo, interviene con compiti funzionali nella procedura di aggiudicazione o nella fase di esecuzione degli appalti o delle concessioni ha direttamente o indirettamente un interesse finanziario, economico o altro interesse personale che può essere percepito come una minaccia alla sua imparzialità e indipendenza”.
- Comma 3: “Il personale che versa nelle ipotesi di cui al comma 1 ne dà comunicazione alla stazione appaltante o all’ente concedente e si astiene dal partecipare alla procedura di aggiudicazione e all’esecuzione”.
- Comma 4: “Le stazioni appaltanti adottano misure adeguate per individuare, prevenire e risolvere in modo efficace ogni ipotesi di conflitto di interesse nello svolgimento delle procedure di aggiudicazione ed esecuzione degli appalti e delle concessioni e vigilano affinché gli adempimenti di cui al comma 3 siano rispettati”.
Orbene. È indiscutibile che Valeria Vellone e Salvatore Sciaduone si conoscano da anni. Nella veste di amministratore unico della SOGEST, la prima ha ottenuto dal secondo, in qualità di funzionario comunale, sei appalti diretti per un totale di 40.781 euro. Vellone e Sciaudone sono entrambi residenti a Falciano del Massico, comune casertano di 3.300 abitanti. In una città così piccola ci si conosce tutti. Anche Svitlana Vasechko, proprietaria della GE.FIN.PA, risiede a Falciano del Massico. Abbiamo prove e testimoni della conoscenza da anni tra Sciaudone e Vasechko. Ergo, Vellone conosce Sciaudone. A sua volta Sciaudone conosce Vasechko. Non è difficile immaginare che Vellone conosca Vasechko.
Ad abundantiam, richiamiamo di
nuovo il succitato art. 7 del D.P.R. n. 62/2013: “Il dipendente si astiene dal
partecipare all’adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere
interessi propri, oppure di persone con le quali abbia rapporti di
frequentazione abituale… Il dipendente si astiene in ogni altro caso in cui
esistano gravi ragioni di convenienza”. Riproponiamo inoltre il comma 1 del Codice
degli appalti: “Si ha conflitto di interessi quando un soggetto che, a
qualsiasi titolo, interviene con compiti funzionali nella procedura di
aggiudicazione o nella fase di esecuzione degli appalti o delle concessioni ha
direttamente o indirettamente un interesse finanziario, economico o altro
interesse personale che può essere percepito come una minaccia alla sua
imparzialità e indipendenza”. E il comma 3 del Codice degli appalti: “Il
personale che versa nelle ipotesi di cui al comma 1 ne dà comunicazione alla
stazione appaltante o all’ente concedente e si astiene dal partecipare alla
procedura di aggiudicazione e all’esecuzione”.
In questa puntata non poniamo alcuna questione di opportunità, ma non è un dettaglio, sul fatto che Sciaudone sia al centro di una vicenda giudiziaria da brividi (in basso il link e la foto dell’articolo pubblicato oggi su Cronache di Caserta). Stavolta, come detto all’inizio del pezzo, chiamiamo in causa la segretaria comunale Assunta Mangiacapre nel suo ruolo di anticorruzione. Spetta a lei, ribadendo ancora una volta che la nostra ricostruzione è totalmente basata su atti ufficiali e tutti verificabili, diradare ogni dubbio e opacità su una vicenda che presenta evidenti profili di illegittimità amministrativa e possibili reati di carattere penale. Indossare i panni di Ponzio Pilato potrebbe costituire un’omissione d’atti d’ufficio e potrebbe implicare l’avvio di provvedimenti disciplinari da parte dell’Agenzia regionale dei segretari comunali in capo alla Prefettura di Napoli. Se non fida di Italia Notizie può consultare i suoi colleghi di Falciano del Massico e di Cancello Arnone. Non chiediamo alla dottoressa Assunta Mangiacapre di decidere in un senso o in un altro. Ci mancherebbe. Auspichiamo però che assuma una decisione chiara e che adotti i provvedimenti del caso. È suo dovere farlo. E confidiamo nella sua onestà. Ci permettiamo infine di segnalarle che il segretario generale di Aversa, la dottoressa Emanuela De Chiara, su una questione molto meno grave, ovvero dubbi sulla procedura di nomina di un assessore, ha presentato un esposto alla Procura del Tribunale Napoli Nord. A maggior ragione è giusto e doveroso che sulla consulenza di Orta di Atella si faccia giustizia.
Mario De Michele
(continua…)
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