La visita del ministro degli Esteri cinese Wang in Africa

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In 3 SorsiWang Yi, Ministro degli Esteri cinese, ha concluso la tradizionale visita di inizio anno in Africa, rafforzando legami strategici e promuovendo una cooperazione comprensiva tra Cina e Paesi africani.

1. WANG L’AFRICANO

Il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese, Wang Yi, si è recato tra il 5 e l’11 gennaio in visita ufficiale presso Namibia, Repubblica del Congo, Ciad e Nigeria.
Dal 1991 è consuetudine scegliere l’Africa come destinazione del primo tour diplomatico dell’anno, per rimarcare l’importanza che Pechino attribuisce alle relazioni con il Continente. Quest’anno, l’evento è stato particolarmente significativo: ricorre infatti il 35° anniversario di questa tradizione e la visita segue il Forum On China-Africa Cooperation (FOCAC), appuntamento triennale inaugurato nel 2000. Durante il Forum, tenutosi a settembre a Pechino, è stato approvato un “Action Plan” per il triennio successivo e i rapporti tra la Cina e ogni Paese partecipante (tutti gli Stati africani, tranne eSwatini, che mantiene relazioni ufficiali con Taiwan) sono stati elevati al livello di relazioni strategiche.
La visita, oltre a proseguire la tradizione, riconferma gli impegni presi al FOCAC, segnalando la costanza dell’interesse cinese per l’Africa, tanto più se paragonato alle altalenanti politiche dei competitor statunitensi, russi ed europei, tornati solo di recente a occuparsi del continente.
Il viaggio si è svolto senza intoppi, anche se vanno segnalati due imprevisti: l’attacco al palazzo presidenziale di N’Djamena, avvenuto poche ore dopo la fine della visita di Wang, e l’arresto di tre cittadini cinesi nella Repubblica Democratica del Congo, accusati di effettuare scavi illegali nel Sud Kivu, in un contesto che vede crescere sentimenti anticinesi nell’ex-Zaire.

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Fig. 1 – Il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi e il ministro degli Esteri ciadiano Abderaman Koulamallah, N’Djamena, 8 gennaio 2025

2. LE TAPPE DI WANG YI

Il Ministro ha enfatizzato il comune percorso di lotta per sovranità e sviluppo e la lunga amicizia che lega Africa e Cina, su basi di mutuo rispetto e non-interferenza. La scelta delle quattro destinazioni indica, tuttavia, più concrete priorità cinesi nel continente.
La Namibia, ricca di litio e fresca di elezioni, ospita compagnie minerarie cinesi come Xinfeng, recentemente accusata di promuovere scavi illegali e corrompere funzionari pubblici.
La Repubblica del Congo è l’ultima aggiunta dell’OPEC e le sue esportazioni di petrolio verso la Cina sono cresciute del 186% tra 2012 e 2022 (secondo fornitore africano dopo l’Angola), arrivando a rappresentare il 12,6% delle importazioni cinesi di petrolio africano. Inoltre, ricopre la co-presidenza di turno del FOCAC.
Il Ciad, come stabilito nell’Action Plan, comincerà quest’anno a esportare i propri prodotti in Cina senza alcun dazio (privilegio accordato ai less developed countries che hanno partecipato al FOCAC). Per giunta, il Paese si sta allontanando dalla sfera d’influenza francese.
La Nigeria è la potenza principale dell’Africa occidentale e uno dei Paesi più influenti dell’Unione Africana, per quanto in seria crisi finanziaria e di sicurezza. Wang ha sottolineato come il rapporto tra Nigeria e Cina abbia “trasceso la dimensione bilaterale”, assurgendo a modello delle relazioni Sud-Sud.

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Fig. 2 – Wang Yi incontra il Ministro degli Esteri della Nigeria Yusuf Tuggar, Abuja, 9 gennaio 2025

3. NON SOLO DI COMMERCIO…

Dunque, la scelta di Namibia e Congo denota l’importanza della questione energetica, dell’approvvigionamento di materie prime strategiche, oltre che degli investimenti infrastrutturali. La tappa in Ciad manifesta l’interesse della Cina per commercio e sviluppo nei Paesi africani, mercato in espansione per le merci cinesi. La conclusione del viaggio in Nigeria può essere letta in un’ottica commerciale (secondo Paese africano per importazioni dalla Cina), ma ha avuto un significato più propriamente politico, con riferimenti alla comunanza d’interessi che caratterizza il cosiddetto Global South, ma anche agli scambi culturali e di studio tra Cina e Paesi africani.
L’aspetto economico rimane il pilastro delle relazioni Cina-Africa, ma aumenta la collaborazione in altri ambiti, secondo lo spirito di cooperazione comprensiva “per tutte le stagioni” inaugurato al FOCAC. Rilevanti, in questo senso, i continui richiami al concetto di “comunità umana dal futuro condiviso”, ma soprattutto alla democratizzazione della governance globale, con Wang che ha espresso sostegno alle aspirazioni africane rispetto a una riforma dell’ONU. La retorica del Ministro ha puntato anche sulla comune identità di Cina e Africa, sia come vittime del colonialismo, che come aree in via di sviluppo, legittimate dunque a prendere l’iniziativa per “correggere ingiustizie storiche”.

Giovanni Tosi

Wang Yi, Ministro de Relaciones Exteriores de China” by G20 Argentina is licensed under CC BY

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