Katia Palagi, 56 anni, si è tolta la vita il 12 novembre del 2024 dopo essere rimasta truffa di alcuni raggiri online. La donna si è gettata nel vuoto dalla finestra della sua abitazione di Massarosa. La 56enne aveva perso tutti i suoi risparmi prima investendoli in criptovalute e trading online e poi a causa di una truffa perpetrata da una sedicente società di consulenza finanziaria.
Si torna a parlare del caso di Katia Palagi, la donna che il 12 novembre scorso si sarebbe uccisa dopo essere stata truffata online. Ne parlerà nella serata di oggi, 22 gennaio, la trasmissione “Chi l’ha visto?” condotta da Federica Sciarelli. La 56enne lavorava come segretaria in una scuola di Massarosa ed era rimasta intrappolata in un raggiro che le era costato i suoi risparmi, investiti in criptovalute e trading online.
La donna sarebbe stata convinta a investire i suoi risparmi nelle criptovalute e nel trading con la promessa di veder crescere i soldi nelle sue disponibilità, in modo da permettere al marito di lasciare il lavoro per trascorrere più tempo insieme.
Dopo aver perso il denaro, la 56enne aveva cercato di recuperarlo rivolgendosi a una società che le aveva garantito di poterle restituire le cifre investite ed era così finita nel vortice di un secondo raggiro che le stava portando via tutto.
Per la sua morte la Procura di Lucca ha aperto adesso un fascicolo e l’accusa, a carico di ignoti, è di istigazione al suicidio. Poco prima di morire, Katia Palagi avrebbe ricevuto 9 telefonate, sempre dallo stesso numero. Il timore manifestato dalla sorella è che quella serie di telefonate possa aver imposto una forte pressione psicologica sulla 56enne che poi si è lanciata nel vuoto.
La persecuzione sarebbe durata due anni per la 56enne e il timore dei familiari è che in quelle telefonate, la donna possa aver ricevuto anche minacce.
La prima truffa ai danni di Katia Palagi
Katia Palagi, 56 anni, era stata convinta a investire i suoi risparmi in criptovalute e trading online nel 2022. La segretaria aveva iniziato a versare migliaia di euro su conti all’estero pensando di investire in bitcoin. A sostegno del raggiro, i truffatori le mostravano grafici nei quali si evidenziava il buon andamento dell’affare. Quando aveva chiesto di sbloccare il gruzzoletto che pensava di aver guadagnato, i truffatori le avevano chiesto altri soldi.
Il desiderio della 56enne era quello di aiutare il marito a lavorare meno, in modo da poter avere una vita di coppia più serena e permettergli perfino di lasciare il suo impiego. Davanti al raggiro, aveva prima chiesto aiuto ai familiari e poi aveva sporto denuncia alla Guardia di finanza di Viareggio.
Per mesi la donna non aveva avuto notizie delle autorità e così aveva iniziato a cercare da sola una soluzione online, imbattendosi in una società di consulenza che le aveva assicurato di poterla aiutare a recuperare il denaro perso.
La seconda truffa con la sedicente società di consulenza finanziaria
Palagi si era quindi affidata alla società di consulenza che si avvale anche dell’intelligenza artificiale per pubblicare sul proprio sito falsi notiziari. Dopo qualche mese aveva iniziato a ricevere sul proprio conto cifre modeste e ignara della seconda truffa, la 56enne aveva creduto che la situazione fosse in via di risoluzione.
La doccia fredda era arrivata però quando una sconosciuta aveva denunciato proprio lei per truffa. Così aveva scoperto che i soldi che mensilmente riceveva sul suo conto, erano in realtà di altre vittime della sedicente società finanziaria. Denaro, insomma, che transitava da un conto all’altro, mentre la fetta più grande restava nelle mani dei truffatori.
Katia Palagi
La chiamata al marito, il biglietto e poi il suicidio
Il 12 novembre scorso, poi, la donna aveva chiesto un permesso per uscire prima da scuola, dicendo che doveva sistemare alcune cose. Tornando a casa aveva aperto un nuovo finanziamento e poi aveva fatto una telefonata al marito per chiedergli 3mila euro. “Come faccio? – aveva risposto lui che invece era al lavoro come autista della Misericordia -. Ti richiamo, sto guidando”.
Dopo quella breve telefonata, la 56enne si sarebbe gettata nel vuoto. “Credevo che il denaro perso fosse storia passata – ha spiegato l’uomo dopo il ritrovamento del cadavere – e invece le telefonate erano continue, anzi, sono continuate anche dopo che è morta”.
Sulle telefonate, la 56enne aveva lasciato alcune indicazioni in un biglietto di addio alla sorella. “Rispondete come se fossi io, seguite le indicazioni che vi daranno e vi arriveranno dei soldi”.
Il mistero delle nove chiamate il giorno della morte
Prima di morire, Katia avrebbe ricevuto ben 9 chiamate dallo stesso numero. Telefonate durate 20,25 e 45 minuti. Su queste conversazioni si continua a indagare e la sorella Marisa, che ha sporto denuncia, teme che da questi numeri possano essere arrivate pressioni psicologiche o minacce che hanno poi spinto la sorella a togliersi la vita.
Le parole del marito e della sorella di Katia
“Non sappiamo cosa sia accaduto – ha sottolineato Marisa, sorella della vittima -. Sappiamo però che nel giro di poche ore Katia ha ricevuto nel giorno del suo suicidio nove chiamate con conversazioni che si sono prolungate per 20,25 e 45 minuti”.
“Forse si è fidata troppo – ha invece detto il marito -. Eppure era una persona intelligente. Vorrei che la gente capisse che non bisogna credere troppo a chi c’è dietro il pc”.
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