è il miglior offerente, l’Europa è indietro. Lo dicono gli esperti

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Su Formiche.net, è stata pubblicata un’attenta analisi sul caso del presunto accordo tra Space X e lo Stato italiano riguardo la fornitura di servizi telematici per la sicurezza delle telecomunicazioni. La notizia venne ripresa in Italia con grande clamore dei media mainstream: Palazzo Chigi chiarì che non c’era ancora alcun accordo e che i colloqui con l’agenzia posseduta da Elon Musk rientravano nelle normali valutazioni che un governo fa quando è alla ricerca di un servizio offerto da terzi, placando le critiche su presunti conflitti di interessi con il patron di X. Durante la conferenza stampa di fine anno, Giorgia Meloni chiarì alla fine qual era il problema di fondo: “Non ci sono alternative pubbliche” perché “Italia ed Europa non sono arrivate in tempo”. Insomma, l’unica alternativa è “non avere una protezione di questi dati”. Una tesi ripresa e approfondita proprio su Formiche.

L’esperto che confuta le tesi della sinistra

L’analisi è di Marcello Spagnulo, laureato in Ingegneria Aeronautica presso La Sapienza, docente presso lo stesso ateneo e l’Università di Cagliari in Sistemi Spaziali, con un passato professionale ricco di incarichi in spa specializzate sul tema, presso l’Agenzia Spaziale Italiana e il dipartimento della Trasformazione Digitale. L’analisi inizia dalla grande diatriba partita con la diffusione della fake news sul prossimo accordo con Space X, una polemica che – scrive Spagnulo con ironia – “ha preso dimensioni mediatiche tali da farci scoprire che in Italia esiste una quantità di esperti spaziali che neanche la Nasa possiede”. Ma l’obiettivo del testo, fin dal titolo, è sgomberare “il campo da fake news”. E infatti l’esperto va subito nel tecnico per spiegare quale tecnologia ha alle spalle Starlink: al mondo, soltanto Space X e Oneweb garantiscono la banda larga attraverso una costellazione in orbita bassa di satelliti già operativi. Una ventina, invece, sono gli operatori che usufruiscono di satelliti geostazionari: la differenza, semplificando, è che “la vicinanza al pianeta riduce fortemente la latenza delle comunicazioni che è di circa trenta millisecondi per i satelliti in orbita bassa (Leo), rispetto ai seicento di quelli in orbita geostazionaria (Geo). E questo consente fluidità per la navigazione online, lo streaming e le videochiamate anche in condizioni disagiate come catastrofi naturali o scenari bellici”. La forza di Starlink è che possiede migliaia di satelliti in più rispetto alla sua concorrenza, riuscendo così ad offrire un servizio molto più rapido. Dall’altro lato del mondo, in America, prevedono migliaia di nuovi satelliti ogni anni, mentre Iris, l’agenzia europea, prevede di averne trecento tra dieci anni. Anche e soprattutto in questo risiede il genio e la lungimiranza di Elon Musk.

Come ritrovare la sovranità nazionale

Tornando all’Italia, Spagnulo spiega che fino agli anni Novanta il nostro Paese era all’avanguardia nel settore, detenendo industrie e quote di partecipazione anche corpose in società specializzate: “In un mondo competitivo e sempre più affamato di telecomunicazioni – si legge – il poter disporre di una presenza industriale qualificata e allo stesso tempo di un ruolo significativo nei consorzi satellitari avrebbe consentito al nostro Paese di sviluppare un settore economico ad alta innovazione e possibilità di crescita. E di avere forse oggi uno Starlink nazionale”. Tutto è andato peggiorando negli anni Duemila, con la vendita delle quote: da allora, l’Italia è diventata acquirente da terzi. “Chi oggi grida al rischio di affidare a uno straniero le comunicazioni strategiche del Paese – ha concluso l’esperto –, dovrebbe invece chiedersi perché si è arrivati a questo punto e come si potrebbe provare a recuperare qualcosa di quella sovranità nazionale che avevamo nel settore spaziale e che è stata cancellata in pochissimo tempo”.

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Meloni: “Unica lente è interesse nazionale”

E torniamo, infine, a Giorgia Meloni e alla sua conferenza stampa. Anche gli esperti, in pratica, confermano quello che la premier ha dichiarato: in primis, per il momento non c’è altra alternativa a causa della mancata lungimiranza delle passate classi dirigenti; in secondo luogo, Starlink è senza dubbio il miglior offerente. Se ci sarà un accordo, allora, questo sarà concluso non sulla base dell’amicizia tra Musk e Meloni (“non è mio costume” fare aiuti agli amici, spiegò la premier in conferenza stampa), ma semplicemente sulla base di un’offerta più vantaggiosa per l’Italia. Perché, come detto ancora dalla premier, l’“unica lente” utilizzata è e deve essere “l’interesse nazionale”.




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