Cosa sappiamo di Elon Musk e del presunto «saluto nazista»

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Anche l’Anti-Defamation League nega il saluto nazista, mentre rimane la figura controversa del proprietario di X

Quello di Elon Musk era un saluto nazista? Il tema caldo della settimana, forse uno dei più discussi in relazione all’insediamento di Donald Trump, si è concentrato sul sostenere o smentire la narrazione che lo dipinge come un sostenitore di Hitler e dell’estrema destra, scatenando reazioni scomposte e violente. Musk stesso ha negato qualsiasi riferimento nazista, trovando un inaspettato appoggio da parte dell’Anti-Defamation League, l’organizzazione fondata per combattere l’antisemitismo, che ha definito il tutto «un gesto imbarazzante in un momento di entusiasmo, non un saluto nazista». Sebbene Musk abbia spiegato il gesto come un’espressione simbolica con cui rivolgeva il suo cuore ai cittadini americani, molte situazioni continuano a farlo considerare un “sostenitore” degli estremisti di destra.

L’acquisto di Twitter e gli estremisti

Non è una novità. Con l’acquisto di Twitter, poi rinominato X, Elon Musk ha permesso il ritorno e la permanenza di personaggi noti dell’estrema destra e antisemiti, scatenando numerose polemiche. Come se non bastasse, molti estremisti hanno potuto usufruire degli account “Premium“, ottenendone i relativi benefici. Secondo un’analisi di NBC News dell’aprile 2024, ben 150 account a pagamento e migliaia di account non paganti risultano aver pubblicato contenuti nazisti e antisemiti, tra cui il negazionismo dell’Olocausto. Non si tratta di contenuti di poco conto: alcuni dei post analizzati avevano superato i 4 milioni di visualizzazioni.

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Il gesto di Musk usato dai neonazisti americani

In un precedente articolo avevamo parlato del gruppo neonazista americano Blood Tribe, quello al quale apparteneva l’estremista “Boneface” (quello che affermava falsamente di aver combattuto in ucraina). Il gruppo risulta guidato da Christopher Pohlhaus, personaggio che troviamo in un video del 2023 durante una manifestazione del gruppo a Orlando, Florida. Il saluto dei Blood Tribe, come dimostrato anche da ulteriori video, è quello del palmo della mano destra sul cuore per poi alzare il braccio teso.

L’esaltazione dell’estrema destra

Abbiamo parlato del gruppo Blood Tribe. La clip con il gesto di Musk è stato ripreso e pubblicato da Christopher Pohlhaus sul suo canale Telegram con il seguente commento: «Non mi interessa se è stato un errore. Mi godrò le lacrime per questo».

A Pohlhaus si aggiungono altri come Christopher Hood, fondatore del movimento razzista NSC-131, il quale pubblica sul suo canale Telegram la clip con un emoji sorridente:

L’apprezzamento va oltre oceano, come dimostrato dal neonazista australiano Thomas Sewell che condivide il video con la frase «Donald Trump White Power moment».

La bufala del saluto romano con il braccio teso

L’idea che si trattasse di un saluto romano è stata rafforzata dal post X del suo referente italiano, Andrea Stroppa, poi rimosso negando che si trattasse di un gesto nazista e affermando di aver fatto riferimento «all’antica Roma». Si tratta di una bufala storica, in quanto la narrazione del saluto romano con il braccio teso nasce agli inizi del 1900. In un articolo del 2019 di Matteo Luca Andriola, intitolato «L’equivoco storico del saluto romano», leggiamo:

Partiamo dal presupposto che l’immaginario collettivo del regime fascista, e dei nazisti che si ispireranno alle camicie nere, nasce da una mitizzazione del passato imperiale romano.

[…]

Il cosiddetto saluto romano viene reso popolare soprattutto dal cinema del primo Novecento, che in pratica reinventa gesti e costumi degli antichi romani, prendendo spunto dal repertorio di convenzioni già fissato dal teatro.

Il film “Cabiria” di Giovanni Pastrone (1914), il più grande kolossal del cinema muto che ebbe successo in tutto il mondo (vanta il poeta Gabriele D’Annunzio come autore delle didascalie), consacra il saluto col braccio teso come simbolo della romanità.

[…]

Con il cosiddetto “saluto romano” siamo quindi di fronte a una gestualità che, senza vere basi storiche, negli ultimi due secoli si è affermata lentamente nell’arte, nel teatro, nel cinema e infine nella politica dell’estrema destra.

Andrea Stroppa, per difendere Musk, ha associato il gesto all’autismo e lo ha collegato alla frase pronunciata poco dopo: «My heart goes out to you» («Il mio cuore è con voi»). Questa versione, che per alcuni potrebbe risultare molto personale, è stata utilizzata dai sostenitori del proprietario di Tesla proprio in virtù di quelle parole dette sul palco. Tuttavia, rimane un gesto ambiguo, considerato il contesto generale e il personaggio.

La reazione di Musk e dei sostenitori

Oltre alla bufala storica del saluto romano, e le sue oscure origini politiche, Elon Musk e i suoi sostenitori hanno contribuito a diffondere immagini di altri personaggi ritratti con il braccio teso, destro o sinistro non fa differenza.

Che si tratti di trolling o meno, immagini e narrazioni di questo genere circolano da anni, in particolare durante la propaganda russa legata all’invasione su vasta scala dell’Ucraina. Infatti, numerose immagini risultano decontestualizzate per sostenere la narrazione putiniana degli ucraini come nazisti e della loro nazione come da sterminare.

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