A conclusione dei lavori del Consiglio permanente, svoltosi a Roma dal 20 al 22 gennaio scorsi, i vescovi italiani in un comunicato ribadiscono le priorità della Chiesa in Italia, con lo sguardo rivolto alla tregua in Terra Santa. Il segretario generale Baturi: sugli abusi vogliamo far emergere il sommerso
Vatican News
Nell’anno giubilare dedicato alla speranza, i vescovi italiani invitano i cattolici ad avere uno sguardo pronto a “leggere i segni di tempi” e ad agire con responsabilità e organizzazione per evitare che la speranza stessa possa diventare un “anestetico”. Nel comunicato finale del Consiglio permanente, svoltosi a Roma dal 20 al 22 gennaio, la Conferenza episcopale italiana si sofferma sulle questioni sociali “sempre più stringenti”: dalla drammatica situazione nelle carceri, alla presenza dei cristiani in politica, agli abusi commessi da chierici, all’auspicio che la tregua in Terra Santa possa essere rispettata, alla condanna di ogni forma di antisemitismo, all’appello che le armi tacciano “su tutti i fronti internazionali”.
Cristiani in politica
I vescovi, nel testo, sottolineano l’importanza dell’Anno Santo sia per poter rispondere alle criticità del Paese Italia, e non solo, sia in quanto opportunità “per un rinnovato impegno nell’evangelizzazione”, nel quale i laici possono giocare un ruolo fondamentale. L’Anno giubilare, dunque potrà dare nuovo slancio “nell’attenzione alle nuove generazioni, a quanti hanno ‘sete e non trovano o non sanno come cercare risposte’, a coloro che vivono situazioni di difficoltà ed emarginazione”. Nell’Italia e nell’Europa di oggi è quanto mai urgente “una rinnovata presenza dei cristiani nella vita politica”, per questo i vescovi esprimono il loro apprezzamento per quanto emerso a partire dalla Settimana Sociale di Trieste che ha evidenziato il tentativo di voler ridare vigore a tale impegno che “va colto, incoraggiato e accompagnato, nella consapevolezza che il Vangelo non è avulso dalla realtà, ma ha a che fare con la concretezza della vita”. Di qui la necessità indicata dai presuli “di creare e rivitalizzare i luoghi di formazione socio-politica, aiutando a promuovere il dialogo senza cedere alle polarizzazioni e alle contrapposizioni sterili”.
Tacciano le armi e tregua in Terra Santa
I vescovi esprimono poi soddisfazione per la tregua raggiunta in Terra Santa e fanno proprie le parole di Francesco auspicando “la giusta soluzione per i due Stati”. Nel condannare “ogni forma di antisemitismo che purtroppo continua a manifestarsi dentro forme subdole e ambigue”, invitano alla “conoscenza reciproca” e a “compiere passi di incontro e di dialogo”, non mancando di lanciare un appello affinché “tacciano le armi su tutti i fronti internazionali e perché le Istituzioni assumano decisioni lungimiranti a tutela della dignità di tutti i popoli”.
Tutela minori e abusi
Nel comunicato si ribadisce l’impegno della Chiesa italiana affinché “la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili porti alla promozione di ambienti sicuri”. I vescovi sottolineano la vicinanza “al dolore delle vittime di ogni forma d’abuso” e la “disponibilità all’ascolto, al dialogo e alla ricerca della verità e della giustizia”. Viene quindi indicato l’avvio di “uno studio pilota”, svolto dall’Istituto degli Innocenti di Firenze e il Centro per la vittimologia e la sicurezza-Alma Mater-Bologna, “sugli abusi commessi da chierici in Italia, segnalati e trattati dagli Ordinari diocesani nel periodo 2001-2021”. Si è già conclusa una fase di sperimentazione con la partecipazione di un campione di diocesi che, si spiega nel comunicato “ha permesso di testare e perfezionare lo strumento di ricerca”
La situazione nelle carceri
La Cei chiede poi di “mantenere alta l’attenzione sulle crescenti disuguaglianze, spesso dovute a un modello economico e di sviluppo iniquo, e sulla drammatica situazione delle carceri, dove l’indice di sovraffollamento e il numero preoccupante di suicidi chiedono di assicurare ‘condizioni dignitose a quanti vengono privati della libertà’, offrire ‘percorsi adeguati perché la detenzione sia un’occasione di rieducazione e redenzione’, prevedere ‘misure alternative che, oltre a prevenire la reiterazione di un reato, salvaguardino l’umanità e favoriscano il reinserimento nella società’.
L’insegnamento della religione
Il Consiglio permanente ha poi approvato il documento ‘L’insegnamento della religione cattolica: opportunità di formazione e dialogo’, per sottolinearne l’attualità, così come “il profilo e l’impegno educativo dell’insegnante di religione, il ruolo della comunità ecclesiale”.
Baturi su politica e autonomia
Nell’incontrare i giornalisti, il segretario della Cei, monsignor Giuseppe Baturi, è quindi tornato a parlare dell’impegno dei cattolici in politica, ribadendo che seppur non vi sia “un progetto politico-partitico”, si registra però “un desiderio di partecipazione dei cattolici molti dei quali già impegnati nella società”. A questo proposito quindi, i vescovi italiani guardano “con fiducia” a esperienze come quelle di Milano, l’incontro di Comunità Democratica, e di Orvieto, quello di Libertà eguale, ritenute dal segretario Cei “positive”, tanto da auspicarne “altre dieci” poiché “è un fermento che ci dà tanta speranza”. Baturi è poi intervenuto sul referendum per abrogare la legge sull’autonomia differenziata, che la Corte costituzionale ha stabilito essere inammissibile. L’autonomia deve garantire la solidarietà sul territorio, “a noi interessa – son quindi state le parole di Baturi – potere intervenire perché siano sempre rispettati i diritti costituzionali e la possibilità di accedere a condizioni di vita dignitose su tutto il territorio, nella legittima autonomia e nella necessaria solidarietà”.
Cei su Trump: no a politiche contro dignità umana
Interrogato sui primi provvedimenti decisi dal neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump, l’arcivescovo ha ribadito che ai vescovi italiani “interessa la dignità dell’uomo, la protezione della vita che si misura in termini di accoglienza e accompagnamento”. Dunque, le “politiche, o anche parole, che possano essere un danno alla dignità dell’uomo troveranno il nostro dissenso. Già parlare degli uomini in questo modo, da qualunque parte arrivi, fa male”.
Sugli abusi far “emergere il sommerso”
Infine, sulla vicenda dei presunti abusi di un sacerdote a Piazza Armerina, in provincia di Enna, che ha visto anche il vescovo Rosario Gisana rinviato a giudizio per falsa testimonianza, Baturi ha indicato come la Cei non possa “non pensare alle vittime”. Nel ricordare che il processo dovrebbe cominciare a maggio, e che il vescovo si è dichiarato sereno rispetto al lavoro che la magistratura condurrà per accertare la sua estraneità alle accuse, il segretario generale della Cei ha quindi sottolineato che, in questi casi, nei confronti del vescovo “è la Santa Sede ad assumere iniziative”, ribadendo che i vescovi italiani collaboreranno “in modo pieno”, rispetto alle decisioni che verranno prese. “A noi – è stata quindi la conclusione – ci muove la vicinanza al dolore delle vittime e la necessità che i processi accertino la verità”. Baturi, che ha indicato l’obiettivo della Cei di “far emergere il sommerso”, ha quindi definito “un’esperienza” alla quale si guarda positivamente e che verrà studiata, quella condotta dalla diocesi di Bolzano e Bressanone che ad uno studio tedesco ha commissionato un report sugli abusi sessuali compiuti dai sacerdoti della diocesi dal 1963 al 2023.
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