L’eolico soffre, prezzo dell’elettricità da record. Parte il tavolo Ue sull’auto. Ppe contrario a politiche Ue energia e clima

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La produzione di energia eolica in Ue cala e il prezzo dell’elettricità sale a livelli record. Parte il tavolo Ue che deciderà il futuro dell’industria Ue dell’auto. Ppe contrario a politiche Ue energia e clima. La rassegna Energia

L’assenza di vento fa schizzare in alto il prezzo dell’elettricità, che raggiunge il record da fine gennaio 2023. Infatti, il prezzo che stabilisce la base per le bollette di famiglie e imprese ha raggiunto i 192,84 euro al megawattora. Il responsabile principale è il calo della produzione di energia eolica in Germania e Francia. Accende i motori il tavolo che potrebbe decidere il futuro dell’auto elettrica. I temi principali all’ordine del giorno sono tanti: transizione verso l’elettrico, multe sulle emissioni di CO2, neutralità tecnologica, investimenti sulle colonnine di ricarica e creazioni di fondi ad hoc per sostenere le imprese e l’acquisto di macchine green in Ue. Per la prima volta il Ppe, Partito Popolare europeo, dice no alle politiche climatiche dell’Ue. Il partito europeo chiede di eliminare gli obblighi sulle rinnovabili e sulle case. Inoltre, il Ppe propone di sospendere per due anni le direttive sulla rendicontazione e sulla sostenibilità, la tassonomia e il dazio sul carbonio alla frontiera (Cbam).

ENERGIA, L’ASSENZA DI VENTO PESA IN BOLLETTA

L’assenza di vento fa schizzare in alto il prezzo dell’elettricità, che raggiunge il record da fine gennaio 2023. Infatti, il prezzo che stabilisce la base per le bollette di famiglie e imprese ha raggiunto i 192,84 euro al megawattora. Il responsabile principale è il calo della produzione di energia eolica in Germania e Francia.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

“Elettricità a caro prezzo, ancora una volta. Ieri il Pun registrato dal Gestore dei mercati energetici (Gme), il prezzo che stabilisce la base per le bollette di famiglie e imprese, ha raggiunto i 192,84 euro al megawattora, il secondo livello più alto dal picco di fine gennaio 2023. È da giorni che il dato si attesta sopra i 140 euro, la soglia che, diceva mesi fa il ministro Gilberto Pichetto Fratin, avrebbe condotto l’Italia al fallimento. In uno scenario già teso, complici il clima rigido e le scorte di gas in calo (proprio ieri la capienza dei serbatoi italiani si è ridotta sotto il 70%), a innescare la recente fiammata è stata l’assenza di vento in Europa che ha ridotto al minimo la produzione di energia eolica in Francia e Germania. In particolare, a causa del fenomeno Dunkelflaute, ovvero nubi e poco vento che comprimono la produzione da fonti rinnovabili, Berlino è stata costretta ad abbandonare lo storico ruolo di polmone d’Europa, trasformandosi in importatore netto. (…) L’effetto sono quotazioni frenetiche, che possono avanzare di parecchi punti anche in tempi molto brevi, per poi tornare indietro con la stessa rapidità. (…) Se l’elettricità rincara, le prime a soffrire sono le imprese energivore. «Le prospettive per il 2025 non sono serene», ha affermato ieri in audizione alla Camera il delegato del presidente di Confindustria per l’energia, Aurelio Regina”, si legge su La Repubblica.

“L’Italia, «il mercato elettrico più caro d’Europa», calcola il prezzo dell’elettricità su quello del gas, che nelle ultime settimane viaggia tra i45-50 euro al megawattora. Secondo le stime dell’associazione degli industriali, con i prezzi in rialzo in Europa questo meccanismo avrà un impatto di oltre 10 miliardi sulla spesa delle famiglie e delle imprese italiane, minandone la competitività. Per cercare di mitigare il danno, Confindustria propone di dare «un ruolo attivo» al Gestore del servizi energetici (Gse), perché come «acquirente centralizzato di energia rinnovabile» possa «stipulare direttamente contratti di lungo termine, in modo da aumentare la liquidità del mercato» e «ricontrattualizzare » l’energia «a beneficio di tutte le imprese consumatrici». (…) La proposta, dicono, «potrebbe garantire un risparmio pari a circa 5 miliardi l’anno» dei costi dell’energia, arrivando a contrattualizzarla per «tutte le imprese a 65 euro/MWh»”, continua il giornale.

PARTE IL TAVOLO UE SULL’AUTO ELETTRICA

“Il confronto, che con molta probabilità in alcuni momenti si trasformerà in uno scontro con effetti politici, si aprirà il 30 gennaio a Bruxelles. Transizione verso l’elettrico, multe sulle emissioni di CO2, neutralità tecnologica, investimenti sulle colonnine di ricarica e creazioni di fondi ad hoc per sostenere le imprese e l’acquisto di macchine a emissioni zero in Europa. Sono solo alcuni dei temi che finiranno sul tavolo del dialogo strategico sull’industria dell’auto nella Ue. (…) la data del 2035, quando in Europa si dovranno vendere auto nuove a zero emissioni, fa paura a costruttori, imprese dell’indotto, sindacati e principali Paesi produttori. Non è tanto la scadenza, ma il percorso di avvicinamento che per molti va cambiato. Pensiero che ha mosso il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, autore del dossier per anticipare al 2025 la revisione degli step per arrivare al traguardo. Oggi sarà a Strasburgo. Lo scopo è incontrare i vicepresidenti della Commissione Ue Raffaele Fitto ed Henna Virkkunen, oltre ai commissari Oliver Varhelyi e Andrius Kubilius. (…) I punti chiave della discussione? «Innovazione, transizione pulita e decarbonizzazione, competitività e resilienza, relazioni commerciali e parità di condizioni internazionali, nonché semplificazione normativa e ottimizzazione dei processi»”, si legge su La Repubblica.

“Sulla base del dialogo, il commissario ai Trasporti, Apostolos Tzitzikostas, elaborerà un piano d’azione per l’automotive. Anche se le primissime misure saranno già contenute nel Clean industrial deal che verrà varato il 26 febbraio. Non è poi un caso che il greco Tzitzikostas sia espressione del Ppe: i popolari europei, pur avendo sostenuto il precedente regolamento, ora appoggiano modifiche e allentamento delle regole. Posizione opposta rispetto a quella della spagnola e socialista Teresa Ribera, vicepresidente con delega alla Transizione. Già si prevedono scintille politiche. (…) «Se la domanda non riprenderà e l’Europa non riacquisterà competitività, l’ondata di perdite di posti continuerà per molti anni ancora», dicono i vertici della Clepa, l’associazione che raggruppa l’indotto auto del Vecchio Continente. (…) il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, rimarca: «L’Europa faccia marcia indietro sulle multe ai costruttori e sullo stop ai motori endotermici nel 2035»”, continua il giornale.

ENERGIA, PPE METTE IN DISCUSSIONE LE POLITICHE UE

“Contrordine compagni: il Partito popolare europeo, per la prima volta, mette in discussione le politiche climatiche dell’Unione europea. La critica arriva dal documento conclusivo dell’incontro del partito svoltosi a Berlino. Al centro dell’attacco non ci sono gli obiettivi climatici: il Ppe ribadisce l’importanza della decarbonizzazione. C’è il modo in cui l’Europa intende raggiungerli, attraverso tonnellate di regolamentazioni, dall’energia alla reportistica nei bilanci fino al digitale. (…) Ma è su energia e clima che, appunto, l’aggiustamento di rotta è più sonoro: il Ppe chiede, anzitutto, di sospendere per due anni le direttive sulla rendicontazione e sulla sostenibilità, la tassonomia e il dazio sul carbonio alla frontiera (Cbam) (…) il Ppe attacca altri due obiettivi: l’efficienza energetica (“non c’è bisogno degli obblighi di ristrutturazione per i proprietari di casa”) e le rinnovabili (“non siamo favorevoli a un obiettivo distinto per la quota di energia rinnovabile”)”, si legge su Il Foglio.

“In concreto, significa attribuire la massima centralità al meccanismo di scambio delle quote di emissione Ets ed equiparare tutte le tecnologie low-carbon, inclusi nucleare e Ccs, facendo venire meno lo status privilegiato delle rinnovabili. (…) Resta da capire che conseguenze questo avrà per il Ppe, per la presidente Ursula von der Leyen (che ne è la più importante esponente) e per il Pse, che coi popolari sostiene la Commissione ma che non può condividere le posizioni dei popolari su questi temi”, continua il giornale.



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