i catalizzatori per il 2025

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“Si scorgono diversi potenziali catalizzatori che potrebbero dare slancio alle azioni europee nel 2025”. È quanto sostiene Mathias Büeler, CFA e Portfolio Manager di Robeco.

In particolare, l’esperto segnala la riduzione delle turbolenze politiche, la politica monetaria accomodante della BCE e l’aumento della spesa per consumi. Inoltre, Mathias Büeler evidenzia alcuni segnali di un aumento della domanda di credito da parte delle famiglie dell’Eurozona.

Nell’analisi seguente, l’esperto sviluppa questi temi.

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Se vogliamo credere alle favole, le azioni europee sono da tempo una delle sorellastre di Cenerentola, impersonata dai titoli azionari statunitensi. In ritardo rispetto alle omologhe americane da anni, le azioni europee non hanno beneficiato di quel dinamismo economico più favorevole che ha sostenuto la crescita oltreoceano. Tuttavia, la storia europea potrebbe avere un lieto fine.

Si scorgono diversi potenziali catalizzatori che potrebbero dare slancio alle azioni europee nel 2025 e condurre questa storia verso un lieto fine. Tra questi si annoverano la riduzione delle turbolenze politiche, un cessate il fuoco in Ucraina, la ripresa della Cina, la politica monetaria accomodante della BCE e l’aumento della spesa per consumi.

 

I consumatori europei possono tornare a spendere

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Gran parte della spinta per tornare a crescere proviene dal potere di spesa dei consumatori, che in ultima analisi determinano il successo di qualsiasi economia. Negli Stati Uniti, terminata la pandemia, la spesa per consumi è tornata sui livelli precedenti, mentre in Europa, dove i tassi di risparmio sono molto più alti, la ripresa è stata più stentata.

La spesa per consumi degli americani si conferma un importante volano di crescita negli Stati Uniti ed è il principale motivo per cui l’economia statunitense continua a crescere più velocemente di quella europea. Negli USA l’occupazione è solida e l’inflazione è diminuita, mentre i più cauti consumatori europei sono più focalizzati sulla ricostruzione delle loro finanze, anziché sulla spesa. Il tasso di risparmio delle famiglie è nettamente superiore alla media di lungo periodo a causa delle incertezze, in particolare la guerra in Ucraina.

In futuro il miglioramento del sentiment dovrebbe favorire una ripresa dei consumi. La diminuzione dei tassi di interesse sui risparmi offerti dalle banche potrebbe anche innescare una mentalità meno frugale nei consumatori europei.

 

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Una maggiore domanda di credito

Per coloro che hanno ancora bisogno di finanziamenti, dalla metà del 2023 i criteri per la concessione del credito alle imprese in Europa sono diventati meno rigorosi, favorendo la risalita della domanda da livelli contenuti. Insieme al calo dei tassi d’interesse e ad una politica monetaria sempre più accomodante, ciò potrebbe innescare una ripresa degli investimenti, in particolare nell’edilizia, un settore sensibile ai tassi.

Si scorgono, inoltre, alcuni segnali di un aumento della domanda di credito da parte delle famiglie dell’Eurozona, che in novembre è cresciuta al ritmo più rapido dei precedenti 18 mesi. In particolare, la domanda di prestiti legati all’abitazione ha registrato una marcata ripresa grazie alle previste riduzioni dei tassi d’interesse e al miglioramento delle prospettive del mercato immobiliare.

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Divergenza tra USA ed Europa sulla politica monetaria

Il differenziale di interesse che riduce l’attrattiva del risparmio e abbatte il costo dei finanziamenti in Europa si sta ampliando a causa delle diverse politiche delle banche centrali sulle due sponde dell’Atlantico.

La BCE ha ridotto i tassi quattro volte nel 2024 e non ha escluso la possibilità di un ulteriore allentamento nel corso di quest’anno. Ciò ridurrà gli oneri finanziari per le società europee, in particolare per le piccole e medie imprese che fanno maggiore ricorso ai prestiti bancari piuttosto che all’emissione di titoli corporate.

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Il minor livello relativo dei tassi d’interesse sarà probabilmente vantaggioso per la maggior parte delle imprese europee, in particolare per le mid cap che tendono ad avere più debito a tasso variabile. Resta da vedere se i minori costi di servizio del debito si tradurranno in un aumento sostanziale degli utili societari europei nel 2025, ma siamo moderatamente ottimisti al riguardo.

Il mercato azionario europeo è meno interessato dalla frenesia per l’IA, ma nel Vecchio Continente non mancano i settori con un vantaggio competitivo a livello globale, che sia la leadership dell’industria aerospaziale civile, la produzione di beni di extralusso, la transizione energetica e la proprietà intellettuale nel comparto farmaceutico.

 

La titolarità dell’analisi che qui riportiamo è dell’autore della stessa, e l’editore – che ospita questo commento – non si assume nessuna responsabilità per il suo contenuto e per le finalità per cui il lettore lo utilizzerà.

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