Rincari, perché in Toscana i prezzi sono aumentati di più

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Il nuovo anno porta brutte sorprese per le tasche delle famiglie costrette a fare i conti con il rincaro di generi alimentari, bollette, pedaggi autostradali, vacanze e ristoranti. Nonostante l’assestamento dell’inflazione, che nel 2024 ha registrato una crescita annua del +1%, alcuni beni e servizi continuano a registrare sensibili rincari (a volte sfuggono da ogni controllo) , pesando in modo significativo sulle tasche dei consumatori. Lo afferma il Codacons, che ha analizzato voce per voce l’andamento annuo dei listini al dettaglio dei vari prodotti e servizi che compongono il paniere Istat sull’inflazione.

Olio, il re dei rincari

Il record dei rincari per il 2024 (il dato nazionale è in linea con quello regionale) spetta all’olio d’oliva che, rispetto all’anno precedente, registra un aumento medio dei prezzi del 30%, spiega il Codacons. Al secondo posto della classifica troviamo i pacchetti vacanza nazionali, che su base annua salgono del 16,6%, al terzo posto i supporti per la registrazione di immagini, suoni e video (+10,7%) . Aumentano di oltre il 10% i gioielli: i prezzi risentono dell’incremento del valore dell’oro considerato bene rifugio per investimenti. Mentre i biglietti delle manifestazioni sportive rincarano del 9,8%; la frutta con nocciolo (albicocche, ciliegie, pesche, prugne) sale del 9,8%, le assicurazioni connesse alle abitazioni del 9,3%, i frutti a bacca (uva, fragole, frutti di bosco) del 9,1%, i servizi ricreativi e sportivi dell’8,8%. Chiude la top ten dei rincari la voce servizi di alloggio in altre strutture (b&b, case vacanza) con una crescita media del +7,3%. Non va meglio per l’anno appena iniziato.

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La Toscana va peggio di altre regioni

In Toscana i rincari in alcuni settori sono ancora più pesanti rispetto al dato nazionale. È quanto afferma Laura Grandi, presidente di Federconsumatori Toscana. «Abbiamo fatto un’analisi la scorsa settimana – spiega – il nostro Osservatorio Nazionale ha calcolato che, nel nuovo anno, si prospetta un aggravio di + 912,20 euro annui a famiglia. In Toscana i rincari, specialmente in alcuni settori, come quello della ristorazione, si fanno sentire di più nelle città turistiche». Il 2025 parte dunque con una«stangata e altri rincari, come ci dicono sia i nostri rilevatori che le segnalazioni che riceviamo dai cittadini». Soltanto per i generi alimentari l’aumento stimato è del 4,5% (circa 330 euro in più rispetto all’anno scorso) , tariffe di luce e gas dovranno fare i conti con un altro 7% in più, stando a Federconsumatori Toscana.

I rincari nella ristorazione e la previsione sul caffè

«C’è un dato destinato a pesare sulle abitudini dei toscani ed è quello della ristorazione – aggiunge Laura Grandi – Se il dato nazionale parla di un aumento previsto del 3% dei costi, quello regionale si assesta sul 5%. A Firenze per una pizza margherita e una Coca cola si arriva a spendere anche 25 euro, così come al ristorante un primo può costare anche 18 euro. Spesso riceviamo segnalazioni sull’alto costo delle bevande e del caffè. Se continua questo trend una tazzina di caffè arriverà a costare 2 euro».

Dove si paga di più
Insomma «andare a mangiare una semplice pizza sta diventando un lusso» aggiunge, snocciolando dati che fanno pensare. «Nella ristorazione alla fine del 2024 i prezzi più alti si sono registrati nelle città d’arte, a Firenze, Lucca e provincia (con numeri che comprendono anche la Versilia) , Siena e Pisa». La lista dei costi destinati a salire comprende anche le prestazioni sanitarie (2,6%) , prodotti per la casa (2,5%) , scuola, mense, libri (3% circa) .

Affitti e polizze assicurative

«Anche il mercato degli affitti in Toscana merita di essere monitorato – aggiunge la presidente di Federconsumatori regionale – in Toscana si registrano aumenti su una media del 5%, così come dovremo fare i conti con polizze assicurative per le auto sempre più care». Su questi temi Federconsumatori Firenze ha effettuato nei mesi scorsi un’indagine conoscitiva. «Su un campione di 297 utenti che si sono raffrontati con gli sportelli dell’Associazione fiorentina di Federconsumatori, tra il primo ottobre 2024 e il 31 dicembre 2024, la quasi totalità del campione ci ha detto di aver mutato in maniera drastica il loro modo di affrontare la vita quotidiana e l’approccio alle spese natalizie». Il 72% ha fortemente limitato i consumi domestici di energia elettrica e riscaldamento, per citare alcuni dati. Il 56% ha limitato gli acquisti alimentari (compreso il pane, il cui prezzo è lievitato) . Il 79% ha eliminato ristoranti e altre attività ricreative nel periodo natalizio. «Il 7%, e questo è un altro dato che deve fare riflettere, ha invece dovuto tagliare proprio beni di prima necessità, come pasta, pane, latte – aggiunge Grandi – La paura di ulteriori aumenti del costo della vita, la sensazione di insicurezza, legata al costo dei servizi energetici induce molti alla prudenza, oppure a rinunciare per non trovarsi in difficoltà. Certamente i numeri dipingono bene la difficile situazione che le famiglie stanno vivendo e su cui bisognerà intervenire per mettere un freno a questo trend in continua crescita».

 

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