Nuovo nomenclatore prestazioni, Anisap Basilicata: “ultima chiamata” a Regione Basilicata e politica

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Il Nuovo Nomenclatore delle Prestazioni, in vigore dal 30 dicembre scorso, a seguito di un Decreto Ministeriale, risulta insostenibile dal punto di vista economico. Questo perché costringe i laboratori di analisi ad erogare i loro servizi a costi inferiori a quelli di produzione. Le conseguenze si ripercuotono su cittadini e personale dei laboratori.

Il presidente Anisap Basilicata, Roberto Cicchetti, chiarisce quali sono gli effetti di un provvedimento, oramai applicato da circa 20 giorni, senza un minimo ragionamento critico preliminare, soprattutto in una regione come la Basilicata nella quale c’è necessità di potenziare sui territori i servizi alla salute.

“La condizione determinata dal Nuovo Nomenclatore – sottolinea Cicchetti – non potrà essere sostenuta a lungo in quanto le prestazioni di laboratorio sono caratterizzate da costi di produzione articolati e complessi che non possono essere ridotti più di quanto non sia già stato fatto negli ultimi anni a seguito di tagli tariffari del 2012. Una ulteriore contrazione tariffaria determina, inevitabilmente, una significativa riduzione dell’attività dei laboratori convenzionati a favore del cittadino, con la conseguente perdita di utenza costretta a rivolgersi alle strutture pubbliche che vedranno aumentare a dismisura le liste d’attesa. Questo si traduce in un impegno economico supplementare a carico del cittadino, per fruire di  tutte quelle prestazioni che, essendo sotto costo, non potranno essere erogate in convenzione per il SSN”.

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Il presidente Anisap precisa: “Non si tratta soltanto di una problematica puramente economica che, come si può ben immaginare, pesa sulle spalle delle strutture di laboratorio accreditate, ma di una problematica di carattere sociale che ha conseguenze importanti sia sulla salute del cittadino che sul livello occupazionale. Infatti si perderanno inevitabilmente ore di lavoro e molto probabilmente interi posti di lavoro, occupati oggi da una buona quota di laureati under 40. La preoccupazione  riguarda, pertanto, anche la tenuta occupazionale del settore sanitario dei laboratori di analisi. Senza un rapido intervento correttivo, purtroppo, si assisterà ad una progressiva perdita di posti di lavoro nel prossimo futuro, che interesserà biologi, patologi clinici, microbiologi, tecnici di laboratorio, amministrativi, tutti profili di alto livello che la nostra Regione non può permettersi di perdere”.

Il nuovo scenario che riguarda prestazioni e servizi di cura e prevenzione della salute è stato di recente posto all’attenzione della Regione Basilicata dalle organizzazioni di rappresentanza sindacale maggioritarie del settore, Anisap Basilicata – Federbiologi – Federlab che hanno dichiarato il concreto rischio relativo alla impossibilità di erogazione da parte delle strutture di laboratorio della regione di numerose prestazioni che sono parte integrante, in quanto ad alto valore clinico, di svariati percorsi diagnostici di patologie croniche e che risultano palesemente sotto costo, sia per strutture a più ampia produttività che, soprattutto, per strutture a produttività inferiore, magari operanti proprio in territori svantaggiati dove è fondamentale l’esistenza di un “vero” presidio diagnostico. In merito a quest’ ultimo aspetto va segnalato che i laboratori sono realmente presidi diagnostici in cui operano professionisti della medicina di laboratorio in antitesi con quanto sta accadendo rispetto al ruolo di cui si stanno fregiando altre imprese sanitarie come le farmacie.

“Sappiamo bene che il Nuovo Nomenclatore Tariffario è funzionale alla applicazione dei LEA ormai in stand by dal 2017, ma a queste condizioni – aggiunge Cicchetti – non è praticabile dalle strutture accreditate, pertanto si assisterà inevitabilmente ad una applicazione parziale dei Livelli Essenziali di Assistenza. Occorre porre rimedio quanto prima, ovvero prima che le problematiche finanziarie di ciascuna impresa sanitaria possano prevalere sui principi assistenziali e sulla tenuta occupazionale. Come abbiamo già segnalato, la Regione Basilicata può intervenire con proprio provvedimento al fine di integrare le tariffe sotto costo, analogamente a quanto hanno già fatto, ad esempio, Lombardia ed Emilia Romagna.

E’ una possibilità prevista dalla Legge persino per le Regioni soggette ai piani di rientro. Si tratterebbe di una operazione di grande saggezza ed efficacia per garantire ai cittadini la possibilità di accesso alle cure e mantenere il livello occupazionale, soprattutto in Basilicata dove le opportunità di lavoro per laureati e personale specializzato sono sempre minori.

La nostra è una sorta di ultima chiamata alla Politica regionale.  Una ulteriore mancanza di sensibilità verso l’impatto negativo che questa situazione ogni giorno va consolidando, sarà devastante, soprattutto perché il suo peso si andrà ad aggiungere alle tante difficoltà che i Laboratori analisi stanno affrontando.

All’Assessore Latronico – conclude la nota Anisap a firma del presidente – chiediamo di occuparsi della problematica in tempi rapidi prima che gli effetti devastanti si riverberino su pazienti e lavoratori. L’Assessore trovi il tempo da dedicare alle associazioni di categoria rappresentative per trovare una rapida soluzione. In caso contrario le strutture accreditate di laboratorio di questa regione applicheranno soluzioni drastiche a tutela della propria sopravvivenza.

 



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