Il suo posto è accanto a Javier Milei, poco distante dal vicepresidente cinese Han Zheng, nella fila esterna del settore alle spalle del podio, quello dedicato ai predecessori del nuovo presidente americano e ai capi di Stato e governo ospiti. E da lì Giorgia Meloni partecipa solo a una delle varie standing ovation nella mezz’ora di discorso di insediamento, quando Donald Trump dichiara l’intenzione di essere “un pacificatore e un unificatore”. Ma non è certo l’unico passaggio significativo per il primo presidente del Consiglio italiano a partecipare alla cerimonia del giuramento a Capitol Hill. È anche l’unica leader europea in platea, con l’intenzione dichiarata di far rivestire all’Italia un “ruolo di ponte tra Stati Uniti ed Ue”, come hanno chiarito anche dal suo partito, grazie a “un rapporto privilegiato che restituisce centralità alla nostra nazione”. Quella di Meloni è una missione lampo, poco più lunga di quella di due settimane in Florida da Trump, cruciale per la liberazione di Cecilia Sala.
L’arrivo a Washington
Invitata personalmente dal tycoon e dalla figlia Ivanka, la premier ha sciolto le riserve solo a ridosso del viaggio, il cui senso ha poi inquadrato in un breve video diffuso da Palazzo Chigi. “È estremamente importante per una nazione come l’Italia, che ha rapporti estremamente solidi con gli Stati Uniti, dare una testimonianza della volontà di continuare e, semmai, rafforzare quella relazione in un tempo in cui le sfide sono globali e interconnesse”. Poi, al termine della cerimonia, il post con gli auguri di “buon lavoro” al presidente, accompagnato da una foto che risale all’incontro di Mar-a-Lago, e da una promessa strategica: “L’Italia sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità”.
Contatto con Ursula von der Leyen
Prima di volare a Washington, la premier si è sentita con Ursula von der Leyen, ma non in relazione alla missione in sé, precisano da Bruxelles. Anche perché l’insediamento è considerato dai vertici Ue “una cerimonia più che un incontro e non c’era esigenza di veicolare nessun messaggio a Trump attraverso Meloni”. Decisamente fredde anche le considerazioni di Parigi e Berlino. “La Francia commercia di più con l’Italia che con gli Stati Uniti e se ci sono dazi sui beni di lusso influenzeranno anche gli italiani – osserva il francese Stéphane Séjourné, vicepresidente della Commissione Ue -. Quindi abbiamo interesse a parlare con una sola voce a livello Ue, questa sarà la sfida per la Commissione”. Un breve incontro fra la premier e il successore di Joe Biden veniva definito altamente probabile, a inizio giornata, negli ambienti politici e diplomatici di Washington. “Durante o dopo il pranzo per i cosiddetti dignitari, dopo l’insediamento”, la previsione di Carlo Fidanza, presente nella delegazione Ecr con un altro esponente di FdI, Antonio Giordano, così come il deputato meloniano Andrea Di Giuseppe, e il leghista Paolo Borchia nella delegazione dei Patrioti.
Le reazioni politiche
Meloni ha partecipato alla funzione religiosa nella chiesa di St John, vicino alla Casa Bianca, assieme fra gli altri a Elon Musk e alcuni degli ospiti internazionali invitati dal nuovo presidente degli Usa. Fra cui appunto il leader argentino Milei, la cui confidenza con la premier è confermata dalle risate che i due si sono scambiati a Capitol Hill, prima di prendere posto nel settore dove sedeva anche il numero uno del calcio mondiale, il presidente della Fifa Gianni Infantino. “Non è l’Italia a essere in prima fila, ma è Giorgia Meloni che ha portato l’Italia in prima fila”, sottolinea il ministro della Difesa Guido Crosetto. “Meloni si è prefissata l’obiettivo di fare da testa di ponte tra Usa e Europa, vediamo se ci riuscirà”, nota il leader di Iv Matteo Renzi. E fra le opposizioni lo scetticismo abbonda. La premier, è convinto il segretario di Azione Carlo Calenda, “proverà a proporsi come la vassalla di Trump in Europa, sperando che magari non metta i dazi sul Parmigiano Reggiano, non capendo che se cade l’Europa cade l’Italia”. “Mi domando quale sia il messaggio che l’Italia voglia inviare al mondo – aggiunge Angelo Bonelli, di Avs -. È forse quello di distanziarsi dall’Europa, preferendo inseguire nostalgie sovraniste e alleanze con leader divisivi come Trump?”.
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