“Non abbiamo più tempo”. Faccio mia la frase citata nel programma politico – amministrativo dalla compianta on. Jole Santelli nelle elezioni regionali del 2020. Secondo l’ONU, il 56% della popolazione mondiale vive in città ed entro il 2050 si attende una concentrazione che sfiora il 70%. Cosa succede a Lamezia Terme? In 20 anni la città ha perso 3 mila residenti e, se si considera l’età media della popolazione, ha visto aumentare l’indice da 37,9 anni del 2002 a 44,4 anni del 2023. L’OCSE, l’Organizzazione mondiale per la cooperazione e lo sviluppo economico, stima che la domanda di mobilità in ambito urbano raddoppia, rispetto al 2015, entro il 2050. La nostra ISTAT, nel 2024, ha stimato 98 milioni di spostamenti/gg di cui il 40% effettuati entro i 25 km ed il 66% entro una distanza di 50 km. Questi sono dati che interessano da vicino la nostra città che negli ultimi 20 anni ha visto aumentare la sua quota di mobilità (% di persone che si spostano in città), passando dal 36% del 2001 al 45% del 2019. Quasi la metà della popolazione si sposta ogni giorno con il mezzo prevalente, l’autovettura. Ed il Trasporto pubblico? Il Piano Regionale dei Trasporti della Regione Calabria, cita “a fronte di 1,7 M€ di corrispettivo (soldi pubblici) trasmesso a Lamezia Multiservizi sono offerti servizi per 720 mila bus*km/anno”. Questo cosa vuol dire? Lo spiego subito. Da un veloce benchmarking sui servizi di TPL offerti in città simili a Lamezia in termini di Efficacia (ovvero km di TPL offerti per abitante) emerge che l’indice corrispondente a Lamezia Terme è pari a 11 km/ab, soltanto superiore a piccoli centri come San Benedetto del Tronto, inferiore del 50% rispetto al valore medio, pari a 22 km/ab. Il confronto è stato realizzato su città come Aosta, appunto San Benedetto del Tronto, Ancona, Ascoli Piceno, Cesena, Civitanova Marche, Mantova, Nuoro, ecc. Non proprio città trascurabili! Sintesi della realtà in cui Lamezia in questi anni è rimasta ferma, mentre le altre città calabresi hanno programmato, pianificato, progettato, realizzato. Catanzaro, con il sistema metropolitano “Catanzaro città – Germaneto”, il collegamento ferroviario metropolitano tra la nuova stazione FS di Catanzaro – Germaneto e l’attuale stazione di Catanzaro Sala e l’adeguamento a linea metropolitana della rete ferroviaria esistente nella valle della Fiumarella tra Catanzaro Sala e Catanzaro Lido quale link di connessione Ionio – Tirreno. Cosenza, con il sistema di mobilità in fase di organizzazione e modernizzazione, che prevede un nuovo trasporto pubblico tra la città ed il suo hinterland, in vista della futura Grande Cosenza. Reggio Calabria, con il suo sistema di trasporti integrato con l’area metropolitana Stretto, servizi di TPL e mobilità integrati e coordinati tra Reggio e Messina. Crotone, che giusto in questi giorni ha rinnovato totalmente il parco rotabile del servizio urbano ed extraurbano con mezzi ibridi e si appresta a riorganizzare la rete dei servizi di TPL formulando alla Regione un aumento dei bus*km/anno. Corigliano – Rossano, attraverso il “Piano strategico della nuova mobilità pubblica urbana”, ha ridisegnato il trasporto pubblico locale con nove linee a supporto della città estesa, una circolare che unisce i due centri urbani, due stazioni di interscambio, 65 fermate. Lamezia Terme? Si limita a comunicare gli obiettivi raggiunti dalla propria municipalizzata purtroppo non constatabili sul territorio. Niente di più. Con le prossime elezioni amministrative la città ha un’opportunità unica, una nuova consapevolezza che deve porre al centro del nuovo sistema dei trasporti e della mobilità, il cittadino. La Lamezia del futuro deve avere un sistema di trasporti efficiente, accessibile e sostenibile, che migliori la qualità della vita dei cittadini e favorisca lo sviluppo economico, sociale, produttivo e turistico della città. Come? Innanzitutto realizzando un “Asse di forza del TPL” su gomma tra l’aeroporto di Lamezia, la stazione FS ed il centro di Sant’Eufemia ed i nuclei urbani di Sambiase e Nicastro. È un intervento possibile e realizzabile in uno scenario di breve termine (un paio di anni). E poi, disegnando un sistema di interscambio tra le direttrici ferroviarie «Cosenza – Catanzaro», la metropolitana «Catanzaro – Germaneto», il servizio urbano ed extraurbano, perché è intollerabile assistere allo scempio di via Aldo Moro, un’arteria urbana assediata, e non controllata, da parcheggi abusivi delle automobili, a causa della mancanza della sosta nel frattempo occupata dai mezzi pubblici. Non dobbiamo dimenticare le aree maggiormente periferiche e a minor domanda (mi riferisco alle tantissime località collinari e montane di Lamezia dove risiedono, complessivamente, migliaia di cittadini che devono avere la possibilità di spostarsi con i mezzi pubblici) attraverso il ridisegno dei collegamenti da/per i tre nuclei urbani, le aree esterne ed interne della città. Instaurare nuove politiche di mobilità sostenibile (con l’utilizzo del MAAS – Mobility As A Service e dell’infomobilità) ed avviare servizi di sharing con “bike” e “car” (piattaforme informative on-line e app) elettrici, con appositi spazi per i punti di ricarica nell’ambito di azioni di valorizzazione e promozione del territorio deve essere una prerogativa della prossima Amministrazione. Adottando anche politiche restrittive a favore della «mobilità dolce» all’interno dei centri storici, che necessariamente devono riprendere la propria valenza ed identità territoriale. Azioni fattibili e realizzabili nella prossima agenda di governo della città, introducendo percorsi evolutivi di trasformazione della governance di Lamezia Multiservizi, azienda di proprietà dell’Amministrazione Comunale (nostra, in fondo, grazie ai contributi versati dai cittadini), puntando ad una città smart, sostenibile, accessibile ed intermodale. La città ha bisogno di essere risollevata. Questo è il momento opportuno.
* Manager nel settore dei trasporti
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