Francesco indica “un cammino di speranza”. Le tre azioni possibili

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Tre azioni consigliate dal Papa per pacificare l’umanità. Oggi nel mondo sono attivi 56 conflitti, il numero più alto mai registrato dalla fine della Seconda guerra mondiale. È il dato che emerge dall’edizione 2024 del Global peace index, pubblicato a giugno dall’Institute for Economics & Peace. Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), nel 2022 la spesa militare mondiale si è attestata intorno ai 2.240 miliardi di dollari. Un dato che dal 2015 a questa parte risulta in continuo aumento. Rispetto alle rilevazioni del 2021 è cresciuto del 3,7%, ma se si guarda al 2013 è aumentato del 19%. 2.240 miliardi di dollari corrispondono al 2,2% del Pil mondiale. Quindi, facendo un semplice calcolo, si stima che nel solo 2022 siano stati spesi circa l’equivalente di 282 euro per persona, tra armamenti, veicoli militari e spese varie. Il debito pubblico globale potrebbe toccare i 100.000 miliardi di dollari entro l’anno, portandosi a una quota pari al 93% del Pil mondiale. Le previsioni a fine decennio confermano una tendenza a crescere che farebbe raggiungere al debito il livello del Pil (il 100% entro il 2030). 55 stati mantengono in vigore la pena di morte nella legge o nella prassi. Ma quelli che eseguono condanne a morte sono un terzo.

Foto © Samantha Zucchi/Insidefoto/Image

Messaggio di pace

Nel messaggio per la 58° Giornata mondiale della pace papa Francesco indica “un cammino di speranza” da intraprendere attraverso “tre azioni possibili”. Spiega il Pontefice: “Se ci lasciamo toccare il cuore dai cambiamenti necessari, l’Anno di Grazia del Giubileo può riaprire la via della speranza per ciascuno di noi. La speranza nasce dall’esperienza della misericordia di Dio, che è sempre illimitata”. E aggiunge: “Dio, che non deve nulla a nessuno, continua a elargire senza sosta grazia e misericordia a tutti gli uomini. Dio non calcola il male commesso dall’uomo. Ma è immensamente ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato. Al tempo stesso, ascolta il grido dei poveri e della terra. Basterebbe fermarsi un attimo, all’inizio di quest’anno, e pensare alla grazia con cui ogni volta perdona i nostri peccati e condona ogni nostro debito. Perché il nostro cuore sia inondato dalla speranza e dalla pace. Per rimettere un debito agli altri e dare loro speranza occorre che la propria vita sia piena di quella stessa speranza che giunge dalla misericordia di Dio“. Inoltre “la speranza è sovrabbondante nella generosità, priva di calcoli, non fa i conti in tasca ai debitori, non si preoccupa del proprio guadagno. Ma ha di mira solo uno scopo: rialzare chi è caduto, fasciare i cuori spezzati, liberare da ogni forma di schiavitù“, sottolinea Jorge Mario Bergoglio.

Francesco
Foto di Steve Johnson: https://www.pexels.com/it-it/foto/candela-accesa-1007767/

Le tre azioni di Francesco

Per il Giubileo Francesco suggerisce tre azioni in grado di “ridare dignità alla vita di intere popolazioni e rimetterle in cammino sulla via della speranza“. Affinché si superi “la crisi del debito e tutti possano ritornare a riconoscersi debitori perdonati”. Sulle orme di Giovanni Paolo II, Jorge Mario Bergoglio sollecita “una consistente riduzione, se non proprio il totale condono, del debito internazionale, che pesa sul destino di molte nazioni“. Riconoscendo il debito ecologico, “i Paesi più benestanti si sentano chiamati a far di tutto per condonare i debiti di quei Paesi che non sono nella condizione di ripagare quanto devono”. Dunque non “un atto isolato di beneficenza che rischia poi di innescare nuovamente un circolo vizioso di finanziamento-debito“. Bensì “lo sviluppo di una nuova architettura finanziaria che porti alla creazione di una Carta finanziaria globale. Fondata sulla solidarietà e sull’armonia tra i popoli”. Francesco chiede “un impegno fermo a promuovere il rispetto della dignità della vita umana, dal concepimento alla morte naturale“. Perché ogni persona “possa amare la propria vita e guardare con speranza al futuro, desiderando lo sviluppo e la felicità per sé e per i propri figli”. Senza speranza nella vita, infatti, “è difficile che sorga nel cuore dei più giovani il desiderio di generare altre vite“. Perciò il Papa invita a “un gesto concreto che possa favorire la cultura della vita”. Ossia l’eliminazione della pena di morte in tutte le nazioni. Questo provvedimento, infatti, “oltre a compromettere l’inviolabilità della vita, annienta ogni speranza umana di perdono e di rinnovamento“.

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Francesco
Foto di Josh Eckstein su Unsplash

Appello papale

Richiamandosi a Paolo VI e Benedetto XVI, Francesco si fa portavoce delle giovani generazioni: “In questo tempo segnato dalle guerre utilizziamo almeno una percentuale fissa del denaro impiegato negli armamenti per la costituzione di un Fondo mondiale“. Con lo scopo di “eliminare definitivamente la fame”. E “facilitare nei Paesi più poveri attività educative e volte a promuovere lo sviluppo sostenibile, contrastando il cambiamento climatico”. Va eliminato, dunque, “ogni pretesto che possa spingere i giovani a immaginare il proprio futuro senza speranza. Oppure come attesa di vendicare il sangue dei propri cari”. Il futuro, infatti, è “un dono per andare oltre gli errori del passato, per costruire nuovi cammini di pace”. L’augurio di pace di Francesco è rivolto “ad ogni donna e uomo”. In particolare a chi “si sente prostrato dalla propria condizione esistenziale. Condannato dai propri errori. Schiacciato dal giudizio altrui”. A chi “non riesce a scorgere più alcuna prospettiva per la propria vita. Il Giubileo è “un evento che riempie i cuori di speranza”. E risale ” un’antica tradizione giudaica”. Quando “il suono di un corno di ariete (in ebraico yobel) ogni quarantanove anni ne annunciava uno di clemenza e liberazione per tutto il popolo“, evidenzia il Pontefice. Questo solenne appello “doveva idealmente riecheggiare per tutto il mondo per ristabilire la giustizia di Dio in diversi ambiti della vita. Nell’uso della terra. Nel possesso dei beni. Nella relazione con il prossimo. Soprattutto nei confronti dei più poveri e di chi era caduto in disgrazia. Il suono del corno ricordava a tutto il popolo, a chi era ricco e a chi si era impoverito, che nessuna persona viene al mondo per essere oppressa. Siamo fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre, nati per essere liberi secondo la volontà del Signore”.

credito: CARLO LANNUTTI

Giubileo di speranza

Osserva Francesco: “Anche oggi il Giubileo è un evento che ci spinge a ricercare la giustizia liberante di Dio su tutta la terra. Al posto del corno, all’inizio di quest’Anno di Grazia, noi vorremmo metterci in ascolto del grido disperato di aiuto che, come la voce del sangue di Abele il giusto, si leva da più parti della terra. E che Dio non smette mai di ascoltare”. Il Papa richiama l’attenzione su “tante situazioni di sfruttamento della terra e di oppressione del prossimo”. Talvolta queste ingiustizie assumono l’aspetto di quelle che Giovanni Paolo II definì “strutture di peccato”. Poiché “non sono dovute soltanto all’iniquità di alcuni, ma si sono consolidate e si reggono su una complicità estesa“. E così, secondo Jorge Mario Bergoglio, “ciascuno di noi deve sentirsi in qualche modo responsabile della devastazione a cui è sottoposta la nostra casa comune. A partire da quelle azioni che, anche solo indirettamente, alimentano i conflitti che stanno flagellando l’umanità“. Quindi si fomentano e si intrecciano sfide sistemiche, distinte ma interconnesse, che affliggono il nostro pianeta. Jorge Mario Bergoglio su riferisce, in particolare, “alle disparità di ogni sorta. Al trattamento disumano riservato alle persone migranti. Al degrado ambientale. Alla confusione colpevolmente generata dalla disinformazione. Al rigetto di ogni tipo di dialogo. Ai cospicui finanziamenti dell’industria militare“.

Foto di NoName_13 da Pixabay

Nuovo mondo

Sono tutti fattori di una “concreta minaccia per l’esistenza dell’intera umanità“. E “il disarmo del cuore è un gesto che coinvolge tutti. Dai primi agli ultimi. Dai piccoli ai grandi. Dai ricchi ai poveri”. A volte basta “qualcosa di semplice”. Come “un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito”. E “con questi piccoli-grandi gesti ci avviciniamo alla meta della pace. Vi arriveremo più in fretta, quanto più, lungo il cammino accanto ai fratelli e sorelle ritrovati”. Poi “ci scopriremo già cambiati rispetto a come eravamo partiti”. Infatti “la pace non giunge solo con la fine della guerra. Ma con l’inizio di un nuovo mondo in cui ci scopriamo diversi. Più uniti e più fratelli rispetto a quanto avremmo immaginato”. Deforestazione, cambiamenti climatici, riscaldamento globale, inquinamento atmosferico e inquinamento dell’acqua e scarsa biodiversità minano l’ecosistema causando gravi danni alla salute umana. L’agenzia europea per l’ambiente ha calcolato un indicatore per stimare le perdite economiche legate a eventi climatici estremi. Nell’Unione europea nel 2022 ci sono stati 52,3 miliardi di euro di danni. I danni più costosi tra 1980 e 2022 si sono registrati in Slovenia: 3.245 euro pro capite.



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