Scuola, calano i nuovi nati e si cancellano classi anche a Bologna. Ma c’è chi protesta: «Si risparmi altrove»

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di
Francesca Blesio

Lettera di 140 genitori sul taglio nella scuola «Progetto 1-6». L’assessore Ara: «Le risorse andranno ai nidi»

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È di poche settimane fa l’annuncio del Comune di Bologna di un taglio alle risorse destinate alle scuole dell’infanzia per potenziare i nidi, anche sulla base delle previsioni demografiche e quindi dei livelli di utenza potenziale. «La tendenza delle iscrizioni registrata negli ultimi tre anni e i dati sulle nascite suggeriscono una diminuzione sull’utenza potenziale del prossimo anno scolastico (nati/e nel 2022) rispetto ai precedenti – si poteva leggere nella nota diffusa da Palazzo d’Accursio -. Grazie all’analisi della distribuzione territoriale della domanda effettiva del servizio, è inoltre possibile prevedere in alcuni casi anche una rimodulazione del numero delle sezioni attive di scuola dell’infanzia comunale con l’obiettivo di impiegare queste risorse per potenziare l’offerta di posti nido, dove si registra ancora un’importante lista d’attesa per i bambini e le bambine sotto i 12 mesi». Al quartiere Porto-Saragozza, ad esempio, è «possibile prevedere la riduzione da tre a due sezioni per la scuola Progetto 1-6», continuava l’amministrazione. Confermando però anche l’ampliamento dell’orario delle scuole statali dalle 7.30 alle 17.30 «a spese» del Comune. Un gruppo di genitori della scuola Progetto 1-6 e dei nidi Coccheri e Calicanto ha scritto una lettera al sindaco Matteo Lepore, all’assessore Daniele Ara e al presidente del quartiere Lorenzo Cipriani in cui manifesta tutta la propria contrarietà nei confronti di questa decisione e chiede di tornare indietro. In calce: 140 firme.

L’opposizione

«Ci opponiamo alla decisione di cancellare una sezione della scuola dell’infanzia Progetto 1-6 di via Pier de Crescenzi. Questa scelta, a nostro avviso, avrà gravi conseguenze sul piano educativo e sociale», scrivono i genitori per introdurre i contenuti della lettera. «La cancellazione mette a rischio la continuità educativa per le famiglie con più figli, costringendoci a dividere i nostri bambini tra scuole diverse e creando notevoli difficoltà logistiche. Inoltre – affermano le famiglie – la riduzione delle sezioni porterà alla frammentazione dei gruppi esistenti, con ripercussioni sul processo di socializzazione e sulla serenità dei nostri figli, che si vedranno privati di relazioni e insegnanti di riferimento».




















































I genitori

Per i genitori, assicurano da Palazzo d’Accursio, è in arrivo una risposta alla missiva. «Parliamo di sezioni che il Comune acquista all’esterno e che non sono a gestione diretta», precisa Ara. «C’è stato un momento in cui avevamo liste d’attesa anche per la scuola dell’infanzia, il calo demografico oggi fa sì che ci siano posti vuoti in quelle stesse scuole – racconta – noi non possiamo spendere soldi per sezioni che non ci servono. Dieci anni fa quando facemmo questa operazione ci accusarono di voler esternalizzare il servizio, ma in realtà fu un momento di emergenza. Oggi, poi, la riduzione o la dismissione di sezioni serve a indirizzare risorse nei nidi dove le richieste invece continuano ad aumentare. La domanda è: un amministratore può mantenere posti vuoti nelle scuole che gestisce e acquistare posti all’esterno?». Sul caso del Progetto 1-6, rassicura: «La scuola continuerà a funzionare con due sezioni eterogenee, che ci sarà la possibilità di iscrivere 8 bambini e valuteremo se il criterio di inserire chi ha già fratelli funziona». E ai genitori che chiedevano, nella lettera, di alzare il rapporto tra educatrici e bambini, Ara risponde che «la legge prevede un rapporto di 1 a 25 e noi stiamo andando anche a 1 a 23 in tante scuole».

Melissa Rosati, mamma della scuola sopracitata e firmataria, ribatte che «oggi i bisogni educativi dei bambini sono un po’ cambiati e non si può pensare di affidarne 25 a una sola insegnante: almeno a Bologna si potrebbe decidere di risparmiare su qualcos’altro. Sono scelte, queste».

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