Scontro frontale con un tir a Canosa di Puglia, soccorsi inutili per Giovanni Fiore di 25 anni e Francesco Minervini di 21. Aperta un’inchiesta

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Tel Aviv, 19 gen. (Adnkronos) – E’ entrata in vigore alle 11.15 ora locale (10.15 in Italia) la tregua a Gaza dopo più di 15 mesi di guerra. Ad annunciarlo l’ufficio del premier israeliano dopo aver confermato di aver ricevuto i nomi dei tre ostaggi, tre giovani donne, che saranno rilasciate nelle prossime ore. Le tre donne non dovrebbero essere rilasciate prima delle quattro di questo pomeriggio, scrivono i media israeliani.

Il cessate il fuoco sarebbe dovuto entrare in vigore alle 8.30 ora locale (le 7.30 in Italia) di questa mattina ma Hamas ha denunciato “problemi tecnici” per giustificare il ritardo nella consegna dei nomi. In queste ore Israele ha lanciato nuovi raid su Gaza in cui sono 13 i morti, secondo fonti palestinesi.

Le Brigate Ezzedine al Qassam hanno deciso di liberare oggi, Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher. Israele, scrive il Jerusalem Post, ha confermato di aver ricevuto la lista dei nomi, ma non i nomi diffusi da Hamas. Gonen era stata sequestrata al rave Nova, Damari, che ha doppia cittadinanza Gb, e Steinbrecher erano state rapite dalle loro case nel kibbutz di Kfar Aza.

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Romi Gonen aveva 23 anni quanto è stata presa in ostaggio da Hamas il 7 ottobre del 2023: aveva partecipato al rave Nova. Era stata catturata mentre cercava di scappare in auto con amici, proprio mentre era al telefono con la madre Meirav. “Mi hanno colpito mamma, sto perdendo sangue. Tutti in macchina stanno perdendo sangue”, erano state le ultime parole alla madre quel giorno. Poco dopo, le forze israeliane hanno trovato l’auto vuota. E il telefono di Romi è stato tracciato a Gaza. Un ostaggio rilasciato lo scorso novembre aveva rivelato alla famiglia che Romi era viva, ma non in buone condizioni di salute.

Alle 8.30 ora locale (le 7.30 in Italia), l’ora fissata per l’entrata in vigore della prima fase dell’accordo, Hamas non aveva ancora inviato l’elenco dei tre ostaggi che dovrebbero essere liberati oggi, come chiesto da Benjamin Netanyahu. Il premier israeliano ha condizionato l’attuazione dell’accordo, quindi della tregua, alla consegna dell’elenco dei nomi dei tre ostaggi – tre donne secondo il Jerusalem Post – che, secondo i termini dell’intesa raggiunta con la mediazione di Qatar, Egitto e Stati Uniti, avrebbe dovuto essere consegnato 24 ore prima del rilascio, inizialmente atteso intorno alle 16.30. “Hamas non sta rispettando i suoi impegni a questa mattina, e contrariamente agli accordi, non ha fornito i nomi degli ostaggi. Su direttiva del premier, il cessate il fuoco non entrerà in vigore fino a che Hamas avrà rispettato i suoi impegni. Le forze israeliane continuano a colpire Gaza, fino a che Hamas non lo farà”, ha dichiarato il portavoce delle forze militari israeliane Daniel Hagari.

Hamas, in un comunicato diffuso dopo le dichiarazioni di Netanyahu, ha citato “ragioni tecniche” per la mancata consegna dell’elenco. La lista, aveva spiegato una fonte di Hamas a YNet, sarà consegnata solo dopo che sarà stata approvata dal leader del movimento, Muhammad Sinwar.

Migliaia di profughi nella Striscia di Gaza hanno iniziato a spostarsi, con tende, vestiti e i pochi altri oggetti personali che erano riusciti a portare via dalle loro case, per tornare ai loro luoghi di residenza, dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco alle 11.15 di questa mattina (le 10.15 in Italia). Gli spostamenti, testimoniano i giornalisti dell’Afp sul campo, avvengono a bordo di camion, su carrette trascinate da asini o a piedi.

Inoltre 4mila camion di aiuti umanitari sono pronti a entrare nella Striscia di Gaza, rende noto l’Unrwa precisando che la metà contengono alimenti essenziali e farina. Già 160 camion si stanno muovendo dal valico di Rafah verso quello di Kerem Shalom, ha reso noto Al-Qahera. Fra questi ci sono anche cinque o sei camion con combustibile.

Nel frattempo le forze militari israeliane hanno reso noto di aver colpito con artiglieria e droni obiettivi di Hamas nel nord e nel centro della Striscia di Gaza, dopo lo slittamento della tregua. “Idf continua a operare nella Striscia di Gaza”, precisano i militari.

Fonti della difesa civile di Gaza denunciano che nei raid sono state uccise 13 persone e ferite 25.

Le forze israeliane e Netanyahu hanno inoltre annunciato il recupero, in una “operazione speciale” condotta nella notte insieme allo Shin Bet a Gaza, il corpo del soldato Oron Shaul ucciso in combattimento nel 2014 e da allora conservati da Hamas. La famiglia è stata informata dopo che vi è stato il riconoscimento certo da parte degli specialisti dell’Istituto di medicina forense israeliano.

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