Quando inserire BTP e titoli di Stato lunghi in portafoglio e perché?

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 


I modi attraverso cui gestire un portafoglio se non sono infiniti poco ci manca. Tra asset class (a reddito fisso, variabile, capitale di rischio), emittenti (sovrani e non, nazionali e non) durate, valute e condizioni economiche di turno, si ottiene una marea di alternative. Che a loro volta si moltiplicano al pensiero che il peso specifico di un prodotto varia da un portafoglio all’altro in base alle esigenze e alle strategie.

Soffermiamoci sui c.d. bond lunghi, quelli con una vita residua ben oltre il classico decennale. In genere si comprendono quelli con data scadenza distante almeno 15-20 anni e i bond Matusalemme, per i quali il rischio di non vederne la fine non è remoto. Ora, quando inserire BTP e titoli di Stato lunghi in portafoglio e perché?

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Il concetto di duration per le obbligazioni

I guadagni che le obbligazioni possono generare riguardano le cedole e le eventuali plusvalenze in conto capitale. Vale a dire i guadagni derivanti dalla rivendita dei titoli a un prezzo superiore a quello di carico. Per i trader in bond si tratta di ordinaria amministrazione, mentre per i comuni investitori questi gain servono a irrobustire le perfomance complessive di portafoglio.

Il fenomeno è dovuto al rapporto inverso tra prezzo e rendimento e quindi al concetto di duration. In parole semplici, quest’ultima misura la sensibilità di un titolo ai mutamenti nei tassi di interesse di riferimento. Per cui la si impiega per valutare il maggiore o minore grado di volatilità dei prezzi di un bond sul mercato secondario. Essa è espressa in giorni e indica, al momento della valutazione, il tempo necessario affinché le cedole del titolo ripaghino il capitale iniziale in esso investito.

In generale, la duration è maggiore per i c.d. bond lunghi (meglio: aventi una durata residua lunga) e, a parità di tempo, per i titoli a cedole meno robuste.

I titoli di Stato lunghi sono spesso inadatti a questi profili di investitori

Per l’investitore avulso al rischio e/o non sicuro di portare a termine l’investimento, tali bond non fanno al caso. Nel tempo l’elevata duration prima o poi influisce assai sui loro corsi di mercato esponendo l’investitore a possibili rischi seri. E se al tempo della rivendita il prezzo vigente fosse assai distante (in negativo) da quello di carico?

Non si tratta di nostre suggestioni ma di eventi assolutamente reali e concreti. Per comprenderlo meglio facciamo 3 esempi a nome di tutti attingendo dalle emissioni di inizio decennio, quando i tassi BCE erano nulli o quasi.

Il BTP Green del tesoro con data scadenza 30 aprile 2045, emesso quasi 4 anni fa, ha una cedola nominale dell’1,50%. Quando i tassi ufficiali sono saliti tra il 2020-‘23, i prezzi sono crollati. Oggi il bond scambia a 66 centesimi circa mentre a ottobre 2023 implose fino a 52 circa.

All’estero, ma pur sempre area euro, non è andata diversamente. In Francia l’OAT in scadenza a maggio 2072 ha una cedola lorda dello 0,50% e una quotazione attuale sui 33. Per un attimo pensiamo a chi lo ha sottoscritto ai primi tempi, a prezzi molto più alti degli attuali, e al caso in cui oggi avesse la necessità di disinvestire. Monetizzerebbe una perdita pari (o superiore?) a quella delle brutte perdite in Borsa.

Infine allunghiamo la durata e prendiamo l’Austria Tf 0,85% in scadenza nel giugno 2120 (100 anni di durata complessiva). In 4 anni e mezzo di negoziazioni ha toccato un massimo di 139 (dicembre 2020) e un low a 34,34 (ottobre 2024), un abisso. Al momento prezza sui 41,30.

Valgono grosso modo le stesse considerazioni, infine, anche per chi ha necessità di impiegare il capitale a una certa data nota a priori. Qui la necessità di preservare il capitale iniziale (da impiegare a scadenza) è prioritario rispetto ad altre valutazioni.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

3 alternative per guadagnare più del 2,517% dell'ultimo BOT

Quando inserire BTP e titoli di Stato lunghi in portafoglio e perché?

Malgrado tali osservazioni, i bond lunghi comunque attirano tanto l’attenzione di tanti. La ragione è che se ben sfruttati donano forti extra rendimenti in conto capitale, a beneficio delle performance complessive del portafoglio. Ad esempio tra la fine del 2023 e gli inizi del 2024, in una manciata di settimane, i corsi dei bond lunghi salirono tanto. In pratica il rateo cedolare di quel periodo fece “da contorno” ai forti rialzi dei primi.

I tre bond di cui sopra registrarono performance a doppia cifra in conto capitale. Il Green nazionale, per esempio, schizzò da un low di 53 a un high di 66 in 2 mesi circa. Stessi trend si ebbero per l’OAT in Francia (da 30 a 44) e per il titolo sovrano austriaco (da 35 fino a sfiorare 50).

Tali trend furono legati alle aspettative di un rientro accelerato del costo del denaro. Ciò portò gli operatori di mercato a incorporare gli attesi tagli dei tassi nei corsi dei bond, facendoli salire tanto e velocemente. Certo, poi si scoprì che “avevano esagerato” e il mercato stesso ne sgonfiò parte dei rialzi, a beneficio dei rendimenti.

Conviene di più comprare BTP Valore o BTP Green? Le differenze da considerare

Titoli di Stato speculativi: come approcciare?

Morale, i bond lunghi sono titoli altamente speculativi per i quali si fatica a definirli “tranquilli” come il termine sovereign bond lascerebbe invece immaginare. Ad essi si approccia esclusivamente con forte cognizione di causa e consapevoli di quel che si va facendo.

Inoltre, sempre tenendo a mente due altre buone regole di gestione del portafoglio. Primo, non considerandoli come degli investimenti di breve termine. Chi punta ai loro futuri apprezzamenti di mercato dovrebbe mettere in conto che ci potrebbero volere mesi, tanti o pochi a seconda delle dinamiche macroeconomiche. Secondo, inserendoli in portafoglio in pesi contenuti: diversificare sì, concedere l’esclusiva anche no.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Quanto rendono davvero i nuovi titoli di Stato italiani del 2025



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Microcredito

per le aziende