Nuovo Giornale Nazionale – TRUMP, LA STRATEGIA RELATIVA AL CONFLITTO RUSSIA UCRAINA

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di Sergio Restelli

La strategia della nuova amministrazione Trump nei confronti del conflitto tra Ucraina e Russia si delinea come un approccio che combina pressioni economiche sulla Russia con una revisione delle politiche di sostegno militare all’Ucraina. Questo duplice approccio è indicativo di un cambiamento significativo rispetto alla linea seguita dall’amministrazione Biden e riflette una visione pragmatica e realista del conflitto. Sanzioni più severe contro la Russia

Uno degli elementi chiave della strategia di Trump è l’intensificazione delle sanzioni contro la Russia, in particolare nei confronti delle compagnie petrolifere, una delle principali fonti di reddito per Mosca. Scott Bessent, nominato da Trump come Segretario del Tesoro, ha chiarito che il suo obiettivo sarà esercitare una pressione economica senza precedenti per costringere la Russia a negoziare.

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Le sanzioni mirate al settore energetico sono particolarmente significative, dato che la dipendenza della Russia dalle esportazioni di petrolio e gas è cruciale per il finanziamento delle sue operazioni militari. L’inasprimento delle sanzioni non è però fine a sé stesso: l’obiettivo è portare Mosca al tavolo delle trattative, come ha dichiarato lo stesso Bessent.

Questo suggerisce un approccio tattico e mirato, in cui le sanzioni rappresentano una leva per incentivare un compromesso e non semplicemente un mezzo di punizione. Tuttavia, tale strategia comporta il rischio di un’escalation delle tensioni economiche con la Russia, che potrebbe rispondere con contromisure che influenzano il mercato globale, specialmente in settori come l’energia.

Riorientamento del sostegno militare a Kiev

Parallelamente, Trump sembra voler ridimensionare il sostegno militare diretto all’Ucraina. Questo cambiamento si riflette nella rimozione di Michael Turner dalla guida della commissione Intelligence, una mossa che segnala l’intenzione di rivedere le politiche di aiuto a Kiev. La decisione, sebbene formalmente giustificata come una necessità di rinnovamento, appare fortemente influenzata da Trump e dalla sua volontà di ridurre l’impegno americano in un conflitto che ha già assorbito enormi risorse economiche e politiche.

Lo spostamento della linea politica è stato ulteriormente confermato da Marco Rubio, candidato alla carica di Segretario di Stato, che ha esplicitamente criticato l’approccio dell’amministrazione Biden, giudicato troppo vago e aperto. Rubio ha dichiarato che il conflitto deve giungere a una conclusione e ha sottolineato la necessità di realistiche concessioni da entrambe le parti. La sua visione è pragmatica: l’Ucraina, pur dimostrando una notevole resistenza, non può realisticamente riconquistare tutti i territori occupati dalla Russia, mentre la Russia non ha i mezzi per conquistare l’intero territorio ucraino. Questa analisi, pur realistica, potrebbe essere percepita da Kiev come un tentativo di ridimensionare il proprio obiettivo di integrità territoriale.

Una diplomazia “audace”. Rubio ha anche promesso di adottare una diplomazia audace per raggiungere una soluzione al conflitto. Questo potrebbe implicare un ruolo più attivo degli Stati Uniti nel facilitare i negoziati tra le parti, un cambio di passo rispetto all’approccio più tradizionale dell’amministrazione Biden, che si è concentrata principalmente sul sostegno diretto all’Ucraina. Tuttavia, il successo di questa strategia dipenderà dalla capacità della nuova amministrazione di bilanciare il dialogo con le pressioni economiche e politiche.

La posizione della nuova amministrazione non è priva di critiche, sia a livello interno che internazionale. Da una parte, alcuni repubblicani e democratici sostengono che una riduzione degli aiuti militari potrebbe indebolire la capacità dell’Ucraina di difendersi e inviare un segnale di debolezza alla Russia. Dall’altra, il tentativo di ottenere concessioni da entrambe le parti potrebbe essere interpretato da Kiev come una forma di pressione per accettare compromessi territoriali che rischiano di legittimare l’aggressione russa.

La doppia strategia di Trump rappresenta un cambio di paradigma rispetto alle politiche precedenti, puntando a una fine pragmatica e negoziata del conflitto attraverso una combinazione di pressione economica sulla Russia e un ridimensionamento del sostegno militare all’Ucraina. Tuttavia, questa linea d’azione comporta rischi significativi: la possibilità di alienare gli alleati europei, la reazione imprevedibile della Russia e il malcontento dell’Ucraina. La sfida per l’amministrazione sarà mantenere un equilibrio tra realismo politico e il rispetto degli impegni verso gli alleati e i valori democratici.

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