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ESTE (PADOVA) – Il coltello puntato alla gola di una donna che stringeva tra le braccia una bambina e una richiesta perentoria: «Dammi i soldi». Ma il malvivente non aveva fatto i conti con Simba, il piccolo yorkshire che, proprio come il suo omonimo protagonista del Re Leone, non ha esitato a difendere la sua famiglia, mandando in fumo una tentata rapina al ristorante tabaccheria “Oasi del pesce” di via Deserto.
La rapina
È accaduto mercoledì alle 18.40 quando un uomo, con il volto parzialmente coperto, ha fatto irruzione nello storico locale della frazione di Este con l’intento di portar via l’incasso. Ma a farlo dissuadere è stato il morso vigoroso di Simba. Ora i carabinieri di Este indagano ad ampio spettro sull’accaduto e sono alla ricerca dell’uomo, che dopo il tentativo maldestro si è dileguato facendo perdere le sue tracce. La scena si è consumata in una manciata di secondi in un freddo mercoledì di metà gennaio. L’uomo, entrato d’improvviso, ha scavalcato con decisione il separé tra il bar e la sala ristorante e ha estratto un coltello a serramanico, andando dritto verso la compagna del titolare Emanuele Sartori. La donna teneva in braccio la piccola Sofia, che ha meno di un anno. Francesca Sartori, figlia del proprietario e madre della bimba, ha assistito alla scena raggelante a pochi metri di distanza. «All’inizio pensavamo fosse uno scherzo – racconta Francesca con la voce ancora scossa -. Poi ho visto quel coltello puntato alla gola, mia figlia in pericolo e ho urlato con quanto fiato avevo in corpo». In quel momento nel locale era presente un solo cliente, rimasto immobile nella zona bar. Se la compagna di Emanuele è rimasta calma, le urla di Francesca hanno fatto scattare la reazione immediata dei due cagnolini di famiglia, Emma e Simba. Quest’ultimo, un piccolo yorkshire particolarmente protettivo nei confronti di Sofia, non ha avuto esitazioni. «Si è scagliato contro il rapinatore mordendolo alle gambe con grinta – prosegue Francesca -. Emma lo ha assecondato e insieme sono riusciti a metterlo in fuga. È durato tutto meno di un minuto, ma mi è parso un’eternità». Il legame speciale tra Simba e la bimba, costruito in mesi di giochi e coccole quotidiane, si è trasformato in un gesto istintivo di protezione che ha scongiurato conseguenze ben più gravi. I titolari, chiamando il 112, si sono lanciati all’inseguimento verso la zona residenziale di Deserto, dove l’uomo si era dileguato di corsa.
Le ricerche
Nel frattempo, convergevano sul posto due pattuglie dei carabinieri della compagnia di Este. Le ricerche immediate nella zona, battuta palmo a palmo, non hanno dato esito, ma le indagini proseguono serrate anche attraverso l’analisi delle immagini di videosorveglianza dell’area. È possibile che il malvivente si sia nascosto col favore delle tenebre e poi dileguato, o da solo o con l’aiuto di un complice.
La testimonianza
Secondo la descrizione dei Sartori, il rapinatore era di alta statura e corporatura robusta, indossava un passamontagna e una sorta di collare. Sembrava parlare con accento dell’Est Europa. «La prima notte non abbiamo chiuso occhio confida Emanuele Sartori, con lo sguardo ancora turbato . Sembrava un incubo, una storia irreale. Quell’immagine della mia compagna con la bambina in braccio e il coltello alla gola continua a tornarci in mente. Davvero non so come si possa compiere gesti del genere, mettendo in pericolo la vita di una creatura». L’Oasi del pesce di via Deserto racconta una storia che affonda le radici ai primi del Novecento, quando era conosciuto come “da Emanuele”. Nonostante qualche furto notturno nel corso dei decenni, mai prima d’ora il locale aveva subito una rapina. Giunto alla quarta generazione di gestione della famiglia Sartori, questo punto di riferimento del territorio – che è insieme bar, tabaccheria, albergo e ristorante – continua a essere il crocevia quotidiano dei lavoratori della zona e un apprezzato locale per i fine settimana. Gli investigatori propenderebbero per l’ipotesi di un gesto nato dalla disperazione più che dell’azione di un professionista del crimine. Di sicuro, il malvivente non aveva fatto i conti con il coraggio di un piccolo yorkshire che, proprio come il suo celebre omonimo della savana, ha dimostrato che – se si tratta di proteggere gli affetti – anche le dimensioni ridotte non impediscono di essere un vero re.
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