A inizio gennaio la Germania ha diffuso i numeri sulle richieste d’asilo pervenute nel 2024. «Siamo riusciti a respingere con forza l’immigrazione irregolare», ha commentato la ministra dell’Interno tedesca Nancy Faeser. Complessivamente nell’anno appena trascorso in Germania sono state presentate 250.945 domande a fronte delle 329.120 del 2023, con una riduzione superiore al 30%. Tra le nazionalità dei richiedenti, i primi provengono dalla Siria, poi cittadini afgani quindi i turchi e sul totale delle domande presentate è stato accolto il 44,4%. «Continueremo i controlli al confine. Chi non ha diritto di restare in Germania deve lasciare il nostro Paese. Abbiamo aumentato le possibilità di effettuare concretamente le espulsioni», annuncia la ministra. Rientri forzati, ma anche volontari. L’Ufficio federale per la migrazione e i rifugiati (Bamf), infatti, sosterrà economicamente gli immigrati siriani che decidono di tornare per sempre nel loro Paese d’origine.
Gli stanziamenti
È quanto emerge da una comunicazione interna all’organismo, diffusa dalla rivista Spiegel. La scorsa settimana la Siria è stata inclusa nell’elenco degli Stati coinvolti nel programma di rimpatrio e reintegrazione Reag/Garp. I cittadini siriani che sono ancora in attesa dell’esito della loro richiesta di asilo o sono obbligati a lasciare la Germania e non dispongono di mezzi economici sufficienti, possono chiedere al Bamf di coprire il costo dei biglietti aerei e di altre spese di viaggio finanziate dai governi federale e statale. Possono inoltre ricevere fino a 1.700 euro come sostegno una tantum, fermo restando il limite di 4.000 euro a famiglia. Secondo le anticipazioni raccolte da Spiegel potrebbe essere contemplato anche un ulteriore contributo per le spese mediche in Siria: in base alle linee guida, ammonterebbe a un massimo di 2.000 euro a persona e sarà possibile accedervi entro i primi tre mesi dall’arrivo. Il sostegno federale diretto ai cittadini che tornano in Siria era stato abolito nel 2012, poiché il rimpatrio in un Paese devastato dalla guerra civile era considerato eccessivamente pericoloso. Parte del denaro stanziato dal programma viene versato dalle organizzazioni non governative solo dopo l’arrivo in Siria, ha spiegato un funzionario dell’Ufficio: in questo modo il governo federale intendeva evitare che i pagamenti affluissero nel Paese del dittatore Bashar al-Assad. In precedenza la Bamf aveva sostenuto gli Stati federali con propri programmi di rimpatrio attraverso rimborsi proporzionali ai costi. A dicembre i ribelli siriani hanno rovesciato il regime di Assad e hanno costituito un governo ad interim e ora gli analisti valutano l’inserimento del Paese nel piano di finanziamento sostenuto dal governo federale come un segnale importante. Con la ripresa dei collegamenti aerei e la stabilizzazione della situazione della sicurezza, in futuro potrebbero diventare nuovamente possibili i rimpatri.
I volantini
Intanto tre giorni fa nella buca delle lettere degli abitanti di Karlsruhe, una città nel sud-ovest della Germania, è comparso un volantino elettorale del partito di estrema destra Afd che sta facendo molto discutere. I cittadini dal cognome straniero e con un passato di migrazioni alle spalle si sono visti recapitare un finto biglietto aereo con destinazione «paese sicuro», il logo del partito di estrema destra tedesco e la data di imbarco del 23 febbraio, il giorno del voto per eleggere il nuovo cancelliere tedesco. Il messaggio è chiaro: se vincerà la leader del partito Alice Weidel, in Germania non ci sarà più posto per i migranti. Un modo per pubblicizzare la campagna di rimpatri che il partito porta avanti, soprattutto nei confronti dei tanti siriani che hanno trovato accoglienza in Germania e che dopo la caduta del regime di Assad dovrebbero tornare a Damasco, secondo l’ultradestra. Nel volantino si declama: «Solo la re-migrazione può salvare la Germania», frase pronunciata la scorsa domenica dalla presidente Alice Weidel nel corso del congresso che l’ha nominata candidata alla cancelleria per Afd. «Iniziativa di cattivo gusto», l’ha bollata il portavoce del governo tedesco Steffen Hebestreit. La polizia di Karlsruhe ha aperto un inchiesta per il reato di incitazione all’odio.
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