Un tram treno per rivoluzionare non solo Rovereto ma l’intera mobilità del basso Trentino, soprattutto nei collegamenti in valle dell’Adige verso l’Alto Garda (Rovereto – Arco – Riva) e, in subordine, anche verso Trento (Nordus), portando significative possibilità di intermodalità tra periferie e centri urbani e tra mobilità europea e locale. Una soluzione, quella del Tram Treno, che per la prima volta in Italia potrebbe essere realizzata proprio in provincia e a Rovereto grazie allo sprone dato all’iniziativa dal Comitato Mobilità Sostenibile Trentino (Cmst) che da anni sensibilizza le istituzioni locali a prendere in considerazione questo importante mezzo di trasporto che in Germania è attivo dal 1992, a Karlsruhe. Per la prima volta in Italia perché nello Stivale non vi è una norma che ne permetta l’impiego, l’utilizzo e la progettazione.
La nuova norma italiana
O almeno, non c’era una direttiva. Oggi infatti L’Agenzia Nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali Ansfisa ha ufficialmente chiesto il parere alle imprese ferroviarie, ai gestori delle infrastrutture e ad altri soggetti ed autorità competenti sul progetto di norme per «l’autorizzazione e per l’esercizio del Tram Treno in Italia». «Si tratta di un primo passo importante – fa sapere Ezio Viglietti referente del Cmst – per implementare il sistema Tram Treno nelle regioni italiane e nelle province autonome di Trento e Bolzano. L’Ansfisa – spiega – aveva preannunciato l’emanazione di tale normativa nel convegno da noi promosso nel maggio dello scorso anno e organizzato da Trentino Trasporti con il Collegio degli ingegneri ferroviari italiani». Ora il dado è tratto e i pareri sono prossimi ad esser raccolti. «Ciò significa – spiega ancora Viglietti – che, dopo aver raccolto i suddetti pareri l’Ansfisa ufficializzerà tale normativa nazionale e concretamente si potrà mettere in esercizio il Tram treno anche in Italia». Per farlo servirà depositare una proposta di legge, ma anche su questo i tempi sono ristretti visto che il Cmst sta contribuendo attivamente da diverso tempo a scrivere proprio una proposta di legge che i parlamentari trentini di Avs e Pd depositeranno alla Camera dei deputati al fine di definire meglio il quadro normativo legislativo e il finanziamento del sistema Tram Trento.
Il sistema Tram Treno
Il miglior esempio per capire il potenziale di un tale sistema di trasporto è andare a vedere il modello Karlsruhe, dall’omonima cittadina tedesca nella quale per la prima volta nel 1992 è stato applicato. Il Tram Treno ha la possibilità di utilizzare le rotaie del treno (quelle già in essere, ossia il collegamento Verona Brennero ndr) sia le rotaie urbane, quelle dei tram, ossia quelle che coesistono su piano d’asfalto, arrivando, come appunto in Germania, non solo sulle strade cittadine, ma anche nella aree pedonali.
Ridotto consumo di suolo
Il Tram Treno permetterebbe di usufruire, anche grazie all’interramento dei treni merci a Rovereto e Trento, di non costruire ulteriori infrastrutture, ma di sfruttare la viabilità esistente per la maggior parte dei tratti, ossia le strade presenti, attrezzandole con apposite rotaie su asfalto. Entusiasta della possibilità l’assessore di Rovereto Andrea Miniucchi. «Tutto ciò che consente intermodalità, minor consumo di suolo e sviluppo di un trasporto pubblico funzionale è ben visto e da analizzare attentamente – spiega Miniucchi -. Io non sono del tutto convinto, una volta interrata la tratta merci, di dover per forza interrare anche la vecchia via. Strumenti come quello del Tram Treno potrebbero comunque permettere la riqualificazione in superficie e consentire una mobilità moderna e più funzionale, efficace ed efficiente». Per l’assessore roveretano la prospettiva apre ad ampi ragionamenti che la città deve prendere in considerazione. «Ovviamente dal punto di vista fattuale si dovrà capire la sostenibilità economica – precisa Miniucchi – ma vedo di buon auspicio l’integrazione di più sistemi, il minor impatto ambientale, la possibilità di sfruttare infrastrutture esistenti e di insistere sulla viabilità presente per connettere con servizi di mobilità pubblica i centri con le periferie e le valli del basso Trentino».
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