Trieste – “Noi siamo gli errori che permettono la vostra intelligenza”, scritto e diretto dalla regista Erika Rossi, profonda conoscitrice della rivoluzione basagliana e delle sue implicazioni, approda in prima come evento speciale di Trieste Film Festival 2025, domenica 19 gennaio alle 11.00 al Teatro Miela.
Alla proiezione interverranno, con la regista, gli attori dell’Accademia della Follia e le co-fondatrici Angela Pianca e Cinzia Quintiliani, a lungo al fianco di Claudio Misculin. Il film è una produzione Ghirigori/Accademia della Follia con il sostegno del Fondo Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia e con il contributo di FVG Film Commission – PromoTurismoFVG.
Per la prima volta il film di Erika Rossi racconta la storia dell’Accademia della Follia, “uno degli elementi più pregiati dell’esperienza basagliana”. La compagnia teatrale fondata dall’artista Claudio Misculin, mancato il 20 settembre 2019, composta da “matti per mestiere, attori per vocazione”, persone con disturbo mentale che diventano attori professionisti, anzi matt-attori, come si sono autodefiniti.
La compagnia teatrale creata negli spazi dell’ex Ospedale psichiatrico di Trieste dall’attore e regista Claudio Misculin nei primi anni ‘70, ha viaggiato in tutto il mondo in numerosi e applauditi spettacoli. Per oltre 40 anni Claudio è stato il maestro, il condottiero, la guida dei suoi “matt-attori”, come si sono autodefiniti. Dopo la sua morte improvvisa nel 2019, la creazione del nuovo spettacolo è la sfida che i “matt-attori” devono affrontare per portare avanti “la follia del teatro e il teatro della follia”, a cui Claudio ha dedicato tutta la sua esistenza.
E se Claudio Misculin non c’è più, la sua compagnia resiste ed è proiettata con entusiasmo nel 2025 con il tour dello spettacolo Quelli di Basaglia … a 180°. Non solo: l’Accademia della Follia è attesa per una sequenza di eventi nel programma ufficiale di GO! 2025 Capitale Europea della Cultura, dimostrando così la sua vitalità e la sua “necessità” nel nostro tempo.
Ma chi era Misculin? Regista, attore e matt-attore, attraverso il suo teatro sperimentale mette in scena brandelli delle storie di vita delle persone che hanno vissuto il manicomio e la sofferenza del disturbo mentale.
Claudio in quarant’anni riesce a costruire una realtà unica e innovativa: «la follia che ognuno di noi possiede è una risorsa e fa parte della vita di tutti. Non si può vivere dentro la grata della realtà senza rinunciare ad una parte di sé», spiegava.
La sua storia umana e artistica, e quella dei suoi matt-attori, viene restituita nel film, di gande pregio, dalla regista Rossi, attraverso un ricco archivio di immagini inedite di decenni di laboratori, spettacoli e film provenienti in gran parte dall’Archivio privato dell’Accademia della Follia, tuttora per lo più inedito, dal Centro di Documentazione del Parco di San Giovanni e dall’Archivio Privato di Mauro Felluga, per molti anni operatore alla camera e collaboratore di Claudio Misculin, oltre che fondatore di Radio Fragola.
Da luglio 2022 l’archivio di Claudio Misculin e dell’Accademia della Follia è ufficialmente tutelato e riconosciuto di «grande valore culturale ed elevatissimo valore sociale per la storia nazionale» dalla Sovraintendenza archivistica del Friuli Venezia Giulia – Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Una carrellata di appuntamenti per la giornata di domani domenica19 gennaio.
Alle 16:00 al Ridottino del Miela abbiamo la proiezione speciale omaggio a Monika Bulaj con il suo FIGLI DI NOÈ (I, 2006, col., 95’). La macchina da presa si muove tra i villaggi dell’alto Caucaso, nell’Azerbaigian settentrionale, abitati da antichissime tribù come gli ebrei della montagna. Monika Bulaj entra in questo mondo assieme al figlio di 15 anni, e ne condivide l’esistenza e i gesti quotidiani, le magie e i misteri. Le case si inerpicano sulla montagna, nelle veglie gli uomini raccontano storie sempre diverse, quella gente sembra appartenere insieme alla terra e al cielo. Il tempo è quello delle stagioni, degli spostamenti con le greggi, della durata della luce; ma è anche quello delle feste e dei riti propiziatori. Un’avventura dello sguardo che è ricerca e avvicinamento al senso delle cose.
Alle 14:15 abbiamo l’appuntamento con INCinema – Festival del Cinema Inclusivo che propone IL MIO COMPLEANNO di Christian Filippi (I, 2024, col., 90’) che vede protagonista Riccardino, un ragazzo di quasi 18 anni da compiere nella casa-famiglia in cui vive. Da quattro anni è separato dalla madre, una donna con forti disturbi della personalità̀. Nonostante la guida premurosa e attenta della sua educatrice, Riccardino decide di scappare per raggiungere la madre e vivere con lei. La sua illusione presto si trasformerà̀ in un’amara realtà̀ e Riccardino dovrà̀ fare una scelta difficile. Il film è stato presentato in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia nell’ambito dei progetti di Biennale College Cinema 2024.
Alle 16:30 la sezione Visioni Queer propone in sala grande al Miela AS I WAS LOOKING ABOVE, I COULD SEE MYSELF UNDERNEATH di Ilir Hasanaj (Mentre guardavo in alto, riuscivo a vedere me stesso in basso, RSK, 2022, col., 62’). “Questo film racconta la storia di 7 persone LGBTQ+ che vivono in Kosovo, di generazioni e contesti sociali diversi. Usando i loro veri nomi, le loro voci e i loro volti, Megi, Semi, Edon, Qerkica, Mustafa, Blendi e Linda raccontano come hanno scoperto di essere queer e come vivono in un ambiente così ostile … È il primo documentario in Kosovo a mostrare i protagonisti senza oscurare i loro volti e cambiare i loro nomi … ” (I. Hasanaj)
Alle 18:00 ci spostiamo in sala BOBI BAZLEN per (A) CARTE SCOPERTE. UN DIALOGO TRA DIRITTI, CULTURA E CINEMA QUEER con Cathy La Torre, Margherita De Michiel, Giuseppe Gariazzo. “(A)carte scoperte” si propone come una conversazione con la nota avvocata cassazionista e attivista per i diritti LGBTQIA+ Cathy La Torre; pensato idealmente come un “gioco” culturale, vedrà la partecipazione del critico cinematografico Giuseppe Gariazzo, curatore della rassegna del TSFF36 Visioni queer, e di Margherita De Michiel, docente di Lingua e Letteratura Russa presso l’Università di Trieste.
Torniamo in Teatro Miela dove tutta la serata è dedicata a Wild Roses: Serbia a cominciare dalle 18:00 con KADA JE ZAZVONIO TELEFON di Iva Radivojević (Quando il telefono suonò , SRB – USA, 2024, col., 73’) Questa storia è costruita su una telefonata ricevuta un venerdì della primavera del 1992. La protagonista è una bambina di 11 anni. Essendo l’unica persona in casa, è lei a rispondere al telefono. La telefonata porta la notizia di una morte. È questa chiamata che sembra disintegrare il paese e l’intera realtà della bambina. Menzione speciale nella sezione “Cineasti del presente” al festival di Locarno 2024.
Alle 19:30 ritroviamo ancora la sezione Wild Roses: Serbia con PEJZAŽI OTPORA di Marta Popivoda (Paesaggi della resistenza, SRB – DE -F, 2021, col., 95’). Sonja è un’ex combattente antifascista di 97 anni, una delle prime donne partigiane in Jugoslavia e membro della resistenza ad Auschwitz. Ascoltando le storie di Sonja, viaggiamo attraverso i paesaggi del suo passato rivoluzionario, mentre i suoi ricordi si intrecciano con le riflessioni della regista sulla rinascita del fascismo in Europa oggi.
Alle 21:15 chiude la giornata di proiezioni DRUGA STRANA SVEGA di Mila Turajlić (L’altro lato di ogni cosa, SRB – F – QA, 2017, col., 104’. “L’anima del film sono le conversazioni con mia madre … È un dialogo tra madre e figlia, ma allo stesso tempo tra due persone adulte, ciascuna in una fase diversa della vita” (M. Turajlić)
Programma completo con la segnalazione degli eventi collaterali al sito www.triestefilmfestival.it
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