MESTRE – «Le rette delle Rsa in provincia di Venezia sono le più alte del Veneto. Per le famiglie è impossibile accedere alle residenze per anziani perché, anche con l’impegnativa della Regione Veneto, i costi risultano spesso di molto superiori alle disponibilità economiche di pensionati e pensionate, andando ad incidere sulle disponibilità economiche delle famiglie».
È un salasso che continua ad essere sempre più doloroso per chi ha un anziano in casa di riposo. Ed è la Cgil veneziana, assieme al sindacato dei pensionati Spi Cgil, a rilanciare l’allarme sui costi a carico delle famiglie, sulla base di un maxi-monitoraggio effettuato sulle strutture presenti nel territorio dell’Ulss 3, da Mestre a Venezia, al Miranese e alla Riviera del Brenta, fino a Chioggia, riassunto nella tabella qui a fianco che riporta i prezzi giornalieri della stanza singola.
I CONTI
«Le rette medie nell’Ulss 3 – dichiarano Daniele Giordano, segretario generale Cgil Venezia, Daniele Tronco, segretario Spi Cgil Venezia, e Chiara Cavatorti della Fp Cgil veneziana – si attestano a 74,46 euro al giorno medi con impegnativa. È evidente come costi che arrivano a 2.500 euro al mese, dai quali vengono escluse diverse spese, non possano essere sostenuti dagli assegni di pensionate e pensionati. Secondo i nostri calcoli coloro che possono permettersi una Rsa con il solo assegno dell’Inps, in presenza di impegnativa, sono solo il 18 per cento del totale». Una situazione che risulta ancora più drammatica se si guarda solo alla popolazione femminile che, tra l’altro, compone il 73,4% dell’utenza delle case di riposo a livello nazionale: secondo i conti della Cgil, nel Veneziano meno del 10 per cento degli assegni delle pensionate arriva a coprire la retta media con “impegnativa di residenzialità”. Rispetto al 2023, poi, la media delle rette (sempre con impegnativa) è cresciuta di oltre 4 euro al giorno, passando da 70,27 euro di due anni fa agli attuali 74,46.
IL CONFRONTO
Nel Veneto la retta media a carico delle famiglie nelle case di riposo per non autosufficienti si aggira sui 2.200 euro al mese, cifra che comunque varia a seconda della posizione, della sistemazione e dei servizi offerti. La media di ricovero senza impegnativa in una struttura è di 87,83 al giorno, con tariffe che vanno da 71 a 135,20 euro al giorno, ma la media giornaliera con impegnativa regionale è di 63,87 euro (prezzi da 51 a 95,70 euro), oltre una decina di euro al di sotto della media registrata dalla Cgil nell’indagine sulle strutture presenti nel territorio dell’Ulss 3.
LE RICHIESTE
«Ci aspettiamo che il quadro vada ad aggravarsi ulteriormente nel prossimo periodo, soprattutto a causa dei crescenti costi energetici che, in assenza di risorse pubbliche, vengono puntualmente scaricati sul costo per l’utente finale, e di conseguenza il più delle volte sulle famiglie – riprendono dal sindacato -. La conseguenza è che, chi può, attingerà ai risparmi, in altri casi l’integrazione dei costi delle rette andrà ad erodere direttamente il bilancio familiare, dei pensionati come dei loro figli e parenti. Nello scenario peggiore, molte famiglie saranno costrette a sospendere la permanenza nelle Rsa, che ricordiamo garantire anche i bisogni sanitari di molti anziani, o ad evitare del tutto nuovi ingressi nelle strutture. Tutto questo in una società in cui il ruolo di caregiver è troppo spesso una esclusiva femminile, con la conseguenza riguarda anche l’indipendenza economica delle donne che spesso sono costrette a rinunciare al lavoro per accudire i propri casi».
E concludono Giordano, Tronco e Cavatorti: «Di fronte a queste cifre, è sempre urgente più risolvere il problema dello scarto tra impegnative di residenzialità e fabbisogno. Serve nell’immediato un intervento della Regione, che stanzi le risorse necessarie a coprire tutte le impegnative necessarie. Di fronte ad una nuova composizione della piramide demografica, il ritardo rispetto alla risposta sulle necessità degli anziani è clamoroso, e spesso lasciato esclusivamente in mano alle famiglie che se ne prendono cura. Serve un intervento forte sulle strutture residenziali e su quelle ad esse alternative e complementari, oltre ad un potenziamento della sanità territoriale che renda i servizi sanitari davvero fruibili agli anziani e alle loro famiglie».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link