“Avremo il nuovo ospedale entro il 2032. Su questo punto non mi sono mai smentita e neppure lo farò ora”. Paola Bardasi, direttrice generale dell’Ausl di Piacenza, conferma a “Nel Mirino” la tempistica con cui la città avrà il suo nuovo nosocomio. “La procedura è complessa – spiega – saremo pertanto molto rigorosi per evitare il rischio che la presentazione di eventuali ricorsi possa allungare i tempi. Quella è la data in cui intendiamo avere la struttura costruita: successivamente saranno effettuati i collaudi”.
Nella trasmissione di Telelibertà condotta da Nicoletta Bracchi, in aggiunta a Bardasi, per parlare dello stato dell’arte del progetto sono intervenuti Michele De Pascale, presidente della Regione Emilia Romagna, la sindaca Katia Tarasconi e il giornalista di Libertà Marcello Pollastri.
ROAD MAP
“La road map dell’azienda è credibile – aggiunge De Pascale alle parole di Bardasi – oggi non discutiamo se l’ospedale si farà, si parla di quando Piacenza lo avrà a disposizione”. I costi, 296 milioni di cui 136 di contributo pubblico e i restanti a carico del privato affidatario del Partenariato, non sembrano destare preoccupazioni. Anche qualora qualche costo dovesse lievitare, assicura De Pascale che “sarà coperto per raggiungere il risultato”.
iter in movimento
Dove sorgerà l’ospedale nuovo c’è ora un prato verde di 117mila metri quadrati dove tutto sembra immobile. Eppure l’iter è in movimento. Chi pensasse che il progetto è fermo, fa capire infatti Bardasi, sappia che non è così. Spiega infatti la direttrice generale dell’Ausl che i nove gruppi che hanno manifestato interesse per il Partenariato pubblico privato (Ppp) sono stati ritenuti idonei, presenteranno a breve i loro progetti in modo approfondito, valutati in seguito dalla commissione di esperti.
“NON STIAMO privatizzando la nostra sanità”
Proprio il modello adottato, il partenariato pubblico privato, ha richiesto in trasmissione alcuni chiarimenti. “Per coprire il finanziamento era l’unica strada percorribile” dice De Pascale, a cui segue la precisazione della sindaca. “Non passi l’idea che si sta privatizzando la nostra sanità – dice Tarasconi – il Ppp riguarda i costi di gestione dell’involucro dell’ospedale, quindi luce, gas, impianto di riscaldamento, non riguarda né i medici né la tecnologia all’interno dell’ospedale. Il privato, per capirci, non entra nella sanità piacentina”.
due comitati contrari al nuovo ospedale
Si marcia spediti, ancorché, dice Marcello Pollastri ai presenti, ci sono due comitati che si battono l’uno per salvare l’attuale ospedale di via Taverna, l’altro per evitare la costruzione del nuovo nell’area 5, quella di Podere Cascine all’interno della tangenziale, dove la struttura sorgerà per volere dell’attuale giunta, contrariamente all’area 6 scelta precedentemente dalla Giunta Barbieri.
“una scelta ambientale”
Il margine per discutere della scelta dell’area non è più un tema all’ordine del giorno: a Podere Cascine vedremo il nuovo ospedale. “I cittadini che non lo vogliono lì si mettano il cuore in pace – dice la sindaca – la decisione è già nota dalla campagna elettorale. Si tratta di una scelta che ha anche motivazioni ambientali”. Dopo tanto discutere, negli ultimi mesi, di ambiente, green e alberi, Tarasconi sembra togliersi un sassolino dalla scarpa: “Chi parla di ambiente sappia che realizzare l’ospedale nell’area 5 è la scelta ambientale più importante che si farà nei prossimi anni”. Corroborata dalle parole del presidente regionale – “dieci urbanisti su dieci converrebbero che questa è la posizione migliore” -, Tarasconi entra poi nel merito: “«In primo luogo non vogliamo l’espansione della città nella zona sud, cosa che scegliendo l’area 6 sarebbe senz’altro avvenuta. Inoltre l’area scelta è raggiungibile da piste ciclabili e, trovandosi fra corso Europa e la Farnesiana, è già ora servita dai mezzi pubblici. L’area voluta dalla precedente amministrazione avrebbe comportato una rivoluzione del sistema di trasporto”. “In sintesi – chiude – il proprietario delle due aree è il medesimo (l’Opera Pia Alberoni – ndr), ma con questa scelta lasciamo qualcosa alle future generazioni”.
“a misura di paziente e di operatore”
Il nuovo ospedale attirerà professionisti, dicono gli ospiti a “Nel mirino”. “Sarà una struttura con spazi a misura di paziente e di operatore – afferma Bardasi – un ambiente di lavoro che dà benessere. Mi riferisco a stanze con due letti, percorsi facilitati, una logistica solo per gli operatori, passaggi riservati a pazienti e visitatori, ingressi separati per l’area ambulatoriale e del pronto soccorso. Inoltre la scelta di adibire l’ultimo piano alle sale operatorie è volta ad utilizzare in quegli ambienti anche la luce naturale”.
E’ possibile riguardare la puntata di Nel Mirino su Telelibertà on-demand.
L’INTERVENTO DELLA CIVICA BARBIERI SINDACO
“Sul nuovo ospedale occorre da parte dei vertici del Comune e dell’Ausl la massima chiarezza e l’apertura a un confronto reale e costruttivo con la città e non l’ennesimo spot unidirezionale e senza contradditorio”. Lo sostengono i consiglieri della civica di centrodestra Barbieri Sindaco-Liberi che criticano la decisione di “Comune ed Ausl di andare a parlare del nuovo ospedale in televisione (a “Nel Mirino” su Telelibertà) ancora prima di venirne a discutere, come sarebbe corretto e doveroso, in commissione consiliare, nonostante in sede di approvazione di bilancio comunale sia stato approvato all’unanimità un ordine del giorno del nostro gruppo per audire in Consiglio la direttrice Bardasi su questo tema”.
“Refrattaria al confronto con chi la pensa diversamente – aggiungono i civici – l’amministrazione continua a preferire la comunicazione a senso unico al fine di tenere in piedi con spot pubblicitari una narrazione sempre più lacunosa. Basti considerare come la decisione della sinistra di modificare l’area abbia notevolmente dilatato i tempi di realizzazione dell’opera, se solo si considera come dopo due anni e mezzo di amministrazione siamo ancora fermi”. “Ma non sfugge nemmeno, al contrario di chi artatamente cerca di nascondere la realtà dietro le parole, di come nel 2021 la Regione era pronta a finanziare in toto la realizzazione del nuovo ospedale, mentre oggi per la stessa opera si ricorre a un accordo pubblico-privato nel quale quest’ultimo è chiamato ad intervenire con una quota ampiamente maggioritaria, con tutto ciò che questo innegabilmente comporta per la sanità”.
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